Adesso che questa stagione 2020, resa complicata a causa della pandemia di Covid-19, si è conclusa andiamo ad analizzare ciò che i protagonisti delle derivate di serie ci hanno mostrato in pista. Tanti gli argomenti da affrontare in questo pagellone.
In questa terza ed ultima parte di questo pagellone del Mondiale Superbike 2020 andremo ad analizzare la situazione dei vari costruttori casa per casa. Perchè Kawasaki dovrebbe aver bisogno di aggiornamenti, peraltro richiesti a gran voce da Rea? Qual’è il motivo di una tale involuzione di BMW rispetto alla stagione scorsa? Tornerà Aprilia in Superbike? Tutte domande più che lecite a cui proviamo a rispondere. Una battuta finale anche sull’organizzazione di questo anomalo 2020.
Kawasaki – voto 7: La casa di Akashi è dipendente da Jonathan Rea, che non a caso ha voluto fortemente un’evoluzione della sua Ninja. Infatti il nord irlandese in sole 4 occasioni non è stato la prima Kawasaki al traguardo, vincendo un titolo costruttori praticamente da solo. Nonostante questo la casa giapponese ha comunque conquistato sia il titolo piloti con Rea, sia quello quello costruttori, raggiungendo la vittoria con entrambi i piloti del team ufficiale. Il bilancio della stagione quindi non può che essere positivo, ma urge lavorare per il futuro in modo da arginare l’ascesa degli altri costruttori, Ducati in primis.

Ducati – voto 9: Al suo secondo anno la Panigale V4 R è riuscita ad arrivare ad un solo punto dalla conquista del titolo costruttori, oltre che a piazzare le 2 moto ufficiali alle spalle solamente di Rea. Però i buoni risultati per la casa di Borgo Panigale sono arrivati sono arrivati sotto tutti i fronti: l’esplosione di Rinaldi con il team GoEleven e i buoni risultati ottenuti sia dal Team Motocorsa, sia dallo sfortunatissimo team Barni, in una stagione disgraziata per la struttura di Marco Barnabò, hanno dimostrato la grande competitività della V4 R sotto tutti i punti di vista. Basta pensare che dei 9 piloti che hanno corso con la Ducati almeno una gara in questa stagione, ne sono andati a punti 8. numeri davvero impressionanti.
Yamaha – voto 7,5: È di sicuro la moto più equilibrata del mondiale, ma non sempre questo può bastare per arrivare alla vittoria. Infatti nonostante 4 piloti sui 5 schierati in griglia con una Yamaha siano arrivati a podio, solamente 2 sono riusciti a conquistare la vittoria, ovvero Van der Mark e Razgatlioglu, con il solo pilota turco capace di conquistare di trionfare nella gare lunghe. Inoltre nessuno di loro è riuscito a piazzarsi nelle tre posizioni della classifica mondiale, e la conseguenza è il terzo posto nella classifica costruttori, staccati da Kawasaki e Ducati. C’è sicuramente da lavorare ma se la casa dei tre diapason riuscisse a compiere quel piccolo step in avanti, la sua grande adattabilità diventerebbe il suo punto di forza.

Honda – voto 6: Potremmo parlare di un esordio discreto quello della nuova Fireblade, se non fosse che stiamo parlando della moto prodotta e diretta da Honda, tornata in forma ufficiale nel mondiale Superbike con l’intento dichiarato di vincere. Per arrivare a lottare stabilmente con i primi della classe ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma già in questa stagione d’esordio per team e moto si è potuto intravedere del potenziale in questo progetto dimostrato, in maniere diametralmente opposte, da Alvaro Bautista e Leon Camier. Lo spagnolo, che ha conquistato anche un podio, si è fatto vedere più volte nelle primissime posizioni, salvo andare spesso oltre il limite, con la conseguenza di finire a terra decisamente troppo spesso. Approccio ben diverso quello dell’esperto pilota Britannico, cresciuto alla distanza, basando la sua stagione sulla continuità. Entrambi i piloti hanno concluso quest’annata nella top ten della classifica con lo stesso numero di punti conquistati. Un buon punto di partenza su cui cominciare a costruire.
BMW – voto 3: Dopo una prima annata positiva, la casa bavarese era attesa al salto di qualità che non è arrivato, anzi… Le due Superpole portate a casa da Sykes e Laverty dimostrano che la S 1000 RR è molto efficace sul giro secco, ma fatica tremendamente in gara. Questa carenza era nota già dalla scorsa stagione, ma quest’anno è stata così importante da impedire alla moto tedesca di conquistare un podio, con un 5° posto come miglior risultato di un annata disastrosa. Ma anche la gestione dei piloti ha lasciato parecchio a desiderare, con Sykes e Lavery prima lasciati a bollire a bagnomaria, situazione che non ha certo messo nelle migliori condizioni di esprimersi i due piloti. Poi arriva la decisione di rinnovare il contratto a l’inglese, anche a fronte delle pressioni ricevute da quest’ultimo, ed escludere dal team l’irlandese in favore di Micheal Van der Mark, anche questa scelta difficilmente comprensibile visto che il mercato offriva, almeno sulla carta, piloti migliori dell’olandese, uno su tutti Chaz Davies. Stagione disastrosa da qualunque punto di vista la si guardi, e non sarà sufficiente l’ingresso di un team satellite per cambiare la situazione, serve rivedere l’intero progetto.

Aprilia – s.v: Le gare che la casa di Noale ha corso quest’anno, tra l’altro con discreti risultati visto che Christophe Ponsson è anche riuscito a centrare una dodicesima posizione, dovevano essere le prove generali per il ritorno in pianta stabile nel mondiale nel 2021, che invece non ci sarà a causa del rifiuto delle altre case, con in testa BMW, a competere con un motore 1100, se pur depotenziato. Quindi tramonta la possibilità di avere Aprilia con una struttura ufficiale per l’anno prossimo. Nelle ultime settimane però sembra ci sia stato il serio interesse da parte di Althea Racing, la struttura di Genesio Bevilacqua, per riportare la vecchia RSV4 1000 sullo schieramento di partenza il prossimo anno, con il sogno di avere come pilota Chaz Davies, ma resta sicuramente in lizza anche Lorenzo Savadori, trionfatore nel CIV è pronto ad esordire in MotoGP per gli ultimi tre round di questa stagione. Staremo a vedere come andrà a finire.

Organizzazione – voto 10: Giusto spendere due parole su chi ha organizzato il campionato in questa a dir poco bizzarra stagione, dove gestire la situazione era davvero complicatissimo. È invece l’intero comparto della Superbike ha superato brillantemente questa difficile situazione senza particolari intoppi, con grandissima professionalità. Era giusto e doveroso ringraziare coloro che più di tutti hanno reso possibile lo spettacolo a cui abbiamo assistito quest’anno.
Lascia un commento