Occidentali’s Karma è ancora sulla bocca di tutti e forse proprio il karma è stato il protagonista del Giro delle Fiandre 2017

Il 31 marzo, alla vigilia del Giro delle Fiandre 2017 il Campione Olimpico Greg Van Avermaet dichiara a Cyclingnews
“I think it’s nice to have the Muur back in the parcours, but I don’t think that it will really have a decisive factor, For me, it is a bit hard. I liked the final how it was but, to put the Muur in this kind of parcours, it is hard to make it fit, and I think that the guy who made the parcours would say this because it’s a little bit out of the action. I think that the parcours last year was really nice. Now, with adding the Muur again, I think that it is a zone where nothing is going to happen”
Tradotto in soldoni “Il Muro di Grammont è obsoleto e non sarà decisivo, chi l’ha reinserito nel percorso della Ronde avrà pensato di rendere il Giro delle Fiandre 2017 più duro ma secondo me non succederà nulla, è inutile”.
Nulla di più sbagliato caro Greg, così come mai errore fu grande come quello della BMC che per 4 anni ha costretto Philippe Gilbert a guardarsi la corsa da casa probabilmente per non turbare le ambizioni di Van Avermaet, perdendo però così l’opportunità di fare il gioco, poi risultato vincente, della Quick Step che ha trionfato grazie all’immensa varietà di opzioni a sua disposizione.
La dormita di Van Avermaet e Sagan sul Grammont è stata fatale e vana è stata la rincorsa, resa ancor più ininfluente dall’incidente causato da uno spettatore che ha fatto cadere il loro trenino, a cui si era accodato anche il bravissimo Naesen, e di conseguenza la Ronde.
Karma a parte è stata una corsa meravigliosa con una cornice di pubblico che può far solo innamorare di questo sport e di un paese che sa stringersi attorno ai suoi campioni come nessun altro. Il battimani a tempo per Tom Boonen, poi appiedato quando era ancora in lotta per il podio, è il simbolo di come una nazione seppur ferita sappia gioire per un giorno a dispetto di chi le aveva voluto togliere la voglia di fare festa.
Philippe Gilbert ha compiuto un’impresa d’altri tempi, eroica, una cavalcata cominciata a oltre 95 km dall’arrivo e concretizzata in solitario a 55 km da Oudenaarde quando il Campione Nazionale ha salutato la compagnia di un gruppetto che mai negli ultimi 5 anni era stato così pieno di italiani. Ne conteremo tre nella top 10 e poi sei, tra i ventitre partenti, nei primi 19, alla faccia di chi aveva cantato il de profundis per il nostro movimento.
Sacha Modolo, migliore dei nostri, è stato autore di una prova all’attacco negli ultimi 95 km e ha finalizzato una settimana molto positiva in cui probabilmente ha gettato le basi per un grande futuro in questo tipo di corse. Filippo Pozzato alla 50^ Monumento ha dimostrato di avere quella classe che troppo spesso non ha voluto o non ha potuto esprimere, Sonny Colbrelli al primo Fiandre ha conquistato una top 10 il giorno dopo un incidente che avrebbe potuto estrometterlo.
E poi Moscon e Trentin utili per i propri compagni oltre che per sè stessi e un Fabio Felline da urlo, sia attaccante che uomo squadra. Insomma, il Giro delle Fiandre 2017 rimarrà nella storia e viverlo da vicino è stato davvero splendido
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Fermo restando che è stato un grandissimo Giro delle Fiandre vinto da un autentico fuoriclasse degno di questo nome, ma vi faccio una domanda. se Sagan non fosse “inciampato” nel piede della transenna cadendo e trascinando con se anche Van Avermaet sarebbe stato in grado di raggiungere Gilbert che negli ultimi 10 chilometri mi è parso, ovviamente per tutto quello che ha fatto, stanco? E che finale sarebbe stato?