Una partita folle. Una partita dove sono saltati gli schemi, dove tattiche e lucidità sono andate ad intermittenza. I gol ci sono stati, c’è stata la vittoria, una vittoria per di più netta per la Roma. Ma insufficiente. Un po’ per demeriti degli 11 della Capitale, un po’ per colpe di arbitri che il Var umilierebbe. Restano gli applausi di un Olimpico folle d’amore per una squadra mai così combattivi.
Di Francesco stavolta ha gli uomini contati e rinuncia alla difesa a 3 per tornare al 4-3-3 con Pellegrini a centrocampo e il tridente Schick-Dzeko-El Shaarawy.
Klopp un’unica “novità” rispetto alla gara di andata: Wijnaldum titolare al posto del non recuperato Chamberlain.
Serviva un gol in avvio, proprio come col Barcelona. E in effetti il gol nei primi 10′ arriva, ma è quello di Manè che viene servito da Firmino a seguito di un folle retropassaggio di Nainggolan. Su un flipper in area, Milner al 14′ trova l’autorete più sfortunata; l’autorete che farebbe ripartire il conto alla rovescia per la caccia al 3-0 se non fosse che su un calcio d’angolo Dzeko rispedisce la palla a Wijnaldum che trafigge Alisson da 2 centimetri. Tre gol orribili, vicini alla definizione di anticalcio, ma sono tre gol che mettono la ROma in una condizione impossibile per la rimonta. Il contraccolpo psicologico è terribile, e viene ulteriormente aggravato dal palo di El Shaarawy.
Nella ripresa gli uomini di Di Francesco onorano la maglia. L’ex Sassuolo sbilancia giustamente la squadra in avanti per cercare il tutto per tutto con Under al posto di un pessimo Pellegrini e la Roma si getta all’arrembaggio. Sull’1-2, Dzeko parte in posizione giudicata irregolare e viene falciato da Karius in uscita: sarebbe rigore ed espulsione ma la bandierina vanifica tutto. Poi la rete arriva, col solito Dzeko che controlla una respinta di Karius e insacca. Poi un altro rigore negato, letteralmente una parata di Van Dijk sul tiro ravvicinato di El Shaarawy, oggi uno dei migliori ma poi costretto ad uscire per i crampi.
La Roma continua, con disperazione e determinazione, e a 5 dal termine trova il 3-2 che non basta ma che fa scrosciare gli applausi. Il Liverpool subisce l’ondata giallorossa che a 30 secondi dalla fine trova quel rigore che troppe volte le è stato negato. Il 4-2 di Nainggolan è l’ultimo brivido della gara: palla al centro e triplice fischio.
Con il Var sarebbe finita diversamente.
Finisce il sogno. Finisce male, perché questo Liverpool non era così tanto più forte quanto rivela il risultato dell’andata. Fa male perché all’andata due gol erano irregolari e oggi manca almeno un rigore. C’è rimpianto, rammarico. Ma anche orgoglio. Perché ad agosto nessuno c’avrebbe scommesso un centesimo, perché pur con tutte le difficoltà sono arrivate imprese importanti che hanno fatto crescere il prestigio di questa squadra.
La finale sarà Liverpool-Real Madrid e, alla luce delle scelte arbitrali delle ultime partite, sarà difficile fare il tifo per l’una o per l’altra…
PAGELLE
Roma (4-3-3): Alisson 7; Florenzi 6,5, Fazio 6,5, Manolas 7, Kolarov 6,5; Pellegrini 4,5 (52′ Under 6,5), De Rossi 5 (69′ Gonalons 6), Nainggolan 6,5; Schick 4, Dzeko 8, El Shaarawy 7,5 (75′ Antonucci 6). All.: DI Francesco 7
Liverpool (4-3-3): Karius 5,5; Arnold 6, Van Dijk 5,5, Lovren 5,5, Robertson 6; Wijnaldum 7, Milner 6, Henderson 6,5; Manè 7, Firmino 6, Salah 5. All.: Klopp 6
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