WSBK 2017 TT Assen Gara2: il settimo sigillo

WSBK — Non c’è niente da fare: inventatevi pure la griglia “invertita”, aggiungete un errore sul finale che gli fa perdere un secondo, oppure fate gli scongiuri. Tutto inutile. Jonathan Rea vince lo stesso, mentre il compagno di squadra Tom Sykes arriva secondo a un’incollatura dal caposquadra. Chaz Davies finisce sul podio, ma mastica amaro.
Colpisce il candore con cui il campione del mondo ammette a fine gara: « Qui ad Assen mi sento a casa.»
Verrebbe da rispondergli, scorrendo la classifica, che sembrano essere molti i posti dove si sente come nel proprio salotto. Il nordirlandese infatti ha vinto sette delle otto manche fin qui disputate. Johnny è un campione vero: lo ha fatto vedere con la superpole, dove su un tracciato ostico come quello olandese è arrivato vicino al record della MotoGP che appartiene a Marc Marquez. Un fuoriclasse che sbaglia poco, capitalizza molto e dimostra grande furbizia.
Davies e la Ducati devono recuperare la calma
A questo proposito giova ricordare il numero #1 non perde mai la calma, neppure se provocato. L’accusa di avere ostacolato Chaz Davies in superpole, che gli è costata una retrocessione, è stata accolta dal campione con assoluta tranquillità. Mi dispiace, non volevo, accetto.
Il gallese della Ducati non l’ha preso affatto bene: ha insultato, si è arrabbiato, sembra soffrire l’ingombrante avversario.
In Gara2 il portacolori Ducati-Aruba si è comportato in maniera perfetta, anche se ha perso tempo nei primi giri. Non c’è stato niente da fare. Rea impiegava quattro giri a superare i piloti davanti a lui mentre Chaz ha dovuto faticare di più, lottando con Forés e subendo anche la rimonta di Marco Melandri. I cinque secondi di gap dal vincitore si spiegano in questo modo. Al termine della gara il #7 ha rilasciato dichiarazioni riguardo a problemi all’anteriore. La corsa comunque ha visto tutti i protagonisti lottare con il pneumatico anteriore e con il forte vento, che le Superbike soffrono particolarmente.
Giornata da dimenticare per gli italiani
Giornata storta per gli italiani: Marco Melandri esce di scena all’ 8° passaggio tentando di superare Nicky Hayden ma già nel giro precedente era andato lungo. Il ravennate lamenta problemi sull’avantreno, più o meno come Davies. Verso metà gara cade anche Savadori: Lorenzo stava disputando una buona gara, anche se il suo passo difficilmente gli avrebbe permesso un acuto degno di nota. Nota bene: gli ultimi passaggi dei primi tre erano sul passo di 1’36 basso, quasi impossibile da replicare per gli altri.
//pagead2.googlesyndication.com/pagead/js/adsbygoogle.js
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
Non sarà forse l'”olandese volante” ma finalmente si rivede in nobile posizione la Yamaha ufficiale di Van Den Mark. Il pilota di casa chiude al quarto posto con un gap di 8 secondi dal vincitore, seguito dal team mate Lowes che termina con 16 secondi di distacco. Crediamo che Yamaha abbia fatto un buon lavoro. Manca davvero poco per fare quel salto di qualità che consenta di lottare stabilmente nella parte alta della classifica.
L'”Università della Moto” rimanda la Honda
Colpisce la “nonna” del paddock, la MV Agusta in cerca di un padre-padrone, che centra un commovente sesto posto dietro ben altre moto. Honda, tanto per fare un nome: le Fireblade in livrea RedBull terminano la gara in nona e decima posizione. Il gap, rispetto al vincitore Rea, sembra una temperatura, più che un distacco: 21 secondi separano Nicky Hayden dal #1, ma anche rispetto all’unica, — poco aggiornata — MV, pagano 3 secondi e mezzo.
Resta la delusione per i piloti di casa nostra: Alex De Angelis è il primo degli “italiani” (è cittadino sammarinese), in quindicesima posizione.
Rea primo in classifica generale con ampio margine sugli inseguitori
La classifica a questo punto non perdona e vede Jonathan Rea in testa a punteggio (quasi) pieno: 195 punti contro i 131 del compagno di squadra Tom Sykes e i 111 di Chaz Davies. Lo stop forzato di Melandri relega il #33 in quarta posizione in campionato a 97 punti.
Difficile pensare che Rea possa abdicare. Il prossimo appuntamento con il mondiale Superbike è a Imola, sul circuito che Ducati considera una specie di giardino privato e dove Melandri è davvero a “casa”. In quell’occasione vedremo se le Panigale ufficiali riusciranno ad arginare il Green Power Kawasaki.
Lascia un commento