Giro d’Italia 2018. Dumoulin si difende, bene Pozzovivo primo degli italiani deludono Froome ed Aru

Giro d’Italia 2018. Giornata di riposo al Giro d’Italia dopo la tappa di ieri conclusasi sul Gran Sasso che se non ha provocato una rivoluzione nella classifica generale ha tuttavia dato dei segnali molto significativi. Ne approfittiamo per fare un po’ il punto della situazione dopo nove giorni di corsa. Dunque, in Maglia Rosa troviamo Simon Yates che ha conquistato il primato nella tappa più attesa di questa prima parte del Giro quella che si concludeva sull’Etna precedendo il compagno di squadra della Michelton Scott, Esteban Chavez. Sono loro che hanno suonato i primi squilli di tromba e che hanno messo un’impronta sul proseguimento della corsa. Il britannico, venticinquenne, gemello di Adam che è stato dirottato al Tour, finora ha conquistato due buoni piazzamenti nella Vuelta del 2016 giungendo sesto e nel Tour de France dello scorso anno classificatosi al settimo posto. Partito con il ruolo di outsider il britannico ha sfruttato l’attacco a lunga gittata portato da Chavez nel corso della sesta tappa e si è installato al vertice della classifica precedendo il colombiano suo compagno di squadra e qui sta il primo punto su cui argomentare. La Mitchelton Scott, ex Orica, ha ora ben due corridori su cui puntare e se da un lato può considerarsi positivo dall’altro costringerà il Direttore Sportivo ad un delicato equilibrio all’interno della squadra con scelte precise che potranno anche essere dolorose. Il britannico e il colombiano possono contare su compagni di squadra in grado di aiutarli nei momenti difficili primo tra tutti Roman Kreuziger che in salita è capace di imporre ritmi forsennati, ma entrambi hanno tutte le carte in regola per cavarsela da soli, in primis Esteban Chavez considerato alla vigilia come uno dei favoriti. Il colombiano ha un palmares di tutto rilievo: secondo al Giro del 2016 alle spalle del nostro Vincenzo Nibali (perché non ci sei? n.d.r.), terzo alla Vuelta e vincitore del Giro di Lombardia sempre nello stesso anno, davvero niente male ed ora si trova al secondo posto staccato di 32”…… E se il suo avversario da battere diventa proprio Simon Yates?……. Già perché la Maglia Rosa lo ha chiaramente detto: “Perché non dovrei puntare a vincere il Giro?” E se oggi i due vanno in sintonia tra qualche giorno potrebbero anche trovarsi a beccarsi come due galli con tutte le conseguenze del caso.
Resta attaccato ai primi due della classe Tom Dumoulin. Il vincitore dello scorso anno, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, non essendo uno scalatore sa però difendersi con le unghia e i denti cercando di limitare al massimo i danni per poi puntare tutte le sue carte sul suo terreno preferito che è la cronometro. Lo ha già dimostrato lo scorso anno quando perse la Maglia Rosa nella tappa di Piancavallo, ma resistette al forcing di Nairo Quintana per poi scatenarsi nella crono finale e vincere il Giro. Ora c’è solo un’altra cronometro in programma di 34,5 chilometri ma prima di questa ci saranno gli arrivi sullo Zoncolan e a Sappada, ed è forse proprio dopo queste due tappe che l’olandese saprà se avrà le chance di ribaltare tutto nella crono. Pinot, un altro dei favoriti finora si è fatto vedere solo negli ultimi chilometri delle tappe di montagna conquistando anche qualche secondo di abbuono nella tappa di ieri, vinta da Yates, e in quella di Montevergine. Se vuole però puntare a vincere il Giro dovrà provare qualcosa di più; la squadra lo supporta, lo si è visto quando si è messa in testa a tirare per mettere alla frusta il gruppo e fare selezione, ma se vuole arrivare primo a Roma dovrà inventarsi qualcosa al di là del tatticismo. Benissimo Domenico Pozzovivo, quinto in classifica e primo degli italiani a 57” di ritardo dalla Maglia Rosa. Il lucano, capitano della Barhein in assenza di Nibali, sappiamo che è un finissimo scalatore sempre pronto a dare battaglia e siamo certi che nelle prossime tappe darà filo da torcere a tutti.
Inutile dire che le delusioni finora sono venute proprio dai corridori più attesi: Chris Froome e Fabio Aru. Il britannico è caduto due volte, la prima nel giro di ricognizione nella tappa a cronometro di Gerusalemme, l’ultima in un tornante della salita di Montevetrgine. Forse nella tappa di ieri avrà risentito della botta quando nell’ultimo chilometro sotto la spinta dei big della classifica ha perso terreno giungendo al traguardo con 1’06”, il campione d’Italia invece ha fatto peggio. Ogni qualvolta si scatena la bagarre in salita perde contatto dal gruppo ed ieri è giunto al traguardo con 1’20” da Yates. Non è allarme rosso anche perchè la classe dei due capitani della Sky e della UAE è fuori discussione e sono in grado di riprendersi in qualsiasi momento come hanno saputo dimostrare in varie occasioni, ma certo ci si attendeva di più e una lucetta sta lampeggiando.
Giuseppe Spinazzola
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