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Campionato mondiale Superbike 2020 – il pagellone dei piloti privati

3 Novembre 2020 di Niccolò Spada Lascia un commento

Adesso che questa stagione 2020, resa complicata a causa della pandemia di Covid-19, si è conclusa andiamo ad analizzare ciò che i protagonisti delle derivate di serie ci hanno mostrato in pista. Tanti gli argomenti da affrontare in questo pagellone.

In questo articolo parleremo dei piloti protagonisti nel mondiale in sella alle moto dei team privati. L’esplosione di Rinaldi e Gerloff, la mancata conferma per Caricasulo, e la possibilità di un ritorno di Folger con BMW i temi più caldi.

Micheal Ruben Rinaldi – voto 8: Stagione di altissimo livello quella del pilota del team Go Eleven, che dimostra di aver fatto il salto di qualità in questa stagione. Fin dalle prime gare dimostra di essere maturato molto e comincia ad ottenere piazzamenti sempre più importanti, fino ad arrivare la Gran Premio d’Aragona, dove terminerà sul podio tutte e tre le manche, mettendo un’ipoteca sul titolo per il miglior indipendente e si conquisterà la fiducia della Ducati, che lo promuoverà nel team ufficiale. Peccato per il leggero calo nel finale di stagione, ma il riminese ha fatto una grandissima annata.

Loris Baz – voto 6,5: Il francese ha fatto una buona stagione, ha ottenuto diversi podi ed ha lottato fino all’ultima gara per il titolo di miglior pilota indipendente, ma non è sempre riuscito a mostrare tutto il suo potenziale in gara, a causa di una moto che ha fatto fatica a domare. Comunque ha mostrato un buon potenziale, giocandosela spesso e volentieri con i piloti ufficiali, quindi i bilancio finale non può che essere positivo. Negli ultimi giorni sono emerse delle criticità per il team Ten Kate riguardante il budget per la prossima stagione; speriamo che queste problematiche si risolvano permettendo al team olandese di prendere regolarmente parte la campionato 2021 insieme a Loris.

Garrett Gerloff – voto 7,5: Si parlava un gran bene di questo ragazzo, ma nessuno si aspettava un salto di qualità così netto dallo statunitense all’esordio nel mondiale e in un anno così travagliato. Dopo un inizio di campionato dove ha studiato ed imparato, negli ultimi tre round ha mostrato di che pasta è fatto, conquistando a Barcellona il suo primo podio di carriera, e ripetendosi nell’appuntamento finale dell’Estoril dove di podi ne ha raccolti ben 2. Talento cristallino ma ancora un po’ grezzo, come ha dimostrato a Magny Cours, ma che se continuerà su questa strada sicuramente ci farà divertire nelle prossime stagioni.

Xavi Fores – voto 5,5: Ha cominciato in sordina, per poi andare a chiudere in crescendo, una stagione che a livello di risultati non può essere soddisfacente né per lui né per il team. Comunque bisogna fare i complimenti a Xavi per aver gestito il momento di difficoltà con grande professionalità e lavorando a testa bassa, risultando alla fine determinante per la conquista del titolo costruttori per Kawasaki.

Federico Caricasulo – voto 4,5: Stagione d’esordio in Superbike più complicata del previsto per il vice campione mondiale Supersport 2019, dove ha subito anche la velocità di Baz e l’expolit de compagno di squdra Gerloff, risultando alla fine il peggiore dei piloti Yamaha. Non confermato dal team GRT, che gli ha preferito per la prossima stagione Kotha Nozane, si prospetta un ritorno in Supersport per il ravennate, che in questa stagione non è riuscito ad esprimere il suo potenziale.

Leandro Mercado – voto 6: È approdato su una Ducati V4 R, moto nuova per lui, gestita dal team Motocorsa Racing, all’esordio in Superbike, in un annata resa a dir poco complicata dal Covid-19. Ma grazie anche all’attimo lavoro svolto dalla squadra diretta da Lorenzo Mauri, il pilota argentino è riuscito comunque a disputare una stagione assolutamente dignitosa. È anche stato costretto a saltare la Superpole Race e gara 2 del gra premio di Aragon e gli interi week end di Teruel (Aragon 2) e Barcellona. Meritava più fortuna per esprimersi al meglio.

Marco Melandri – voto 4: Da una parte riconosco il merito a Marco di essersi rimesso in gioco accettando la proposta del team Barni, orfano di Camier, di ritornare in sella per un’ultima annata, ma dall’altra rimango deluso perché non è stato in grado di mantenere l’accordo preso con Marco Barnabò, in una stagione in cui i week end di gara sono stati solamente 8 (era inizialmente previsto un’ulteriore round a Misano, poi annullato), lasciando il team dopo solo 4 round. Quando ci si prende un impegno bisogna anche avere la forza di portarlo a termine e questo mi ha lasciato l’amaro in bocca, e purtroppo non è stata la prima volta che il ravennate si è trovato nella medesima situazione. Però è stato bello rivederlo in pista è gli facciamo i migliori auguri per la sua carriera da commentatore.

Jonas Folger – voto 6,5: Arrivare nel mondiale delle derivate come wild card ed ottenere punti in tutte le gare lunghe disputate, ovvero 4, non è cosa da poco. Basteranno questi incoraggianti risultati, uniti al dominio nel IDM (Superbike tedesca) a far si che il tedesco possa arrivare a tempo pieno in Superbike? In questi ultimi giorni si parla molto del suo possibile approdo nel possibile team satellite BMW, ma staremo a vedere.

Sandro cortese – s.v: cominciava quest’anno la sua avventura in sella alla Kawasaki del team Pedercini, ma non ha avuto nemmeno il tempo di adattarsi alla nuova moto che è rovinosamente caduto a Portimao, fratturandosi la vertebra L7 e la tibia. Le conseguenze di questi infortuni gli hanno impedito di tornare in sella alla sua moto per il resto della stagione. Ci auguriamo di rivederlo presto in pista.

Sylvain Barrier – voto 3: Campionato anonimo del pilota francese del team Brixx Performance, in sella ad una molto meno anonima Ducati V4 R, che raccoglie come migliori risultati appena 2 dodicesime posizioni.

Maximilian Scheib – voto 4,5: Il pilota cileno, alla sua prima stagione completa in Superbike, ha cominciato molto bene il suo campionato, centrando il 7° posto in gara 2 nella tappa inaugurale di Phillip Island. Successivamente però non è più riuscito a ripetersi, finendo per giocarsi costantemente appena l’ingresso nella zona punti. Il pilota Kawasaki è stato anche molto sfortunato ad incappare in un infortunio alla spalla durante le prove libere a Barcellona, che lo hanno costretto a saltare i restanti week end di gara della stagione.

Takumi Takahashi – voto 3: È vero che ha corso l’intera stagione dotato della ormai vecchia Honda CBR1000RR-R, ma il pilota giapponese è stato costantemente in coda al gruppo, perdendo terreno spesso già dalle prime curve, impalpabile.

Lorenzo Gabellini – voto 4: Esordire in Superbike con una vecchia CBR1000RR-R non deve essere stato facile, ma anche lui, esattamente come il compagno di squadra, non è mai riuscito a farsi vedere nei tre round da lui disputati. Purtroppo non ha avuto neanche troppo tempo di adattarsi alla moto e migliorare che sono emersi problemi tra Althea Racing e Moriwaki, tali da portare alla conclusione anticipata della sua stagione dopo il gran premio d’Aragona.

Matteo Ferrari – voto 6: Menzione d’onore per il campione del mondo Moto-E 2019, che sceso dalla moto elettrica ha sfruttato alla grande la possibilità datagli dal team Motocorsa di mettersi in mostra sulla V4 R, arrivando in zona punti in ben tre occasioni su 2 week end di gara. Scendere da una Moto-E ed ottenere subito risultato nel massimo campionato delle derivate non deve essere per nulla semplice, ma lui c’è l’ha fatta, sintomo di grande adattabilità e talento.

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