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Storia delle Olimpiadi moderne Melbourne 1956 – La prima dell’emisfero sud

Melbourne 1956 – Giochi della XVI^ Olimpiade

Logo Melbourne 1956
Logo Melbourne 1956 (fonte stunningmesh.com)

Le prime Olimpiadi nell’emisfero australe, le prime fuori da Europa e Stati Uniti. Il periodo storico non era dei migliori. L’occupazione sovietica dell’Ungheria spinse Svizzera, Olanda e Spagna a boicottare i Giochi per protesta contro l’URSS, mentre la crisi nel Canale di Suez determinò il boicottaggio di Libano, Egitto e Iraq. Tornò alle gare la Germania, che si presentò con una rappresentativa mista fra est e ovest, che si scioglierà alle Olimpiadi di Tokyo. In totale parteciparono 3.314 atleti, 376 donne, in rappresentanza di 72 nazioni.

Curiosità

  • Le Olimpiadi australi vennero disputate a novembre, in piena estate australiana. La scelta del periodo di svolgimento dei Giochi non favorì gli atleti dell’emisfero nord, che si videro costretti ad affrontare la brusca differenza di temperature e di condizioni meteo rispetto agli allenamenti sostenuti nel nord del Mondo.

Russia vs Ungheria: la partita del sangue nell’acqua

La sfida che più di ogni altra catalizzò lo spirito di tensione fra est o ovest fu la cosiddetta “Partita del sangue nell’acqua”. Fu nominata così la sfida di pallanuoto fra unione Sovietica e Ungheria. I magiari, campioni olimpici uscenti, si ritrovarono di fronte alla nazione che aveva appena occupato il loro popolo, e gli scontri in acqua furono durissimi. In uno di questi, un giocatore sovietico colpì al volto un avversario, provocandogli una ferita che fece uscire sangue da sotto l’occhio del giocatore ungherese, colorando la piscina di rosso. Il retroscena alla sfida era molto pesante: Il 23 ottobre 1956, una manifestazione di studenti si trasformò in una rivolta contro il governo filosovietico a Budapest. Per un paio di giorni sembrava che l’Ungheria potesse liberarsi dall’Unione Sovietica. Il 1º novembre però, i carri armati sovietici cominciarono ad aggirarsi in Ungheria e, dal 4 al 10 dello stesso mese, le forze armate cominciarono a reprimere la rivolta con attacchi aerei, bombardamenti di artiglieria e azioni di fanteria. Al momento della rivoluzione, la squadra di pallanuoto ungherese si trovava in un campo di addestramento in montagna, sopra Budapest. Tutti gli atleti avevano potuto sentire gli spari e vedere il fumo che si alzava, così furono spostati in Cecoslovacchia, per evitare di essere coinvolti dagli scontri. I giocatori vennero a conoscenza della reale portata della rivolta solo dopo il loro arrivo in Australia, erano erano tutti in ansia per le notizie di amici e parenti. Il risultato finale confermò la voglia di riscatto ungherese. I magiari trionfarono per 4-0, rappresentando lo spirito di un popolo che non voleva sottomettersi all’armata rossa. La partita fu violenta fin da subito. Ad un certo punto il capitano ungherese Dezs? Gyarmati sferrò un pugno ad un giocatore sovietico, come registrato in un film. Nei minuti finali, mentre l’Ungheria stava conducendo 4-0, Zádor ebbe degli scambi verbali con Valentin Prokopov, di cui insultò anche la famiglia. Prokopov per questo lo colpì, provocandogli una ferita sanguinante sotto un occhio. Zádor lasciò la piscina, e fu la goccia che fece traboccare il vaso per i tifosi già in delirio. Molti spettatori infuriati invasero l’area circostante il campo, insultando i russi. Per evitare una sommossa, la polizia entrò nell’arena e placò la folla ungherese. Nel 2006, per il 50º anniversario della Rivoluzione Ungherese del 1956, un documentario narrò la storia dell’incontro. Fu prodotto da Lucy Liu e Quentin Tarantino e commentato da Mark Spitz, che da ragazzo era stato allenato da Ervin Zádor.




Risultati

In atletica ci fu la prima partecipazione assoluta per Etiopia, Liberia, Fiji, Kenya, Bahamas e Uganda. Il trionfatore maschile fu Bobby Joe Morrow, velocista statunitense che si aggiudicò 100 m, 200 m e staffetta 4×100 m. Bellissima la prima affermazione Olimpica del francese Alain Mimoun, eterno rivale di Emil Zatopek. Il transalpino riuscì, alla ormai avanzata età di 35 anni, a vincere in maratona. Una volta giunto al traguardo, attese per ben 4’30” l’arrivo dell’amico ceco Zatopek, al quale affermò: “Emil, non ti congratuli con il campione olimpico?”. L’asso Cecoslovacco, che aveva terminato la propria fatica in sesta posizione, era esausto, ma trovò la forza di abbracciare a lungo il suo amico. Mimoun parteciperà poi anche alle Olimpiadi di Roma 1960, chiudendo 16esimo. Lascerà le competizioni solo nel 1966, a 45 anni suonati. Fra le donne fu protagonista Betty Cuthbert (AUS), che come il collega statunitense s’impose nei 100m, nei 200m e nella staffetta 4×100 m. Nella ginnastica fu dominio Unione Sovietica. Gli atleti del Cremlino conquistarono ben 11 ori sui 17 in palio. Protagonista maschile Chukarin (3 ori, 1 argento e 1 bronzo), che portò a 7 ori, 3 argenti e 1 bronzo il suo bottino olimpico. Sarà la sua ultima edizione dei Giochi, per uno dei più grandi ginnasti della storia moderna. Fra le donne furono Latynina (RUS) e Keleti (HUN) a giocarsi la sfida per il ruolo di protagoniste. La russa, inizierà qui il suo percorso verso la storia dei Giochi Olimpici, che la porterà a vincere 18 medaglie, una per ogni gara alla quale prese parte. A Melbourne le due pareggeranno sostanzialmente i conti. 4 ori, 1 argento e un bronzo per la sovietica. 4 ori e 2 argenti per la magiara. Due grandissime ginnaste che si contesero allori e fama in una sola edizione olimpica. Ma fu nel nuoto che gli australiani stupirono il mondo, conquistando 8 ori sui 13 disponibili, battendo 7 record olimpici e 3 mondiali. La stampa dell’epoca rimase stupefatta dallo strapotere australe, spiegato poi con l’applicazione delle tecniche di allenamento dell’atletica al nuoto: allenamenti più lunghi e duri ogni giorno, alimentazione ricca di proteine e molta più attenzione alla tecnica di nuoto. Nella scherma Mangiarotti continuò il suo percorso di vittorie olimpiche conquistando 2 ori (spada e fioretto a squadre) e un bronzo nel fioretto individuale. Pat McCormick (USA),  infine,si portò a casa 2 ori nei tuffi. Fu il medagliere delle sorprese, con l’Unione Sovietica a battere gli Stati Uniti per 37 ori contro 32. Terza l’Australia con 13. L’Italia chiuse quinta con 8 vittorie.

*Rubrica a cura di Paolo Tani @Ta_ta_tane

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