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Sebastian Vettel: la carriera del pilota tedesco in F1

Sebastian Vettel: un predestinato

Sebastian Vettel è nato a Heppenheim in Germania il 3 Luglio 1987. Dopo aver esordito in F1 con la BMW nel 2007, in sostituzione dell’infortunato Robert Kubica, approda alla Toro Rosso, squadra con la quale vince il suo primo GP (Monza 2008); passato poi alla Red Bull nel 2009, Sebastian Vettel si laurea campione del mondo di F1 nel 2010, riuscendo a ripetersi anche nel 2011, nel 2012 e nel 2013.

Sebastian Vettel F1
Sebastian Vettel (foto da: news.sportauto.fr)

2006-07: gli inizi alla BMW-Sauber

L’occasione per entrare in Formula 1, si presentò, a Vettel, grazie alla sostituzione, avvenuta dopo il GP di Turchia 2006, di Jacques Villeneuve con Robert Kubica; questo gli consentì di diventar il 3° pilota e collaudatore della scuderia, divenendo il più giovane a collaudare una F1 nelle sessioni libere di qualifica del venerdì, all’età di 19 anni e 53 giorni. Sebastian impressionò tutti da subito, facendo segnare il miglior crono del venerdì, sia a Istanbul che a Monza, ricevendo i complimenti anche di Michael Schumacher.




Nella stagione 2007, Vettel viene confermato come test driver della BMW-Sauber e, in seguito al terribile incidente di Kubica in Canada, lo sostituisce ad Indianapolis, sede del GP degli USA, dove il tedesco giunge ottavo, conquistando il suo primo punto in carriera e divenendo il pilota più giovane a compiere questa impresa.

2007-08: Toro Rosso

A partire dal GP d’Ungheria, Vettel passa alla scuderia di Feanza come sostituto di Scott Speed. Anche con il team italiano, Sebastian si mette in gran luce, prima al Fuji sotto il diluvio, dove, mentre era 3°, tampona la Red Bull di Webber a causa di un brusco rallentamento di Hamilton, che era in testa dietro la safety-car; quindi in Cina, dove centra un magnifico 4° posto, ottenendo la riconferma per la stagione seguente.

Il 2008 non inizia bene per Vettel, con 4 ritiri su 5 gare; poi, però, arriva 5° a Monaco (partendo in ultima fila) ed 8° a Montreal, portando a casa i primi punti dell’anno. Intanto, alla vigilia del GP di Germania, la Red Bull annuncia il suo ingaggio per la stagione 2009, in seguito al ritiro di Coulthard. La seconda metà di campionato è splendida per il giovane tedesco: giunge a punti in 7 gare su 9, con l’apice nel GP d’Italia, dove conquista la pole e domina la gara dall’inizio alla fine, diventando il più giovane vincitore nella storia della Formula 1, a 21 anni e 73 giorni. Chiude la stagione in ottava posizione, con 35 punti.

2009-2013: l’era Red Bull

2009: la prima stagione al team di Mateschitz comincia con l’incidente con Kubica a Melbourne, a 3 giri dalla fine, mentre era 2°; incidente che gli costa 10 posizioni di penalità in griglia in Malesia. Vettel si rifà in Cina, dove regala la prima pole della storia alla Red Bull e la prima vittoria in gara, sotto la pioggia, con tanto di doppietta, grazie al 2° posto di Webber. In Bahrain, Vettel chiude 2°; segue un 4° a Barcellona e il primo ritiro a Monaco, dopo aver picchiato contro le barriere. In Turchia Vettel ottiene la pole, ma un errore nel primo giro e il conseguente cambio di strategia, lo relegano al 3° posto. Il GP di Gran Bretagna segna il primo “hat-trick” della carriera di Vettel, mentre, nel GP di casa, chiude 2° dietro a Webber. Seguono due ritiri: a Budapest, per il cedimento di una sospensione, e a Valencia, per la rottura del motore. Torna sul podio a Spa; a Monza, la Red Bull è in difficoltà e deve accontentarsi dell’ottavo posto finale. A Singapore chiude 4° (causa un “drive-through“); a Suzuka domina qualifiche e gara mantenendo aperto il Mondiale, che si chiude nella gara successiva, il GP del Brasile, dove giunge 4° (partito 16.esimo) e Button vince il Titolo. Nell’ultima gara, sulla nuova pista di Abu Dhabi, Vettel vince e si laurea Vicecampione, con 84 punti.

La vittoria di Vettel nel GP della Cina, la prima in Red Bull

2010: la prima corona

Il Mondiale non parte benissimo: sia in Bahrain che in Australia, problemi tecnici vanificano le pole ottenute al sabato, obbligando Vettel ad un 4° e un ritiro. In Malesia, Vettel ottiene la prima vittoria della stagione, cui segue un 6° posto in Cina. Al rientro in Europa, nel GP di Spagna, Vettel, nonostante problemi alle gomme che lo costringono ad un pit stop extra, centra il podio, 3°; a Monaco, il tedesco è 2° dietro a Webber.

In Turchia, esplode la rivalità con l’australiano: nel tentativo di superare il compagno, Vettel tocca con la sua vettura quella di Webber, finendo fuori; ritiro per il tedesco mentre Webber riprende e chiude 3°. In Canada, Vettel giunge ai piedi del podio; va decisamente meglio a Valencia, dove arriva la seconda vittoria stagionale per Vettel. In Gran Bretagna, si tocca con Hamilton, danneggiando una gomma, chiudendo 7°. A Budapest, Vettel centra la quarta pole di fila, ma commette un altro errore in gara: infatti, mentre era al comando dietro la safety-car, lascia troppo spazio tra se e la vettura di sicurezza, beccandosi un “drive-through“, chiudendo 3°.

L’incidente tra Vettel e Webber nel GP di Turchia

Dopo la sosta estiva, il Campionato continua a dare più amarezze che gioie al tedesco, quasi da farlo sembrare ai margini della lotta iridata: a Spa commette l’ennesima sciocchezza della stagione, speronando Button al 18.esimo giro; a Monza è 4° e a Singapore viene beffato da Alonso. Vettel sembra rientrare in Giappone, dove domina qualifiche e gara, disputate entrambe la domenica a causa della pioggia battente del giorno prima. In Corea, quello che sembra il colpo di grazia, sulle ambizioni del tedesco: dopo la pole del sabato, Vettel è al comando a pochi giri dalla fine, quando il motore Renault della sua Red Bull esplode, costringendolo al ritiro e consegnando la vittoria ad Alonso, che sembra, quindi, involarsi verso il titolo. A sorpresa però, nelle ultime due gare, Sebastian opera la rimonta: in Brasile, ottiene pole e vittoria (la Red Bull conquista il Titolo Costruttori); ad Abu Dhabi, vince e diventa, a soli 23 anni, il più giovane pilota ad aver vinto il Mondiale, scavalcando Alonso, appena 7°, di soli 4 punti, 256 a 252.

2011: dominio assoluto e bis iridato

Vettel e la Red Bull sono i grandi favoriti e il tedesco fa di tutto per rispettare i pronostici. L’inizio è devastante, con Sebastian che vince 5 gare su 6 (Australia, Malesia, Turchia, Spagna e Monaco), con un 2° posto in Cina, dietro Hamilton. In Canada domina un GP pazzo e spettacolare, ma, nel corso dell’ultimo giro, arriva lungo ad una curva, facendosi beffare da Button. Dopo il successo di Valencia, nel GP d’Europa, Vettel ha già 77 punti di vantaggio su Webber e Button. Seguono due piazze d’onore (Gran Bretagna ed Ungheria), inframmezzate del 4° posto del GP di Germania. Quindi, il trio di successi decisivo in ottica Mondiale (Spa, Monza e Singapore), che lo porta a bissare il titolo 2010 in Giappone, dove chiude 3° dietro Button e Alonso. A titolo già acquisito, Vettel centra altre due vittorie consecutive (Corea ed India), prima del suo unico ritiro nel GP degli Emirati e del 2° posto di Interlagos, dove lascia la vittoria a Webber. Chiude una stagione trionfale con 392 punti, 11 vittorie, 15 pole position e 17 podi.

La lotta tra Vettel ed Alonso al GP d’Italia 2011

2012: tris all’ultimo respiro

Ai nastri di partenza, la Red Bull ed il bicampione del Mondo Vettel, sono sempre i favoriti. L’inizio di stagione, però, è al di sotto delle aspettative, con il tedesco che, fino al GP di Monza compreso (13.esima gara del calendario), ha nel carniere appena una vittoria (Bahrain), 2 secondi posti (Australia e Belgio) e un terzo posto (Gran Bretagna). Qua e là, molte prestazioni altalenanti, con il ritiro di Valencia, causa rottura dell’alternatore, e l’episodio di Hockenheim, nel GP di Germania, dove Vettel chiude 2° dietro Alonso, ma a causa di un sorpasso irregolare su Button, viene arretrato in 5° posizione. Dopo quasi 6 mesi, Vettel torna a vincere, a Singapore, sfruttando il ritiro di Hamilton, fino a quel momento dominatore della gara; è la svolta per Vettel e la Red Bull. Nelle due gare seguenti, Giappone e Corea, Vettel domina e, sfruttando le difficoltà di Alonso, lo scavalca in testa alla classifica, +6 a 4 gare dalla fine.

In India, Sebastian fa pole e vittoria, dominando tutta la gara, centrando la 4° vittoria di fila e allungando a +13 su Alonso. La settimana dopo, nelle qualifiche del GP di Abu Dhabi, Vettel è 3°, ma irregolarità nella quantità di benzina a bordo al termine delle qualifiche (nel serbatoio era rimasto meno di un litro di benzina, limite minimo imposto dalla Federazione) viene retrocesso all’ultimo posto; Vettel e la Red Bull decidono di sostituire il cambio, partendo così dalla pit-lane. Nonostante due contatti (con Bruno Senna e con un cartellone di polistirolo) e grazie ad un doppio ingresso della safety-car, il tedesco rimonta, giungendo 3°, subito dietro Alonso, che gli recupera solo 3 punti. Nel GP degli USA, sulla nuova pista di Austin, Vettel è ancora in pole; in gara, arriva 2° dietro Hamilton ma davanti ad Alonso, presentandosi in Brasile con 13 punti di vantaggio sul ferrarista. Il GP del Brasile è condizionato dalla pioggia intermittente, che rende la gara caotica; Vettel, uscito miracolosamente quasi illeso da un violento contatto con la Williams di Bruno Senna, nel corso del primo giro, giunge al traguardo 6°, rendendo vano il 2° posto di Alonso, battuto per 3 soli punti, 281 a 278. Quindi, a soli 25 anni, Vettel si è laureato Campione del Mondo per la terza volta di fila.

2013: dal Multi-21 alla quarta corona iridata

Come sempre, nell’ultimo lustro, la Red Bull è la vettura da battere e il suo pilota, Sebastian Vettel, il favorito nel Mondiale. Però, stavolta, la RB9 non mostra di essere, almeno all’inizio, una vettura dominante. Nel complesso è ancora al top, ma, in qualifica, subisce la Mercedes per tutta la prima metà di stagione; in gara, deve fare i conti con Ferrari e Lotus, più consistenti sul passo e, in particolare, nel trattare gentilmente le nuove Pirelli con la spalla in acciaio, che non si adattano al meglio alla nuova creatura di Newey. Infatti, a causa dell’assetto estremo utilizzato sulla vettura, la Red Bull soffre di un degrado eccessivo, soprattutto al posteriore, che la porta a dover arrivare a dei compromessi nelle prime gare, come a Melbourne o in Cina, dove Vettel abortisce il giro in Q3. L’inizio di stagione vede il tedesco fare quasi la formichina, mettendo fieno in cascina, in attesa di tempi migliori, sfruttando al meglio le occasioni. In Australia, dopo essere partito dalla pole, Seb soffre l’usura eccessiva degli pneumatici giungendo 3°. In Malesia, complice anche la prematura uscita di scena di Alonso, che avrebbe potuto metterlo in seria difficoltà, il pilota di Heppenheim trova, come unico rivale, il compagno di box Webber, con il quale si consuma l’ennesimo capitolo di un rapporto mai decollato tra i due: nonostante un accordo interno al team, per il quale il pilota che fosse stato davanti dopo l’ultimo pit, avrebbe dovuto avere la certezza che il team-mate non lo attaccasse, in pratica posizioni congelate, Vettel scatena la battaglia con l’australiano, uscito dai box, al giro 43, di un soffio davanti al tedesco. La lotta tra i due è serratissima, tanto che, sul rettilineo principale, all’inizio del giro 45, Mark stringe pericolosamente Seb contro il muretto dei box, rischiando un patatrac a 300 km/h. Alla curva 4, durante lo stesso giro, Vettel riesce a passare Webber e va a vincere, non senza beccarsi un gestaccio dal compagno.

La lotta tra Webber e Vettel in Malesia, il famoso “Multi-21”

In Cina, come detto, il pilota di Heppenheim decide di non far segnare il tempo in Q3, scattando 9°; questa scelta influenzerà la sua gara, al termine della quale giungerà 4°. In Bahrain, Seb vince per la 2° volta, sfruttando i guai al DRS di Alonso e resistendo, nel finale, al ritorno delle due Lotus; a Barcellona, la gara più difficile dell’anno, con Vettel che chiude 4°, staccatissimo dalla Ferrari di Alonso. Dopo un 2° posto a Monaco dietro Rosberg, Vettel centra il successo a Montreal, dove vince per la prima volta in carriera, dopo aver dominato concedendosi anche qualche sbavatura. Nel GP di Gran Bretagna del 30 Giugno, il Campione del Mondo in carica patisce l’unico ritiro della stagione, a causa della rottura del cambio; ma gli episodi di quella gara, cioè le esplosioni multiple delle Pirelli, portano la FIA ad optare per il ritorno alle coperture con spalla in kevlar, decisione che, come confermato da Newey a campionato concluso, ha favorito indubbiamente la Red Bull. Non è stato solo questo, ma, dal Nurburgring in poi, Sebastian ha messo insieme qualcosa come 10 vittorie e 6 pole nelle ultime 11 gare, ammazzando campionato ed avversari.

Dopo aver patito ancora qualche sofferenza proprio in Germania, dove Seb trionfa per la prima volta, difendendosi strenuamente dalle Lotus, ed in Ungheria, dove finisce 3°, dopo la pausa estiva il binomio Vettel-RB9 mette le ali. 9 vittorie consecutive per frantumare o, alla peggio, eguagliare record su record, tra cui quello delle vittorie consecutive e quello dei punti in una sola stagione. Seb vince a Spa e Monza, due piste notoriamente non favorevoli alla Red Bull; imbarazzante è il dominio di Singapore, dove gli avversari sembrano guidare delle GP2, vista la facilità con cui il tedesco arriva a rifilare anche 3 secondi al giro. Un dominio talmente inusuale per la F1 di oggi, da scatenare una ridda di voci e illazioni su presunte furbate dei “lattinari”, traction control su tutti. Dopo le vittorie comode di Corea e Giappone, in India, sfruttando anche l’11° posto di Alonso, Vettel e la Red Bull vincono per la 4° volta consecutiva i rispettivi campionati. Seb non si accontenta, e porta a casa anche le ultime 3 gare, Emirati, USA e Brasile, chiudendo la stagione alla stratosferica quota di 397 punti.

L’ultimo anno in Red Bull e il passaggio in Ferrari

Il 2014 è l’anno nero di Sebastian Vettel. La Red Bull non è più competitiva come in passato, principalmente a causa di un regolamento completamente nuovo e volto a favorire i motoristi. La stagione 2014 non regalerà nemmeno un successo al pilota tedesco che viene anche nettamente battuto nel confronto interno dal suo nuovo compagno di squadra: Daniel Ricciardo ottiene tre vittorie, mettendo in dubbio il talento di Vettel. L’anno seguente, in Ferrari, il pilota tedesco dimostrerà però tutto il suo valore, vincendo in Malesia, Ungheria e Singapore.

Nazionalità: Germania

Attuale Team: Red Bull

Luogo e data di nascita: Heppenheim, 3 luglio 1987

Altezza e peso: 175 cm – 62 Kg

Esordio: 2007

Miglior piazzamento nel Mondiale: 1° (2010 – 2011 – 2012 – 2013)

Titoli vinti: 4 (2010 – 2011 – 2012 – 2013)

Team per cui ha corso: BMW – Toro Rosso – Red Bull

Gp disputati: 160 (159 partenze)

Pole Position: 46

Podi: 80

Vittorie: 42

Giri Veloci: 25

Punti iridati: 1911

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