Kimi Raikkonen: semplicemente Iceman
Kimi Raikkonen è nato ad Espoo, Finlandia, il 17 Settembre 1979. Proveniente da una famiglia non molto ricca, Kimi è stato il pilota ad essere approdato in F1 (2001) con il minor numero di gare alle spalle, appena 23. Soprannominato nell’ambiente “Iceman”, grazie alla sua concentrazione glaciale durante le varie fasi della gara e alla sua allergia ai rapporti con i media (famosissime le sue interviste a dir poco laconiche), il finnico è uno specialista dei giri veloci, avendone ottenuti ben 39 (3° assoluto in questa speciale classifica).

Gli esordi
Dopo aver cominciato nei kart, all’età di 8 anni, Raikkonen, nel 1999, approda, con il team Manor, al campionato britannico di Formula Renault, che lo vede vincitore l’anno seguente, con 7 vittorie, 7 pole e 6 giri veloci in 10 gare. Sempre nel 2000, il finlandese partecipa anche alla Formula Renault internazionale, con un bottino di 2 vittorie, 2 pole e 2 giri veloci. Una percentuale di vittorie superiore al 50% delle gare disputate (13 su 23), attirò l’attenzione di Peter Sauber, il quale lo invitò al Mugello per una sessione di test, alla quale partecipava anche Michael Schumacher, che restò egli stesso sorpreso dal giovane nordico. Durante quella sessione di test, Kimi si trovò a “lottare” per un posto da titolare per la stagione successiva con il brasiliano Enrique Bernoldi, spinto fortemente dalla Red Bull e da Helmut Marko. In pista, Raikkonen ottenne riscontri eccellenti, girando più veloce del brasiliano, tanto da spingere Sauber ad ingaggiarlo per il 2001.
2001: il debutto con la Sauber
Avendo pochissima esperienza alle spalle, Kimi si presentò a Melbourne con una superlicenza provvisoria, concessa dalla FIA per le prime 6 gare del campionato. L’esordio del pilota allora 21enne colse di sorpresa tutti, mettendo a tacere i tanti detrattori, che consideravano pericoloso e da incoscienti permettere ad un pilota con così poche gare all’attivo di correre nel Mondiale. Piazzatosi 13° in qualifica, a +2.101 dal poleman Michael Schumacher, Raikkonen, in una gara funestata dalla morte del commissario di percorso Graham Beveridge, ucciso da una ruota staccatasi dalla BAR-Honda di Villeneuve, protagonista con Ralf Schumacher di uno spettacolare incidente al 4° giro, con una prova regolare giunse 6°, portando a casa il primo punto della sua carriera. Questa prestazione convinse la Federazione, che gli concesse la superlicenza. Dopo il bell’esordio australiano, Kimi non vedrà la bandiera scacchi nelle 3 gare seguenti: in Malesia, piazzatosi 14° in qualifica, la sua gara durò poche centinaia di metri, a causa della rottura della trasmissione; in Brasile, dopo esser entrato per la prima volta in top ten in griglia (10°), Kimi venne tradito dalla pista umida e finì in testacoda, ritirandosi al 55° giro mentre era 9°; ad Imola, dopo un altro 10° in prova, la gara del finnico durò 17 passaggi, fino alla rottura dello sterzo.
A partire dal GP di Spagna, Raikkonen inaugurò una serie di 7 gare consecutive concluse: dopo un 8° posto senza sussulti al Montmelò, il pilota di Espoo centrò uno splendido 4° posto a Zeltweg, nel GP d’Austria, dietro solo alla McLaren di Coulthard (vincitore) e alle Ferrari di Schumacher e Barrichello; a Monaco, la Sauber si rivelò poco competitiva, e Kimi chiuse 10° a 5 giri da Schumacher; andò decisamente meglio in Canada, dove Raikkonen giunse ancora 4°, sfruttando anche i problemi di molte vetture più performanti. Nuovamente 10° nel GP d’Europa al Nurburgring, e 7° in Francia, dopo esser partito 13°, il rookie della Sauber tornò in zona punti a Silverstone, dove concluse 5°, dopo aver centrato il 7° tempo in qualifica. Questo fu l’ultimo risultato a punti di Kimi. A Hockenheim, si ritirò per la rottura di un semiasse al 16° giro; a Budapest finì 7°, nel weekend che fece registrare le prime voci di un interessamento della McLaren per il 2002, come sostituto del connazionale Mika Hakkinen; a Spa, in una gara molto tribolata, Kimi si ritirò per la rottura della trasmissione non riuscendo a completare neanche un giro. A Monza venne ufficializzato il passaggio di Raikkonen in McLaren, con un contratto quinquennale; la gara, resa triste dagli attentati dell’11 Settembre e dal gravissimo incidente occorso ad Alex Zanardi al Lausitzring il 15, giorno prima della gran premio, vide il finlandese chiudere 7°, nonostante i ripetuti tentativi di sorpasso ai danni di Villeneuve. Gli ultimi due GP furono segnati da due ritiri: ad Indianapolis, nel corso del 2° giro, Kimi si toccò con il team-mate Heidfeld e con Trulli, avendo la peggio con un semiasse rotto; a Suzuka, invece, al 6° giro, Iceman andò in testacoda alla Dunlop Curve, venendo centrato in pieno e trascinato nella via di fuga dalla Jordan di Alesi, alla sua ultima gara in F1; l’incidente fu spettacolare ma, fortunatamente, privo di conseguenze. Raikkonen terminò la stagione in 10° posizione, con 9 punti all’attivo.
2002-06: l’avventura in McLaren
2002: lampi di classe in mezzo a tanti ritiri – Passato alla corte di Ron Dennis per circa 50 milioni di euro, Kimi Raikkonen si trovò catapultato in un team storico, spesso e volentieri in lotta per il titolo, al posto dell’illustre connazionale Mika Hakkinen, due volte iridato (1998-99) e con un compagno di box esperto come David Coulthard. L’annata di Kimi partì molto bene: in Australia, nonostante un detrito che gli impedì di guidare correttamente, raccolto in seguito ad un fuoripista alla prima curva, il finlandese fu protagonista di una bella gara, che lo vide conquistare il primo podio della sua carriera, 3° dietro a Michael Schumacher e a Juan Pablo Montoya. La Mp4-17 era una monoposto veloce, ma maledettamente inaffidabile, tanto da costringere Raikkonen a ben 10 ritiri durante l’anno. Tutti i problemi vennero a galla a partire dal GP di Malesia, il primo di 6 GP non conclusi: a Sepang cedette il propulsore Mercedes al 24° giro, mentre Kimi era 4°; in Brasile, a rompersi fu il mozzo di una ruota, che costrinse il finlandese al ritiro al 67° giro, ancora una volta mentre occupava la 4° posizione, venendo comunque classificato 12°. Ad Imola, Raikkonen fu fatto ritirare dal team per precauzione al giro 44, poichè la rottura di uno scarico minacciava di interessare anche una sospensione; a Barcellona, durante il 4° giro, si ruppe l’ala posteriore, con il finnico bravo a tenere in pista la vettura ma costretto al ritiro una volta rientrato ai box; anche in Austria la sua gara durò poco, per l’esattezza 5 giri, con il motore Mercedes che lo lasciò nuovamente a piedi; il successivo weekend di Monaco fu da dimenticare: Kimi fu protagonista di due brutti incidenti, il giovedì mattina alla Rascasse e il sabato mattina, mentre in gara, al 40° giro, venne tamponato violentemente da Barrichello.
Questo periodo sfortunato ebbe termine in Canada, dove Kimi giunse 4°, anche se staccato dai primi; al Nurburgring, il finlandese tornò sul podio, 3°, grazie alla strategia ad una sola sosta adottata dal muretto McLaren. Dopo un altro ritiro per rottura del motore a Silverstone, a Magny-Cours Kimi ebbe una grande occasione per centrare la prima vittoria della sua giovane carriera: trovatosi al comando durante il giro 54, anche grazie ai vari drive-through comminati ai fratelli Schumacher e a Coulthard, il finlandese stava tenendo la testa autorevolmente, quando, a 7 giri dalla fine, si ruppe il motore sulla Toyota di McNish, il quale sparse molto olio in pista, in particolare vicino alla staccata del tornantino Adelaide; Kimi fu uno dei primi a sopraggiungere e scivolò sull’olio, finendo largo e venendo sopravanzato dal tedesco della Ferrari, che si avviò così a vincere il 5° Titolo della sua carriera. La parte finale della stagione non fu esaltante: ritiratosi ad Hockenheim per la rottura dei freni, Raikkonen finì 4° in Ungheria; a Spa, dopo aver ottenuto per la prima volta la prima fila in prova, fu messo nuovamente ko da un guasto al motore, durante il 35° giro, stessa sorte toccata al finlandese anche a Monza, dopo esser stato tamponato da Coulthard al via, e ad Indianapolis. A Suzuka, Kimi chiuse la stagione con un sorriso, finendo 3° dietro alle imprendibili Ferrari F2002; Raikkonen terminò il campionato al 6° posto, con 24 punti.
2003: per la prima volta, Kimi lotta per il Mondiale – Nonostante il fatto che la McLaren decida di non schierare nemmeno la nuova Mp4-18 (correrà infatti la Mp4-17D, vettura del 2002 modificata), Kimi Raikkonen sarà protagonista fino alla fine del campionato, contendendo il Titolo a Michael Schumacher. L’esordio fu caratterizzato da un 3° posto in Australia, una gara che vide il finnico partire dai box in seguito al montaggio delle gomme da asciutto, azzardo che pagherà alla grande, lottando per la vittoria, che andò al compagno Coulthard. In Malesia, arrivò il momento tanto atteso: partito 7°, Kimi fu autore di una splendida gara che lo vide vincitore davanti a Barrichello ed Alonso; inoltre, il pilota McLaren si issò al comando della generale. In Brasile, in una gara caratterizzata dalla pioggia e dalle tante uscite di pista (su tutte, gli incidenti di Webber ed Alonso, che portarono all’interruzione della gara), in un primo momento, Raikkonen fu dichiarato vincitore, davanti a Fisichella e Alonso, il tutto a causa di un errore nel cronometraggio, che segnalò la classifica al termine del 53° giro e non del 54°, come invece sarebbe stato corretto. Accortasi dell’errore, la FIA convocò una riunione il venerdì seguente, riassegnando la vittoria al pilota romano. Nuovo 2° posto per il finnico nel GP di San Marino, ottenuto nonostante la 6° posizione di partenza e grazie ad una strategia a due pit stop, contro i tre della concorrenza; in Spagna arrivò il primo ritiro, al termine di un weekend nero: Kimi fu costretto a partire ultimo, a causa di un grave errore durante il suo giro di qualifica, e in gara, subito dopo il via, centrò la Jaguar di Pizzonia rimasta ferma sulla griglia. In Austria, Iceman fu battuto da Schumi, in qualifica, per soli 39 millesimi, chiudendo il GP al 2° posto, difendendosi dagli assalti dell’altro ferrarista Barrichello. Raikkonen continua la sua stagione nel segno della regolarità nei piazzamenti a podio: a Monaco, per la 6° volta su 7 gare, il finlandese arriva sul podio, 2° a 6 decimi da Montoya e con 1.1 secondi di margine su Schumacher, al termine di un GP molto tirato; a Montreal, dopo un altro errore in prova che lo relegò ancora in fondo al gruppo, Kimi provò la rimonta, ma fu rallentato da una foratura e concluse 6°, venendo scavalcato da Schumacher in classifica (54 a 51).
I GP estivi vedono una prepotente ascesa della Williams, mentre i primi due della classifica ottengono risultati altalenanti. Al Nurburgring, Raikkonen centrò la sua prima pole, ma fu tradito in gara dal cedimento del motore Mercedes, che lo appiedò al 25° giro mentre era nettamente al comando; in Francia, il pilota finlandese risultò 4° sia in prova che in gara, trovandosi con 8 punti di ritardo da Michael Schumacher e 3 punti di margine sul fratello Ralf, entrato nella lotta iridata con due vittorie di fila. Dopo un positivo 3° posto a Silverstone, dove riuscì a precedere il ferrarista, Kimi si ritirò nuovamente in Germania, dove la sua prova terminò alla prima curva, dopo esser stato speronato dalla Ferrari di Barrichello, a sua volta toccata dalla Williams di Ralf Schumacher; il 7° posto di Michael consentì di limitare i danni (71 a 62), ma Montoya, vincitore del GP, scavalcò il pilota del team di Woking (65). Il GP d’Ungheria consegnò una lotta per il mondiale più accesa che mai: nella gara che vide la prima vittoria di Alonso, Raikkonen e Montoya finirono sul podio, mentre uno Schumi in grande difficoltà chiuse solo 8°, anche se ancora in testa alla classifica, ma con un punto sul colombiano e due sul finnico (72-71-70). Nel successivo GP d’Italia, Kimi chiuse 4°, mentre il Kaiser vinse davanti a Montoya, allontanandosi dalla vetta, distante 7 punti; ad Indy, Raikkonen ottenne la pole, ma in gara dovette subire la grande rimonta del tedesco, aiutato dalla pista bagnata; con Montoya solo 6°, ad una gara dalla fine il tedesco guidava con 92 punti, +9 sul pilota McLaren e +10 sul pilota Williams. A Suzuka, Kimi provò con tutte le sue forze a dar corpo alle sue residue speranze di rimonta, supportato anche dal weekend problematico del ferrarista; in mezzo, però, si mise Barrichello, che centrò la vittoria davanti al finlandese, consentendo a Schumi, 8° al traguardo, di vincere il 6° iride della sua carriera. Raikkonen concluse così la stagione 2°, con 91 punti, solo 2 in meno del tedesco.
2004: una stagione deludente – Dopo il 2° posto del 2003, Raikkonen e la McLaren erano chiamati alla conferma nel 2004, provando ad insidiare ancora lo strapotere Ferrari. Invece, la Mp4-19 si rivelò incapace di impensierire la strepitosa F2004, non veloce e molto fragile dal punto di vista meccanico, con la situazione che migliorò solo a partire da metà campionato, quando la scuderia di Woking presentò la rinnovata Mp4-19B. L’inizio di stagione confermò le fosche previsioni della vigilia. Primi 3 GP e 3 ritiri per il finlandese: in Australia e in Bahrain fu il motore ad appiedare Kimi dopo poche tornate, mentre in Malesia si ruppe la trasmissione al 40° giro. A Imola, dopo essere partito ancora dal fondo per aver sostituito il motore andato in fumo nelle libere, Raikkonen giunse per la prima volta a punti, 8°, ma ad un giro da Michael Schumacher; dopo un deludente 13° posto a Barcellona (ancora doppiato), arrivò un ennesimo ritiro in quel di Monaco, ancora a causa del cedimento del motore. Anche al Nurburgring continuò la maledizione relativa al propulsore Mercedes, vanificando il 4° posto delle qualifiche e soprattutto la 2° posizione al momento del ritiro, avvenuto al 9° giro subito dopo essere uscito dai box in seguito alla prima sosta. A Montreal il finlandese arrivò si 5°, ma ad un giro dal vincitore Schumacher e solo grazie alle squalifiche delle Williams e delle Toyota, a causa di irregolarità nelle dimensioni delle prese d’aria dei freni. A Indianapolis finì 6°, ancora doppiato, mentre a Magny-Cours la McLaren presentò la Mp4-19B, anche se non si notarono miglioramenti immediati, con il finlandese 9° in prova e 7° a fine gara. A Silverstone, finalmente, la nuova monoposto mostrò una maggiore competitività: in qualifica, Kimi ottenne la 3° pole della sua carriera e in gara insidiò pericolosamente Michael Schumacher, salvo desistere a causa di un calo delle sue Michelin e resistere alla pressione di Barrichello. In Germania, il pilota finlandese se la vide brutta, poichè, al 13° giro e mentre era in 3° posizione, si verificò un cedimento sull’ala posteriore della sua McLaren, finendo violentemente contro le barriere. Dopo l’ennesimo ritiro in Ungheria, ancora per rottura del motore, a Spa Raikkonen, nonostante partisse dalla 10° piazzola, riuscì a sfruttare una carambola alla partenza e si ritrovò 3° dopo pochi giri. Dopo aver passato ai box Trulli e aver sfruttato il ritiro di Alonso, Kimi prese la testa e non la mollò più, resistendo agevolmente al ritorno delle Ferrari, vincendo nel giorno del 7° Mondiale di Schumacher. La gioia per il successo durò poco, perchè a Monza la fragilità del motore Mercedes costrinse il finlandese ad un altro precoce ritiro; in Cina, dopo aver centrato la 1° fila, giunse 3°, a 4 decimi da Button 2° e a 1.4 secondi dal vincitore Barrichello; infine, dopo un 6° posto in Giappone, Raikkonen concluse bene un’annata difficile, arrivando 2° in Brasile, ad un secondo da Montoya, suo prossimo compagno di squadra in McLaren. Kimi chiuse 7°, con 45 punti all’attivo.
2005: la battaglia con Alonso – Nel 2005, il binomio Raikkonen-McLaren, con l’ingresso dell’ex Williams Montoya, era chiamato a dare un seguito al positivo finale di 2004 per dare l’assalto al Titolo, mancante dal 1999. E, in effetti, la Mp4-20 si dimostrò una vettura estremamente veloce, la migliore dal punto di vista prestazionale; solo che Adrian Newey non era riuscito a sistemare il difetto maggiore delle sue ultime creature, cioè la cronica carenza di affidabilità, che minerà inevitabilmente il cammino di Raikkonen. L’inizio fu negativo: in Australia, Kimi finì 8°, dopo che in partenza aveva involontariamente fatto spegnere il motore; a Sepang chiuse 9°, rallentato anche da una foratura; in Bahrain riuscì ad agguantare il podio (3°), ma staccato dai primi due, Alonso e Trulli; ad Imola, dopo aver conquistato la pole, fu messo ko al 9° giro per un problema ad un semiasse, mentre guidava la corsa. Dopo appena 4 gare, Kimi aveva già accumulato ben 29 punti di ritardo dal leader Alonso (36 a 7). A Barcellona e Monaco, Raikkonen cominciò a rimontare, dominando entrambe le gare e facendo segnare la pole in ambo gli appuntamenti, con Alonso 2° e 4°; al Nurburgring, Kimi sprecò una grandissima chance: 2° in prova dietro alla sorpresa Heidfeld (Williams), il finlandese superò subito il tedesco, involandosi al comando; in seguito ad una spiattellata, l’anteriore destra cominciò a dare segni di cedimento e Kimi fu costretto a rallentare, consentendo ad Alonso di avvicinarsi sensibilmente. All’inizio dell’ultimo giro, con lo spagnolo ancora abbastanza lontano, le vibrazioni provocate dallo pneumatico danneggiato causarono la rottura della sospensione, facendo finire Kimi fuori pista e consegnando al pilota Renault la vittoria sul piatto d’argento; un episodio che segnò irreparabilmente la stagione.
Kimi non mollò e già in Canada riuscì a pareggiare lo 0 del GP d’Europa, vincendo e sfruttando il ritiro di Alonso. Dopo la vergogna di Indianapolis, dove tutte le vetture gommate Michelin non presero parte alla gara per timore di cedimenti nella curva sopraelevata, il pilota della McLaren si trovava a dover rimontare 18 punti ad Alonso (59 a 37) con 9 GP da disputare. In Francia, però, Alonso dominò, con pole e vittoria, mentre Kimi, danneggiato dall’arretramento di 10 posizioni in seguito a sostituzione del motore, arrivò 2° dopo una rimonta esaltante. Anche in Gran Bretagna si verificò la stessa situazione, con il finlandese penalizzato di 10 posizioni e costretto a scattare dalla pancia del gruppo; alla fine, risalì fino alla 3° piazza, con Alonso 2° e, ormai, avanti di 26 punti nel Mondiale.La pietra tombale sulle ambizioni iridate di Kimi arrivarò in Germania dove, dopo aver dominato le qualifiche, il pilota di Espoo fu costretto al ritiro da un guasto idraulico al 35° giro, mentre si trovava al comando; Alonso ringraziò e andò a vincere, allungando fino ad un rassicurante +36. In Ungheria, Raikkonen centrò la 4° vittoria stagionale, sfruttando al meglio l’11° posto di Alonso; altra vittoria netta in Turchia, dove precedette il rivale Alonso e il team-mate Montoya, facendo segnare anche la pole. La sfortuna tornò ad accanirsi a Monza, dove Kimi realizzò ancora la miglior prestazione in qualifica, venendo, però, nuovamente penalizzato di 10 posizioni; in gara, la rimonta si fermò ai piedi del podio (4°), mentre Alonso giunse 2°, portandosi a 103 punti, +27 sul pilota McLaren. In Belgio, Kimi vinse ancora, ma Fernando non mollava di un centimetro, giungendogli ancora subito alle sue spalle (2°); in Brasile si chiuse ogni discorso iridato, con Alonso campione, grazie al 3° posto, mentre Kimi giunse 2°, alle spalle di Montoya. A Suzuka, il finlandese si rese protagonista di una rimonta fantastica: ancora una volta penalizzato in griglia e scattato 17°, Kimi salì subito in 12° posizione, entrando in zona punti al 14° passaggio, passando Ralf Schumacher e Klien; sorpasso dopo sorpasso, si trovò al comando al 41° giro, salvo cedere la vetta a Fisichella dopo la sua ultima sosta; Kimi, però, grazie ad un ritmo forsennato, rimontò rapidamente il pilota italiano, superandolo all’esterno, sul rettilineo dei box, all’inizio dell’ultimo giro. In Cina, Raikkonen chiuse la stagione con un 2° posto e il giro più veloce in gara, vicecampione con 112 punti, frutto di 7 vittorie e 12 podi, a cui vanno aggiunte 5 pole e 10 giri record.
2006: solo piazzamenti e nessuna vittoria – La Mp4-21 deluderà fortemente le attese, non consentendo nè a Raikkonen nè ai suoi compagni di box (Montoya e De la Rosa) di essere competitivi ai massimi livelli. In Bahrain, comunque, le cose non andarono male: anche se partito ultimo, senza aver fatto segnare un tempo in qualifica, Raikkonen rimontò alla grande, finendo 3°; in Malesia, però, la sua gara durò pochissimo, venendo costretto al ritiro da un incidente al 1° giro; molto meglio andarono le cose a Melbourne, dove Kimi partì 4° e finì 2°, a meno di 2 secondi dal vincitore Alonso. Dopo un 5° posto a Imola e un buon 4° al Gp d’Europa, dove giunse a meno di 5 secondi da Michael Schumacher, trionfatore del GP, il pilota McLaren concluse il GP di Spagna ancora al 5° posto, ma a quasi 1 minuto dalla vetta. A Monaco, Kimi fu messo ko dalla rottura del motore, prima di ottenere due 3° posti di fila, a Silverstone, dove scattò dalla 1° fila, e a Montreal, dove ottenne il giro più veloce. Negli USA, il finlandese venne eliminato dall’incidente al via, che costò il ritiro ad altre 6 monoposto; in Francia concluse 5°, mentre ad Hockenheim, dopo aver realizzato la pole al sabato, giunse 3° la domenica, dietro le due Ferrari. In Ungheria, ottenne la 2° pole consecutiva, ma, in gara, finì fuori a seguito di una brutta collisione con la Toro Rosso di Liuzzi, mentre si trovava in 2° posizione. In Turchia, Kimi finì subito fuori gara per un’uscita di pista, mentre nel GP d’Italia ottenne la pole ed il giro record, ma dovette inchinarsi a Schumacher, che lo precedette al traguardo; nel dopo gara, il Kaiser annunciò il suo ritiro dalla F1 e, contestualmente, la ferrari annunciò l’ingaggio del finlandese. Dopo un altro ritiro in Cina (rottura dell’acceleratore), in Giappone e in Brasile concluse al 5° posto. Al termine della stagione, Kimi si piazzò 5° con 65 punti.
2007-09: triennio in Rosso
2007: Kimi Campione al primo tentativo in Ferrari – Il debutto con la F2007 avvenne il 30 Gennaio, sul circuito Ricardo Tormo di Valencia. Le attese erano alte, così anche la pressione, visto che il finlandese di ghiaccio prendeva il posto di un certo Michael Schumacher. L’inizio fu super: nell’appuntamento inaugurale in Australia, Kimi centrò subito un bel “hat-trick” (pole, vittoria e giro record), precedendo le due McLaren di Alonso ed Hamilton, con le quali battaglierà fino all’ultimo per il Mondiale. Dopo due 3° posti in Malesia e in Bahrain, a Barcellona arrivò il primo ritiro di Raikkonen, messo fuori causa da un problema di elettronica dopo soli 9 giri. Il trittico di gare seguente (Monaco, Canada e Stati Uniti) vede il finlandese, e la Ferrari più in generale, soffrire molto le McLaren: sulle stradine del Principato, Kimi si mise nei guai al sabato, classificandosi 16° a causa di una toccata contro le barriere all’uscita delle Piscine che provocò la rottura di una sospensione; in gara, non fece meglio dell’8° posto; in Canada concluse 5°, mentre ad Indianapolis, terminò 4°, dietro le due vetture di Woking e Massa, facendo segnare il giro più veloce. Nei GP di Francia e di Gran Bretagna, però, Raikkonen risollevò, con due successi convincenti, il suo campionato, portandosi, al giro di boa, a 18 punti dal leader Hamilton (70 a 52). Nella settimana precedente all’appuntamento transalpino, però, iniziò a delinearsi la Spy Story.
Al Nurburgring, sede del GP d’Europa, Kimi ottenne la pole, ma fu costretto al ritiro al 34° giro da un problema all’impianto idraulico, mentre era 3°. In Ungheria e in Turchia, il finnico giunse 2° in entrambe le occasioni, dietro Hamilton e Massa, realizzando anche i giri più veloci; A 5 gare dalla fine, Raikkonen occupava la 4° posizione in classifica con 68 punti, a -16 da Hamilton. A Monza, le McLaren dominarono letteralmente la scena, lasciando le briciole agli altri, Ferrari in primis; Raikkonen potè solo limitare i danni, chiudendo 3°. In Belgio, però, Kimi si dimostrò, una volta di più, bravissimo sul difficile circuito delle Ardenne, ottenendo pole e vittoria e accorciando a -13 da Hamilton, la cui prima preoccupazione, però, era il team-mate Alonso, distante solo 2 punti (97 a 95). Al Fuji, sotto il diluvio, i giochi sembrarono chiudersi in favore del rookie anglo-caraibico, che dominò il weekend; Alonso andò a sbattere, mentre Massa chiuse 6°, sia lui che Kimi danneggiati da una scelta discutibile del muretto Ferrari, che schierò le due monoposto in griglia con le intermedie anzichè con le “heavy rain”, rischiando anche una squalifica poichè la FIA aveva imposto a tutti i team di montare le coperture da bagnato pesante per ragioni di sicurezza; il team di Maranello la scampò provando di non essere stata avvertita per tempo, ma, comunque, i due piloti, protagonisti di innumerevoli testacoda nei primi giri dietro la safety-car, dovettero rientrare per montare le gomme da bagnato estremo e rientrare in fondo al gruppo. Raikkonen fu protagonista, ancora una volta, di una rimonta pregevole, che lo issò fino al 3° posto; Hamilton, intanto, aveva portato il margine a +12 su Alonso e a +17 sul ferrarista; tutto sembrava deciso. Ma non fu così.
In Cina, tutto sembrava volgere a favore di Hamilton, diretto alla conquista del primo Mondiale per un rookie; autore della pole, Lewis stava dominando la gara, quando inizia ad avvertire un usura marcata delle sue intermedie, anche a causa della pista, che andava asciugandosi; anzichè rientrare subito, l’inglese continuò, fino a farsi passare da Kimi e a rientrare letteralmente sulle tele, finendo per insabbiarsi in corsia box e ritirandosi al 30° giro. Raikkonen ne approfittò, andando a vincere il GP e portandosi a 100 punti, 3 in meno di Alonso e 7 in meno di Hamilton. In Brasile, si consumò il finale che tutti i ferraristi sognavano: qualificatosi 3°, dietro Massa (in pole) e Hamilton, il finlandese superò subito il pilota McLaren, piazzandosi alle spalle del brasiliano; subito dietro, intanto, Hamilton, per riprendersi la posizione su Alonso, lo attaccò alla Descida do Lago, finì lungo, rientrando 8°; al 7° giro, subito dopo aver passato Heidfeld, Hamilton accusò un non precisato problema al cambio, rallentando vistosamente e retrocedendo in 18° posizione. Al 49° passaggio, Massa lasciava strada a Raikkonen, che si involò verso la vittoria; Hamilton, nel frattempo, cercò una rimonta disperata, conclusa solo in 7° posizione. Il finlandese, per un solo punto, 110 contro i 109 del duo McLaren, si laureò Campione, anche se l’ufficialità arrivò solo dopo alcune ore, a causa di un’inchiesta FIA sulle Williams e sulle BMW, per presunte irregolarità circa le temperature di esercizio della benzina.
2008: un’annata poco brillante – Chiamato a confermarsi dopo il Titolo dell’anno prima e con una F2008 molto competitiva tra le mani, Raikkonen fu autore di una stagione al di sotto delle aspettative, con troppi alti e bassi. Già l’inizio in Australia non fu dei migliori: partito 15° a causa di un problema in qualifica alla centralina elettronica, si ritirò al 54° giro per un problema al motore, venendo classificato comunque 8°; tutt’altra musica in Malesia, dove il finlandese, partito 2°, passò Massa al primo pit stop e andò a centrare la prima vittoria stagionale, 16° in carriera. In Bahrain, Raikkonen giunse 2°, alle spalle di Massa; in Spagna, il finnico fu protagonista del miglior weekend della sua stagione, che sembrava confermarlo nelle vesti di favorito: Iceman, infatti, ottenne pole, vittoria e giro record (ottenuto per ben 6 gare di seguito), prendendo il comando della classifica. In Turchia, Raikkonen finì 3° alle spalle di Massa e Hamilton, mentre deluse a Monaco, dove concluse fuori dai punti, 9°, dopo aver tamponato Sutil all’uscita del Tunnel. A Montreal, al 19° passaggio, Kubica e Raikkonen, rientrati ai box, trovarono il semaforo rosso e dovettero fermarsi in attesa del verde; Hamilton non si accorse di ciò e centrò in pieno il finlandese della Ferrari, provocando il ritiro di entrambi. A Magny-Cours, Kimi sembrava destinato a dominare il GP, dopo aver ottenuto la pole; un problema ad uno scarico, però, lo costrinse a rallentare e a lasciare la vittoria a Massa. A Silverstone, in una gara bagnata, Kimi giunse 4°, nonostante avesse il potenziale per lottare con Hamilton per la vittoria; una scelta strategica errata (tenere le intermedie usurate, mentre Lewis aveva montato le nuove) compromise tutto; arrivarono, quindi, un 6° posto opaco in Germania e un 3° posto in Ungheria, con il finlandese a soli 5 punti dall’inglese della McLaren (62 a 57) e in piena lotta iridata.
A Valencia, nella prima edizione del GP d’Europa disputatasi sul circuito spagnolo, le ambizioni di Kimi vennero pesantemente frustrate dalla rottura del propulsore di Maranello al 45° giro; seguirono prestazioni deludenti, come in Belgio dove, in testa fino a due giri dal termine, venne prima passato, mentre si scatenava un acquazzone, da Hamilton alla Source, per poi andare a sbattere all’uscita del curvone Blanchimont, dicendo addio ai sogni iridati. A Monza finì 9°, andando a muro anche a Singapore; il finlandese chiuse il mondiale con tre 3° posti consecutivi (Giappone, Cina e Brasile), contrinuendo alla conquista, da parte della Ferrari, del Titolo Costruttori e terminando la stagione 3° con 75 punti.
2009: la crisi con la Ferrari e il primo ritiro dalla F1 – Il 2009 fu un anno davvero duro per il finlandese e per il team. Contrariamente agli anni precedenti, infatti, la F60 non era competitiva e Kimi cominciò male il campionato, senza marcare punti nelle prime tre gare: out in Australia (problemi al differenziale); 14° in Malesia (problemi al KERS); 10° in Cina. Il 6° posto del Bahrain valse i primi punti, ma in Spagna Kimi dovette fermarsi per un problema idraulico al 17° giro; a Monaco arrivò il primo podio (3°), dietro alle BrawnGP e dopo aver conquistato la prima fila. In Turchia e in Gran Bretagna arrivarono un 8° ed un 9° posto, seguiti da un ritiro in Germania, a causa di un cedimento del motore. Paradossalmente, dall’infortunio di Massa, durante le qualifiche del GP d’Ungheria, in poi, le prestazioni di Raikkonen cominciarono a migliorare. Proprio all’Hungaroring, il finlandese fu autore di una bella gara che lo portò sul secondo gradino del podio; a Spa, invece, Kimi regalò alla Ferrari l’unica vittoria dell’anno, tenendo dietro, per tutta la gara, un arrembante Fisichella con la Force India, che di lì a breve lo avrebbe affiancato in Ferrari. A Monza arrivò un nuovo podio (3°), al quale seguì il 10° posto di Singapore. Nella settimana successiva, venne annunciato il suo addio alla Ferrari, sostituito, a partire dal 2010, da Fernando Alonso. Il finlandese chiuse il campionato con un 4° (Giappone), un 6° (Brasile) ed un 12° (Emirati), finendo in 6° posizione con 48 punti.
2010-11: tra Rally e NASCAR
A sorpresa, il 18 Novembre 2009 il suo manager comunicò alla stampa l’intenzione del finlandese di non correre in F1 nel 2010, ufficializzando l’accordo di un anno con il Citroen Junior Team, sponsorizzato dalla Red Bull, per correre nel Mondiale Rally. Il 3 Aprile, Kimi terminò il Rally di Giordania all’8° posto, diventando il secondo pilota dopo Carlos Reutemann a conquistare punti iridati sia in F1 che nei rally; il 5° posto al Rally di Turchia ha rappresentato il suo miglior piazzamento nel Mondiale Rally, mentre il 22 Agosto 2010, conquistando una prova speciale durante il Rally di Germania, diventa il primo pilota di F1 nella storia ad aver vinto una prova speciale nel Mondiale Rally. Il finnico chiuse la stagione al 10° posto, con 25 punti.
Nel 2011, Raikkonen decise di correre con il suo team, l’ICE 1 Racing, al volante di una Citroen DS3 fornita dalla casa Francese. Anche questo campionato venne concluso in 10° posizione, con 34 punti all’attivo e i 6° posti dei Rally di Giordania e Germania come migliori risultati. Nella NASCAR, Kimi ha partecipato a due gare, il 20 Maggio 2011 sul Charlotte Motor Speedway, alla guida di una Toyota del team Kyle Busch Motorsport, nella Camping World Truck Series, giungendo 15° dopo esser partito 31°. Il 28 Maggio, sempre a Charlotte, prese parte ad una gara della Nationwide Series, la serie B della NASCAR, con una Toyota Camry della NEMCO Motorsports, terminando in 27° posizione.
2012-13: il biennio in Lotus
2012: il rientro nel Circus – Il 29 Novembre 2011 venne ufficializzato il ritorno di Kimi in F1, al volante della Lotus, con la quale tornò alla guida di una monoposto il 24 Gennaio 2012, in un test a Valencia. L’inizio non è stato dei più semplici: qualificatosi solo 17° in Australia, Raikkonen rimontò fino al 7° posto finale; in Malesia, nonostante le 5 posizioni di penalità in griglia per la sostituzione del cambio, concluse ancora nei punti (5°); in Cina, arrivò solo 14°, alle prese con seri problemi alle gomme, che gli costarono svariate posizioni (dalla 2° alla 14°). In Bahrain, Kimi tornò sul podio (2°), alle spalle di Vettel e dopo essere partito dall’11° casella; altro podio in Spagna, dove chiuse 3°; meno bene a Monaco e a Montreal (9° e 8°), dove il finlandese fu autore di prove abbastanza scialbe. Il 2° posto di Valencia, alle spalle di Alonso e davanti a Schumacher, inaugurò una serie di 4 podi in 5 gare che iscrisse a sorpresa Iceman alla lotta iridata. Dopo un 5° posto a Silverstone, Kimi giunse 3° in Germania (approfittando di una penalità inflitta a Vettel), 2° in Ungheria, alle spalle di Hamilton e nuovamente 3° in Belgio, riducendo il distacco dal leader Alonso a 33 punti.
Da Monza in poi, nonostante si mantenesse continuamente in zona punti, Raikkonen non riusci a confermarsi nei piani alti, perdendo progressivamente contatto dalla vetta. Al 5° posto di Monza, seguirono i due 6° posti di Singapore e Giappone, dove toccò la posteriore destra di Alonso al via, causandone il ritiro. In Corea del Sud arrivò di nuovo 5°, mentre in India concluse 7°. Sul circuito di Yas Marina, terzultimo appuntamento dell’anno, Kimi tornò, finalmente, alla vittoria, comandando il GP degli Emirati dopo il ritiro di Hamilton, e respingendo gli assalti di Alonso nel finale; nonostante il trionfo, però, quella gara ha rappresentato il capolinea delle ambizioni di titolo del finnico. Non altrettanto positive sono state le ultime due gare, con un 7° posto ad Austin e un 10° a Interlagos. Raikkonen ha concluso il Mondiale 2012 al 3° posto, con 207 punti.
2013: dal record di piazzamenti al ritorno in Ferrari, passando per la crisi con la Lotus
La stagione 2013 si annunciava particolarmente interessante per il finlandese: la E21 è una macchina competitiva, molto forte sul passo gara, grazie alla gentilezza nel trattare le gomme Pirelli. L’inizio confermava le aspettative: Raikkonen, partito 7°, vinse e convinse in Australia, conquistando anche il giro più veloce. Dopo il 7° posto della Malesia, tra Cina, Bahrain e Spagna, il finlandese ottenne ben tre 2° posti di seguito, che lo proiettarono in 2° posizione in classifica, con 85 punti, a -4 da Vettel. Seguì, però, un periodo non troppo positivo: a Monaco, mentre si trovava vicino al podio, Kimi arrivò a contatto con Perez alla staccata della chicane dopo il Tunnel, rientrando ai box con una gomma forata; il finlandese, rientrato 16°, riuscì in una grandissima rimonta negli ultimi giri, anche se gli valse solo il 10° posto. In Canada, con il 9° posto al traguardo, eguagliò il record di Schumacher di arrivi consecutivi a punti, battuto nel successivo GP di Silverstone, dove, con il 5° posto, Kimi segnò il nuovo record (25), in una gara che avrebbe potuto vederlo sul podio, se non fosse stato per un grave errore strategico del box Lotus. In Germania e in Ungheria, Kimi tornò sul podio, con due bei 2° posti e insidiando Vettel nel GP di casa del tedesco. A Spa, dopo 27 GP consecutivi a punti, un guasto all’impianto frenante costrinse il finlandese ad interrompere la sua striscia positiva.
Dopo un deludente 11° posto a Monza, venne annunciato il ritorno di Kimi in Ferrari, al posto di Massa; un annuncio che causerà non pochi attriti tra squadra e pilota nel finale di stagione. Raikkonen tirò dritto, centrando altri due podi a Singapore (3°) e in Corea (2°), dove superò in maniera energica il compagno di box Grosjean, nel frattempo diventato prima guida del team. Al 5° posto di Suzuka, seguì il 7° posto dell’India, dove i rapporti tra Raikkonen e la Lotus toccarono il punto più basso, con parole grosse volate tra il pilota e Alan Permane, a causa di alcuni tentativi di difesa un pò troppo rudi (secondo la squadra) di Raikkonen contro il team- mate francese. Il fine settimana seguente, Kimi minacciò di saltare il GP degli Emirati se la Lotus non avesse onorato tutti i pagamenti pendenti nei suoi confronti; dopo aver trovato un accordo, Raikkonen prese parte alla gara ma, partito ultimo, si ritirò dopo aver tamponato la Caterham di Van der Garde, subito dopo lo start. A distanza di pochi giorni, il manager del finlandese annunciò che Kimi avrebbe saltato le ultime due prove del 2013 per sottoporsi ad un intervento chirurgico alla schiena, per rimuovere un problema risalente al periodo nei rally e per presentarsi al top per la nuova avventura in Ferrari.
Nazionalità: Finlandia
Attuale Team: Lotus
Luogo e data di nascita: Espoo, 17 Settembre 1979
Altezza e peso: 175 cm 62 Kg
Esordio: 2001
Miglior piazzamento nel Mondiale: 1° (2007)
Titoli vinti: 1 (2007)
Team per cui ha corso: Sauber – McLaren – Ferrari – Lotus
Gp disputati: 233 (232 partenze)
Pole Position: 16
Podi: 80
Vittorie: 20
Giri veloci: 42
Punti iridati: 1174
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