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Valentino Rossi: quando perdi il “superpotere”

14 Aprile 2020 di Mario Luca Gollini Lascia un commento

Valentino Rossi: dieci anni fa l’infortunio alla spalla e l’addio ai sogni iridati

Era il migliore di tutti. Stoner e Lorenzo erano velocissimi, ma lui ad armi pari riuscì a sconfiggerli negli ultimi due mondiali (2008 e 2009). Valentino Rossi era arrivato a nove titoli iridati, di cui sette nella classe regina. Il decimo sembrava essere alla portata, visto che nell’appuntamento inaugurale del Motomondiale 2010 era arrivata una tranquilla vittoria: Stoner era finito per terra dopo pochi giri in un forsennato tentativo di fuga, mentre Lorenzo non era mai stato in grado di sferrare un attacco in tutta la gara. Valentino Rossi era il padrone incontrastato del mondo delle due ruote. Lo sarebbe stato ancora per pochissimi giorni.

In molti credono che il suo declino sia iniziato nel Gran Premio d’Italia di quell’anno quando le immagini della televisione lo inquadrarono a terra, incapace di rialzarsi. Frattura di tibia e perone, decimo mondiale addio. Tutti rimasero stupiti del recupero a tempo di record di Valentino, capace di tornare in sella nell’arco di poche settimane. C’era, però, un altro l’infortunio, ancora irrisolto e motivo di forti polemiche con il Dottor Costa, che stava preoccupando Valentino.

Soltanto tre giorni dopo il Gran Premio del Qatar, il 14 aprile di dieci anni fa, Rossi era rimasto vittima di un infortunio alla spalla, durante un allenamento su una moto da cross. Una cosa da poco conto visto che Valentino partecipò alla gare seguenti (GP Spagna e Francia), fino all’infortunio ben più noto subito nel GP d’Italia? Purtroppo no. Anzi, l’infortunio subito nel GP di casa fu figlio di quello alla spalla: Valentino aveva perso la sua sicurezza in frenata. Con la spalla infortunata, Valentino perse d’incanto il “suo superpotere”, quello di una staccata perfetta.

“Dimentichiamoci il Valentino capace di vincere quasi tutte le gare della stagione. Quei tempi sono finiti” ammetterà anni dopo, nonostante l’obbiettivo sarà sempre lo stesso: essere competitivo e provare a vincere il decimo titolo. Ma ormai la musica era cambiata.

“La tua ambizione supera il tuo talento” gli dirà Stoner al termine del GP di Spagna 2011, quando Rossi alla seconda gara in Ducati si stese per terra travolgendo l’avversario australiano. Per Stoner sarà l’unico ritiro in una stagione trionfale, per Rossi sarà invece una delle tantissime cadute nei due anni disastrosi e drammatici in Ducati.

Il tempo non modificherà le ambizioni di Valentino che mollerà la Ducati per tornare in Yamaha con la chiara intenzione di lottare nuovamente per la vittoria, mai nemmeno lontanamente sfiorata nei due anni trascorsi nel team italiano.

Il tempo non modificherà nemmeno il desiderio di correre di Valentino: per lui correre in moto è sempre stato quel connubio perfetto tra lavoro e passione. Due settimane dopo la tragedia occorsa a Marco Simoncelli, il Dottore disse “è importante per noi tornare subito in moto, per metterci alla prova”.

Il tempo modificherà invece il talento di Valentino, non più impeccabile in staccata come lo era in passato, ed anche il suo approccio con gli avversari. Contro Biaggi, nel 2001, era pronto a vendicarsi in un attimo di una scorrettezza subita: quando il pilota romano lo buttò fuori pista a Suzuka con una manovra da “tentato omicidio” (citando una frase dello stesso Valentino pronunciata durante lo speciale Sfide), Rossi rispose con un sorpasso al giro successivo accompagnato da un dito medio.

Contro Marquez, quattordici anni dopo, conscio di non poter rispondere in pista ad eventuali sgarbi del suo avversario, si studiò invece a tavolino una protesta in conferenza stampa che risultò inutile, se non addirittura dannosa, vedendo così svanire l’ultima chance di conquista di un titolo iridato.

Valentino, fino all’infortunio alla spalla, era stato in grado con le sue vittorie di smontare qualsiasi accusa dei suoi haters: “Vinci perché guidi una Honda“. “Va bene vado in Yamaha e vinco ugualmente” fu la risposta di Valentino, a cui seguì la strepitosa vittoria nel GP del Sudafrica, gara di apertura del Motomondiale 2004.

“Hai perso perché Stoner è più bravo di te” gli dissero gli haters al termine della stagione 2007. “Datemi le sue stesse gomme e lo sconfiggerò” replicò Valentino. E così fu, col successo iridato del 2008, suggellato dalla famosa gara di Laguna Seca.

In una recentissima intervista Valentino ha dichiarato che, tra tutte le sue vittorie, le più speciali sono quella ottenuta al suo esordio con la Yamaha nel 2004, quella contro Stoner a Laguna Seca nel 2008 e il successo all’ultima curva contro Jorge Lorenzo nel GP di Catalogna 2009.

Proprio riguardo a questa gara, a dieci anni di distanza, Jorge Lorenzo, riflettendo sulla sconfitta più bruciante della sua carriera, ha ammesso: “A Barcellona nel 2009 ho perso perché Valentino Rossi era più forte di me in frenata“.

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Info Mario Luca Gollini

Nato a Genova nel 1983, mi sono laureato in Architettura nel 2008. Da sempre appassionato di sport, ho avuto l’opportunità di assistere dal vivo ad eventi quali l’ultima vittoria in Coppa del Mondo di Alberto Tomba, i Gran Premi di Montecarlo e Monza, il Sei nazioni di Rugby a Croke Park e diversi Open di golf che hanno contribuito a coltivare la mia passione e conoscenza di queste discipline. Vice direttore di teladoiolamerica dal 2010 al 2014. Segui @mrgollins

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