WSBK 2017 Phillip Island — Gara2: GranDucati d’Australia

WSBK — Invertite, modificate, stregate, fate quel che volete ma il risultato non cambia (molto). Jonathan Rea vince Gara2 dell’Australian Round per un’incollatura sullo scatenato Chaz Davies. Sarà pure antipatico, ma è il migliore. Avevamo segnalato ieri, nel commento di Gara1, quanto le Ducati fossero veloci. Il campione del mondo della Kawasaki lo ha ribadito nella conferenza stampa ufficiale ma il gallese del team Aruba.it-Ducati non ha gradito e si è stizzito: non siamo i difensori d’ufficio di Johnny, però tre moto bolognesi nei primi cinque qualcosa vorranno pur significare.
Il nuovo regolamento che modifica l’ordine di partenza ha mostrato velocemente quel che avevamo già sostenuto: non serve a molto.

Ha penalizzato solo Tom Sykes, che si è ritrovato a lungo invischiato a centro gruppo, potendo emergere solo nel finale quando era troppo tardi.
Il Melandri Furioso
La corsa ha vissuto di emozioni quando sembrava che l’armata Ducati potesse risalire l’onda di marea dei piloti che precedevano. Marco Melandri è stato indiscusso protagonista: il ravennate si è anche concesso il lusso di guidare il gruppo per alcuni giri, anche se il ritmo non era quello infuocato degli ultimi due passaggi. Il #33 è stato il migliore degli italiani e la sua posizione finale, terzo a due decimi, fa pensare che il polso destro del campione funzioni perfettamente. Unico problema i commentatori italiani della televisione: dovrebbero smetterla col mantra del pilota “fuori forma”, che deve ritrovare gli automatismi della guida in bagarre. Non è vero. È piuttosto il livello attuale del campionato delle derivate di serie ad essere molto alto. Se non sei del tutto affiatato con la tua moto non vinci. Punto. La sensazione è che Melandri debba solo sentire di avere in pugno la situazione. Chaz Davies lo scorso anno ha impiegato quasi mezzo campionato, prima di cucirsi addosso la moto.
Si rivede la Yamaha, parziale delusione Aprilia

Altro esempio: prendiamo Alex Lowes, che partiva dalla pole position “invertita”. È stato l’unico della prima fila capace di rimanere agganciato agli scatenati Rea, Davies e Melandri per tutta la gara. L’inglese del team Pata-Yamaha ha terminato la corsa in quarta posizione a quasi un secondo dal primo, ma se l’è giocata fino in fondo.
Grande corsa anche per Xavi Forés che sulla Panigale del team Barni Racing ha mostrato buona competitività: Phillip Island non è circuito per tutti, ma lo spagnolo ha lottato per le posizioni di vertice senza alcun timore reverenziale.
Xavi è un signor pilota, che ogni tanto però stacca il cervello. Dovrà cercare di mantenere la continuità in stagione. Tom Sykes, il team mate del campione del mondo in carica, è sesto ma staccatissimo anche dallo spagnolo che corre su Ducati privata.L’inglese ex-iridato è apparso poco grintoso a Phillip Island, confermandosi sempre di più seconda guida in casa Kawasaki. Parziale delusione anche per le Aprilia del team Milwaukee: i due piloti della squadra anglo-italiana, Lorenzo Savadori ed Eugene Laverty, terminano in nona e decima posizione. Il cesenate ha corso in maniera abbastanza prudente, mentre il #50 dopo una buona prova nei primi giri ha ceduto nella seconda parte di gara, sparendo nelle retrovie. Dieci secondi dal primo, per una moto con queste ambizioni, sono troppi.
Buona infine la prestazione di Alex De Angelis, undicesimo con la verdona del Pedercini Racing SC-Project Team.
Honda in difficoltà

Disfatta della Honda Red Bull: Nicky Hayden si è ritirato e Stefan Bradl ottiene un mesto quindicesimo posto. Non sono risultati all’altezza della Casa dell’ala dorata, neppure con una moto profondamente rinnovata come la SP2. Questo per affermare la tesi che il profilo del mondiale SBK è molto elevato. I campioni si confermano tali solo con un mezzo all’altezza, altrimenti rimediano brutte figure.
Il prossimo appuntamento con le derivate di serie sarà in Thailandia dal 10 al 12 marzo.
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