Analisi sulle prossime mosse dei rossoneri dopo l’infortunio dello svedese
Come Benjamin Button, eterno, più forte di dieci anni fa, alla sua età i suoi colleghi hanno già appeso le scarpette mentre lui è ancora decisivo in una squadra come il Milan: tutto verissimo, ci mancherebbe altro; ma è vero anche che Ibrahimovic ha 39 anni e la vecchiaia è un dato irreversibile e incontrovertibile. E l’ultimo infortunio di natura muscolare e non traumatica lo dimostra.
Come gestire Ibra
Lo svedese può essere gestito in un solo modo: fargli giocare quelle 10 partite (che valgono 30 punti) che senza di lui il Milan non vincerebbe mai (vedi derby o Napoli). Contro le provinciali, giusto che ci pensino gli altri; in una squadra che punta a tornare competitiva funziona così.
Possibili alternative
Ibrahimovic è unico, quindi nell’impossibilità di schierarlo Pioli deve pensare ad un sistema di gioco differente. Rebic e Leao sono esterni, Hauge può essere impostato come centravanti con caratteristiche diverse. Perché non pensare a Brahim Diaz come “falso nueve”? Ha la rapidità e il dinamismo per farlo.
I nomi per gennaio
In caso contrario Maldini e Massara dovranno tornare sul mercato per rinforzare il reparto avanzato; non è facile trovare un attaccante disposto a venire al Milan per fare la riserva a priori ma qualche soluzione si può trovare. Giroud ha l’esperienza giusta e trova poco spazio al Chelsea, Scamacca (che al Genoa sta facendo benissimo) un investimento per i prossimi anni da far crescere sotto l’ala protettiva di Ibrahimovic, Jovic una grande opportunità se il Real Madrid lo cede.
No parametri zero
Si è parlato anche di Balotelli e Mandzukic ma sono piste impraticabili per tanti motivi: età, condizione fisica e mancata abitudine al ritmo partita precaria visti i loro stop che durano ormai da troppi mesi. Allora meglio puntare su Colombo.
*Articolo scritto da Luca Cordani
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