Con una parte della testa rivolta alla semifinale e una parte del cuore a quel Roma-Genoa 3-2 che segnò l’addio di Totti, la Roma gioca una partita dai ritmi bassissimi che le permette però di mantenersi sul podio. Under si conferma, Gerson un po’ meno. Schick decisamente no…

CRONACA
Di Francesco torna al classico 4-3-3 con Under ed El Shaarawy a sostengo di Dzeko, ma a centrocampo risparmia tutti i titolari, affidandosi a Gonalons, Pellegrini e Gerson.
Ballardini, che aveva paventato la possibilità di un forte turnover per la gara infrasettimanale, manda in campo un 3-5-2 orfano di Laxalt, Lazovic, Bessa e Galabinov, ma con gli ex giallorossi Zuaknovic, Rosi e Bertolacci.
Nel primo tempo si gioca ad una porta sola: i padroni di casa hanno più motivazione e più controllo e per 45 minuti fanno ciò che vogliono. Prima occasione targata Under che, spalle alla porta, riceve palla da Dzeko, si gira e trova un Perin attento. Il turco però non fallisce la seconda chance quando Kolarov calcia una punizione dalla trequarti verso il secondo palo e trova il numero 17 che brucia Hiljemark e insacca con la punta del piede. Roma vicina al 2-0 poco più tardi, appena dopo l’esultanza per lo svantaggio della Lazio a Firenze, grazie ad un rimpallo non sfruttato a dovere da Florenzi; subito dopo Gerson serve con un tacco di prima El Shaarawy che non trova la porta. L’unica occasione rossoblu avviene nel recupero con Rigoni che stacca su un cross di Migliore mandando il pallone leggermente alto.
In avvio di ripresa Zukanovic realizza il suo “primo gol per la Roma”, deviando di testa un corner di Under alle spalle di Perin. La Roma potrebbe fare controllo, ma Gerson perde malamente palla a centrocampo e Lapadula in contropiede accorcia. Un errore grave del brasiliano, fino a quel momento uno dei migliori, che induce Di Francesco a cambiare tattica, inserendo al suo posto Manolas e passando al 3-5-2 con El Shaarawy arretrato e presto sostituito a sua volta da Strootman. Il Genoa prende coraggio, per alcuni minuti costringe la retroguardia giallorossa a giocare sul filo del fuorigioco e Alisson ai primi interventi. Nel finale i padroni di casa tornano padroni del campo e sfiorano più volte il 3-1: Perin salva provvidenzialmente su Florenzi;lo stesso terzino giallorosso, accompagnato da Dzeko che lo manda giustamente a quel paese, si fa di nuovo ipnotizzare dall’estremo difensore genoano, col bosniaco recuperato sulla linea da Rossettini; infine Schick mostra un imbarazzante controllo palla sull’ennnesimo pallono servitogli da Dzeko in contropiede. All’ultimo secondo Fazio spazza via l’ultimo pallone pericoloso.
Vittoria poco limpida per una Roma da minimo sindacale: qualche rischio di troppo ma soprattutto una quantità di occasioni facilissimi buttate nell’ultimo quarto d’ora. Dzeko ha provato in tutti i modi a far segnare i compagni, ma c’è ancora chi in questa squadra sembra una pecora trai lupi…
Con la pazzesca sfida tra Fiorentina e Lazio protrattasi quasi ai supplementari, la Roma saluta il pubblico da terza in classifica a pari merito con i cugini, ma in vantaggio per gli scontri diretti.
PAGELLE
Roma (4-3-3): Alisson 6; Florenzi 5, Juan Jesus 6, Fazio 6,5, Kolarov 7; Gonalons 6, Pellegrini 6, Gerson 5 (70′ Manolas 6); Under 7 (77′ Schick 4), Dzeko 6,5, El Shaarawy 5,5 (82′ Strootman sv). All.: Di Francesco 6,5
Genoa (3-5-2): Perin 7; El Yamiq 5,5, Rossettini 5,5, Zukanovic 5; Rosi 6, Hiljemark 5 (54′ Medeiros 5,5), Bertolacci 5,5, Rigoni 6,5, Migliore 6,5 (60′ Rossi 6); Pandev 6 (63′ Cofie 6), Lapadula 6,5. All.: Ballardini
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