Analisi sulle prospettive della squadra rossonera in vista della prossima stagione
Clamoroso ribaltone in casa Milan: Stefano Pioli resta sulla panchina rossonera e Rangnick non arriva più; una scelta nella sostanza condivisibile ma forse rivedibile per il modo in cui è maturata visto che ha sottolineato la confusione che ancora regna nei vertici societari.
I meriti di Pioli
Pur non essendo diventato un fenomeno all’improvviso, l’attuale allenatore del Milan ha dimostrato di possedere quel buon senso necessario per sedere sulla panchina di una Grande: ha valorizzato al meglio la rosa a disposizione e ha dato un’identità precisa alla squadra; in pratica si è messo a disposizione dei suoi giocatori, la prima dote di un grande allenatore.
Conflitto di interessi?
Pur non essendoci alcun dubbio sul fatto il Rangnick dirigente abbia svolto un ottimo lavoro per il Gruppo Red Bull (anche se come allenatore non ha mai avuto alcuna esperienza in Top Club), il punto è un altro: essendo tecnico e dirigente 2 ruoli molto diversi tra loro è difficile pensare che una sola persona possa ricoprirli entrambi. Inoltre come dirigente si sarebbe ritrovato nella singolare posizione di dover controllare e giudicare il proprio operato da allenatore: conflitto di interessi? In Italia la figura dell’allenatore/manager non è mai esistita: qualcuno si è chiesto il motivo?
Rinforzi
Il Milan ha una buona rosa per puntare all’Europa League, mentre per traguardi più ambizioni occorre intervenire sul mercato. Almeno un acquisto per reparto di giocatori pronti. Indipendentemente da chi siede in panchina.
*Articolo scritto da Luca Cordani
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