Ci sarà una partita in cui Spalletti cambierà. In cui effettuerà le sostituzioni prima che la partita sia oramai persa e dia un briciolo di speranza alla squadra. Ma non è questa la partita. E non è questa la stagione. In 8 giorni la Roma di Spalletti dice addio a Coppa Italia, scudetto ed Europa League.
Anche oggi, come in tutto il campionato, il tecnico giallorosso vive una partita a parte, un delirio di onnipotenza che gli fa credere che le sue scelte siano perfette e che la squadra non abbia bisogno di cambi. Ci vogliono addirittura 82 minuti perché il tecnico toscano effettui la prima sostituzione in una gara dove non solo stava perdendo per 3-2, ma era più che evidente che tutti i giocatori con la casacca giallorossa stessero boccheggiando.
La partita comincia sbuto a grandi ritmi: ad un’occasione per Nainggolan, risponde il gol di Diakhaby su torre di Rafael. La Roma regisce, fa pressing e proprio Diakhaby scivola permettendo a Salah di trovarsi a tu per tu col portiere e piazzarla sotto le gambe dell’estremo difensore. La difesa del Lione mostra limiti clamorosi, tanto nel palleggio quanto nelle marcature, sempre larghissime e imprecise. La Roma ne approfitta e su traversone di De Rossi trova il vantaggio con un colpo di testa di Fazio.
Contro una difesa che non sembra avere alcuna qualità, è lecito aspettarsi una Roma arrembante e pronta a sfruttare ogni distrazione. Ma ciò che accade nella ripresa mostra tutti i limiti della gestione di Spalletti, giunta forse al capolinea. Ed ecco quindi che il Lione si scatena, trova il pareggio con Tolisso marcato male da Juan Jesus; Alisson compie tre miracoli sui vari Gonalons, Lacazette, e Valbuena ma poi arriva il 3-2 del subentrato Fekir che in area dribbla l’intera difesa ospite; la Roma boccheggia, nessuno riesce più a correre, urgono forze nuove. Spalletti non si smuove. E così arriva anche il 4-2 in pieno recupero con una bomba di Lacazette. Quasi a prendere in giro i tifosi, solo allora Spalletti inserisce El Shaarawy per Dzeko. A 30 secondi dal triplice fischio.
Avrà il coraggio di attaccare i giornalisti? Dopo una partita gestita in maniera così approssimativa, e dopo aver (a meno di un miracolo) detto addio al terzo trofeo in 8 giorni, avrà il coraggio di dire che ci sono persone esterne che destabilizzano l’ambiente? Per tutto l’anno ha spremuto i suoi titolari senza mai farli rifiatare, nemmeno nelle partite in cui la vittoria era in tasca, e le conseguenze sono queste. Fuori da 3 competizioni in 8 giorni, a meno di rimonte clamorose. Ma la Roma non è il Barcelona…
PAGELLE
LIONE (4-3-3): Lopes 6; Rafael 5 (46′ Jallet 6), Mammana (71′ Fekir 7), Diakhaby 6, Morel 5,5; Tousart 6, Gonalons 6, Tolisso 7; Ghezzal (75′ Cornet 6), Lacazette 8, Valbuena 7,5. All.: Genesio 7.
ROMA (3-4-2-1): Alisson 6; Manolas 6, Fazio 6, Juan Jesus 5; Bruno Peres 5, De Rossi 6 (82′ Paredes sv), Strootman 6, Emerson Palmieri 5,5; Salah 6, Nainggolan 6 (85′ Perotti sv); Dzeko 4 (93′ El Shaarawy sv). All.: Spalletti 3.
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