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Storia delle Olimpiadi moderne Helsinki 1952: Arriva Zatopek

Helsinki 1952 – Giochi della XV^ Olimpiade

Logo Helsinki 1952
Logo Helsinki 1952 (fonte britannica.com)

“Londra non poteva per troppi evidenti motivi ripetere Berlino, ma è accettabile ora – chiuso il XV ciclo delle Olimpiadi Moderne – la conclusione che Helsinki ha incontestabilmente superato, sul piano tecnico organizzativo, tutte le sessioni precedenti. Lo ha fatto per numero di atleti e di Nazioni partecipanti, per il numero di medaglie in palio, per gli incredibili risultati tecnici raggiunti, per perfezione di impianti, alloggi, servizi, comunicazioni e celerità di informazione, per la dimostrazione di tecnica, pressoché perfetta, da molti dimostrata, per la fedeltà nello svolgimento di tutto il programma che mai ha denunciato crepe, per concorso di pubblico”. Il commento su L’Annuario dello Sport 1953, pubblicato dalla Gazzetta dello Sport, è il più chiaro esempio e la più decisa rappresentazione di quello che furono le Olimpiadi di finlandesi. 4.436 atleti, 519 donne e 69 nazioni in gara. Uno spettacolo enorme. Il fatto che la Russia tornò fra le partecipanti al dice lunga su come sia stata organizzata al meglio la manifestazione lappone. Nessun disturbo politico, nemmeno dovuti alla guerra di Korea scoppiata in piena Guerra Fredda. Tre villaggi olimpici all’avanguardia. Uno riservato ai paesi alleati degli USA, uno agli alleati del blocco sovietico, l’altro alle donne. Precauzioni all’avanguardia per quanto riguarda il rispetto degli atleti e della persona, ma inutili per il risultato finale. I partecipanti all’Olimpiade, senza differenza di credo politico o di appartenenza nazionale, fraternizzarono tutti insieme al villaggio olimpico. La cerimonia di apertura vide il grande Paavo Nurmi presentarsi come ultimo tedoforo, davanti ad uno stadio colmo di pubblico esultante e noncurante della pioggia. Tra le discipline nuove introdotte in questa rassegna troviamo il baseball, seppur a titolo dimostrativo e molte specialità della ginnastica femminile come la trave, le parallele, il volteggio, il corpo libero; oltre all’inserimento della prova a squadre del pentathlon moderno e all’aggiunta di qualche specialità nei pesi e nel pugilato.




Curiosità

In gara, nei 100 m sl di nuoto, c’era un certo Carlo Pedersoli, italiano che arrivò fino alle semifinali, primo azzurro a scendere sotto il minuto di gara sulla distanza. Anni dopo si dedicherà al cinema con grande successo, nome d’arte Bud Spencer.

Risultati

Protagonista indiscusso nell’atletica fu il grande Emil Zatopek che, nonostante le precarie condizioni fisiche, riuscì a trionfare nei 5.000 m , nei 10.000 m e nella maratona, distanza nella quale competeva per la prima volta in carriera. Bellissima la sfida fra il campione cecoslovacco e il francese Alain Mimoun, eterni rivali in gara. Il transalpino, già battuto a Londra nel 1948 nei 10.000 m, terminò due volte secondo anche nell’Olimpiade finlandese, sia sui 5.000 m che sui 10.000 m. Dovrà attendere altri quattro anni per vincere un oro Olimpico, nella maratona dell’Olimpiade di Melbourne. Giuseppe Dordoni conquistò l’oro nella 50 km di marcia, continuando a far vivere la grande dei marciatori italiani. Fra le donne fu protagonista l’australiana Marjorie Jackson, che vinse sia nei 100 m che nei 200 m. Furono le prime medaglie d’oro olimpiche dell’Australia dopo quelle conquistate da Edwin Teddy Flack nella prima Olimpiade di Atene 1896.

Mangiarotti ancora oro

Nella scherma Edoardo Mangiarotti continuò la sua cavalcata di ori. Ne conquistò due, nella spada individuale (battendo in finale il fratello Dario) e nella spada a squadre, oltre a due argenti nel fioretto individuale e a squadre. La leggenda del “Re della scherma”.  Per l’Italia fu argento anche nella sciabola a squadre e oro nel fioretto individuale donne con Irene Camber.

Medagliere: vittoria ancora degli USA, Italia quinta

Nel nuoto furono USA e Ungheria a spartirsi le medaglie, con 4 ori e 2 argenti a testa, oltre ai tre bronzi statunitensi e all’unico ungherese. Nella Ginnastica fu trionfo Unione Sovietica, con Chukarin protagonista. Il sovietico conquistò la bellezza di tre ori – Concorso individuale, cavallo e volteggio – oltre ai due argenti agli anelli e alle parallele. Anche nei concorsi femminili furono le donne del Cremlino a dominare, con la Gorokhovskaya vincitrice di un oro e quattro argenti. Nel medagliere trionfarono di nuovo gli USA con 40 ori, ma la sorpresa fu dell’Unione Sovietica, seconda con 22 vittorie. Terza l’Ungheria con 16 affermazioni, Italia quinta ad 8 allori. L’exploit magiaro fu frutto del “dilettantismo di stato” inventato da Mussolini nell’Italia Fascista. Ai tempi del blocco sovietico, molte nazioni dell’est, compresa l’Unione Sovietica, mantenevano i propri atleti permettendo loro di dedicarsi all’allenamento giornaliero. Ufficialmente operai statali, di fatto il loro lavoro era di atleta professionista. Il rispetto del dilettantismo del CIO era mantenuto, almeno di facciata, e la partecipazione alle Olimpiadi era assicurata.

*Rubrica a cura di Paolo Tani @Ta_ta_tane

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