Los Angeles 1932 – Giochi della X^ Olimpiade

Seconda edizione dei Giochi in America dopo la fallimentare esperienza di St. Louis 1904. L’America era ancora sotto gli effetti della grande depressione economica, ma l’organizzazione fu comunque di buon livello. Pe la prima volta gli atleti soggiornarono in un vero villaggio olimpico, mentre le partecipanti del sesso femminile furono sistemate in albergo.
Meno atleti rispetto ad Amsterdam 1928
1332 i partecipanti, dei quali 126 donne. 37 le nazioni in gara. Il numero degli atleti si ridusse molto rispetto all’Olimpiade precedente, sia per la lontananza del continente americano, sia per i nuovi regolamenti, che non permettevano alle varie nazioni di schierare più di tre atleti per ogni gara.
Los Angeles 1932: le novità
Qualche novità venne introdotta anche in questa edizione dei Giochi. Per la prima volta si percorsero 50km di marcia, e le gare si svolsero tutte entro i tradizionali 14 giorni, lasso di tempo che è adottato anche ai giorni nostri. Fu introdotto, infine, il fotofinish e il calcolo dei centesimi di secondo per i risultati finali. Nelle gare di atletica, la produzione dei cronometri fu affidato per la prima volta ad una ditta privata. La Omega fornì i giudici di trenta cronometri certificati dalla IAAF, grazie ai quali si tornò a prendere i tempi dei primi tre classificati, come non accadeva dai Giochi di svezia 1912. Inoltre, venne adottato per la prima volta il sistema di falsa partenza che rimarrà in vigore per molti decenni. In base alla nuova regola, ad un singolo atleta viene permessa soltanto una falsa partenza. Alla seconda scatta la squalifica. Fece il suo debutto anche il tabellone segnaletico sugli spalti, grazie al quale il pubblico può vedere in tempo reale i risultati degli atleti.
Curiosità
Nonostante le innovazioni tecnologiche, gli errori dei giudici furono grossolani e incredibili;
Nella gara dei 3000 siepi venne percorso un giro in più, ma il risultato fu comunque omologato; le corsie non erano state disegnate a dovere, molte gare risultarono falsate. Nei 200 m ad esempio, il vincitore percorse 198 m totali, mentre il terzo classificato ne corse 201; nella finale di scherma femminile, fu la stessa britannica Judy Guinness a spiegare ai giudici di aver subito due stoccate non viste dall’avversaria, retrocedendosi di fatto alla seconda posizione a favore dell’austriaca Ellen Preis-Muller; nella gara di lancio del disco, il giudice si lasciò distrarre dalle prove di salto con l’asta che si stava svolgendo in concomitanza. Il risultato fu l’annullamento del lancio del francese Jules Noel, che avrebbe vinto la medaglia di bronzo con la sua prestazione.
Risultati
Nelle gare di atletica maschile, il protagonista fu senza dubbio il velocista americano Eddie Tolan, vincitore di 100 e 200m. Particolare il risultato della gara più veloce, decisa per la prima volta al fotofinish. Tolan e Metcalfe (USA), terminarono la prova a pari merito in 10″38, ma il primo venne decretato vincitore grazie all’innovazione tecnologica del fotofinish. All’italiano Luigi Beccali l’oro dei 1500m. Per quanto riguarda l’atletica femminile, solo sei erano le specialità, con il lancio del giavellotto e gli 80 metri ad ostacoli inseriti fra le prove olimpiche. Stati Uniti, Ungheria e Italia protagonisti nella ginnastica. Ai primi va il maggior numero di medaglie, alle altre due nazioni i migliori atleti. Per l’Ungheria si distinse Istvàn Pelle con due ori. Per gli azzurri non possiamo non citare Savino Guglielmetti, – Oro al volteggio e nel concorso a squadre – e Romeo Neri, oro alle parallele, nel concorso individuale e nel concorso a squadre. Nel nuoto femminile fu il Giappone a vincere il medagliere, ma l’atleta che più si distinse fu la statunitense Helene Madison, capace di vincere tre ori: 100m sl, 4x100m sl e 400 sl.
L’Italia domina nella scherma
Nella scherma fu di nuovo grande Italia, che vinse il medagliere con 2 ori, 4 argenti e 2 bronzi. Il medagliere generale fu vinto ancora dagli Stati Uniti, con 41 ori, ma l’Italia fu grande protagonista, chiudendo seconda con 36 medaglie equamente ripartite nei tre gradini del podio. L’exploit azzurro fu possibile grazie a Mussolini e alla pratica del “dilettantismo statale”. In pratica si permetteva agli atleti migliori di vivere di sport, venendo pagati e mantenuti dallo stato per le proprie prestazioni. Una pratica che permetteva agli atleti di dedicarsi anima e corpo alla disciplina sportiva, garantendo grandi risultati. In realtà gli sportivi risultavano impegnati in enti statali, ma di fatto era lo sport la loro unica attività. Le stesse modalità saranno poi riprese dalla Germania hitleriana e da molti paesi del blocco sovietico.
*Rubrica a cura di Paolo Tani @Ta_ta_tane