Valentino Rossi da Suzuka 2001 a Rio Hondo 2018: le scorrettezze subite dal pilota di Tavullia e le sue diverse reazioni alle manovre di Biaggi e Marquez
Suzuka. 17 anni fa. Prima gara del campionato, l’ultimo della classe 500cc che sarà sostituita l’anno seguente dalla più potente MotoGP. Rossi e Biaggi sono i grandi favoriti alla vittoria finale, della singola gara e dell’intera stagione. Quando il giovane Valentino prova a superare il rivale, il centauro romano allarga il braccio. La scorrettezza di Biaggi porta Rossi fuori pista. Quest’ultimo reagirà sorpassandolo poco dopo, con tanto di dito medio “di ringraziamento”, vincendo poi il gran premio. Il pilota di Tavullia, che sarà iridato alla fine dell’anno, bollerà quell’episodio come un “quasi tentato omicidio”.

D’accordo al 100% con Rossi. Nella storia del motomondiale si sono certamente viste manovre più pericolose (citiamo “l’odiato” Marquez riproponendovi l’episodio che lo vide protagonista con Wilairot), alcune terminate con esiti drammatici. Manovre dovute ad un errore di valutazione del pilota: chi frena un attimo dopo, chi accelera un filo prima del dovuto, chi punta a recuperare la moto quando la caduta pare ormai inevitabile (vedi lo sfortunato incidente di Simoncelli). Nell’episodio di Biaggi a Suzuka appare evidente l’intento di creare un danno non solo sportivo: come dice lo stesso Rossi, buttare fuori con una gomitata un avversario a Suzuka in pieno rettilineo è un tentato omicidio che va aldilà di qualsiasi giustificazione.
Allora mi chiedo: perché il signor Rossi che liquidò l’episodio della gomitata di Biaggi con un dito medio, ora chiede la squalifica di Marquez rilanciando una campagna mediatica contro il pilota spagnolo? Per chiudere la polemica con Biaggi era sufficiente un vaffa, mentre ora con Marquez serve l’amico Uccio in versione buttafuori e stampa più pubblico tutto dalla propria parte per diffamare l’odiato avversario? Qualcosa non torna: uno o più ingressi lunghi in frenata di Marquez non saranno mai e poi mai più gravi di una gomitata come quella di Biaggi. Viene quasi il sospetto che dietro allo spauracchio sicurezza ci sia dietro una semplice questione sportiva: il Biaggi di allora lo si poteva controllare, il Marquez di oggi no. Diciassette anni fa un Rossi al 100% era superiore a chiunque; oggi il miglior Marquez è imbattibile.
PS: A chi chiede interventi della direzione gara, ricordo che era assente allora come oggi e non fu esposta alcuna bandiera nera
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