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JEREZ TEST MOTOGP-WSBK: Jonathan Rea su Kawasaki il più veloce in assoluto

25 Novembre 2016 di Massimiliano Garavini Lascia un commento

JEREZ TEST MOTOGP-WSBK: rombi di tuono

Jonathan Rea a Jerez durante i test congiunti MotoGP-WSBK (Fonte Twitter @SteveEnglishGP)
Jonathan Rea a Jerez durante i test congiunti MotoGP-WSBK (Fonte Twitter @SteveEnglishGP)

Jerez test MotoGP-WSBK — Titoloni a caratteri cubitali: “Jonathan Rea con la superbike gira più forte della MotoGP”. Bum!. Che il buon Johnny vada forte non è un segreto per nessuno. Il numero #1 sulla carena, del resto, ce l’ha lui. La velocità in pista è però inversamente proporzionale alla fretta di fare titoli e dichiarazioni. Carmelo Ezpeleta, il CEO di DORNA, recentemente si è preoccupato di dichiarare che «le Moto2 a Jerez girano ormai più forte delle vecchie 500gp due tempi». Bum!Bum!

L’entusiasmo è facile da accendere e difficile da spegnere. Vale la pena affrontare la cosa.




Jerez è un circuito meraviglioso, che parla di motociclismo da corsa come forse possono fare solo il Mugello e Brno, per restare nel vecchio continente. Grippatissimo, tecnico, veloce. Quando il boss di DORNA confronta Moto2 e 500GP sa benissimo di commettere un falso storico. Quindici anni di differenza, tanti sono quelli intercorsi tra l’ultimo mondiale di Valentino Rossi in sella alla NSR500 e la stagione che si è appena conclusa con la vittoria di Johann Zarco, nel mondo racing sono un’era geologica. Le gomme Michelin erano sicuramente diverse dalle coperture attuali e il range di utilizzo del motore due tempi sensibilmente minore rispetto ad un quattro tempi odierno. Non è una fanfaluca: il circuito di Jerez non ha rettilinei sufficientemente lunghi da esaltare la potenza pura e ha curve da raccordare facendo scorrere la moto, perfette per il 4T. Niente a che vedere coi tracciati Tilke Style dove devi spigolare ad ogni curva. Non ci lasciamo prendere da facili svolazzi: la superbike verde non ha “demolito” i prototipi della MotoGP, è solo andata più veloce considerati una serie di parametri. Intendiamoci: quella di Rea è stata comunque una prestazione meravigliosa. Davies, terzo tempo assoluto ieri nei test con la Panigale, ha gasato tutti ancora di più. Però vale la pena fermarci a pensare: da tempo affermiamo che le Pirelli del mondiale WSBK sono coperture eccellenti e la progressione del 2016 è stata davvero buona. Soprattutto se consideriamo le difficoltà della Michelin in Top Class. Eugene Laverty — revenant nelle derivate di serie dopo l’esperienza coi prototipi — nel recente passato aveva polemizzato col gommista italiano. Quest’anno si è dichiarato entusiasta dei pneumatici. La filosofia costruttiva alla base dei due pneumatici può aiutare a comprendere meglio il senso delle prestazioni in pista: Michelin per la MotoGP ricerca la massima costanza sulla distanza, mentre Pirelli per la SBK tende a privilegiare l’esasperazione della prestazione pura. In sostanza, visto che la Superbike si corre su due manche, le coperture italiane  puntano sul valore assoluto circa a metà stint e poi ad un calo progressivo. Lo stesso discorso vale per le gomme da superpole: per il giro del time attack sono perfette, ma non chiedetegli di fare più di due passaggi. Michelin lavora sul passo: Petrucci ha dichiarato a gpone.com che dopo una simulazione di gara i pneumatici garantiscono ancora un ottimo rendimento. Vale la pena ricordare che, dopo quanto successo in Argentina, la casa di Clermont Ferrand ha affrontato il primo gran premio in territorio europeo in modo assai conservativo. Nota bene: tutti i temponi Superbike sono stati ottenuti con gomme ultrasoft da superpole. Le MotoGP hanno utilizzato pneumatici evoluzione ma in configurazione gara.

Scott Redding su Desmosedici edizione 2016 senza spoilers (Fonte Twitter @SteveEnglishGP)
Scott Redding su Desmosedici edizione 2016 senza spoilers (Fonte Twitter @SteveEnglishGP)

Jerez fa il resto. Il circuito è perfetto per i test invernali, presenta un grip ottimale e come abbiamo detto non si può scatenare interamente la cavalleria dei prototipi. Il tracciato esalta come pochi altri le doti di guida: non a caso Valentino Rossi qui è uno specialista. Peccato però che in Andalusia non ci fosse nessuno dei top rider: nè i piloti Yamaha (ufficiali e satellite), nè quelli dello squadrone HRC. A questo proposito Honda ha riferito che Marquez e Pedrosa non sono scesi in pista perchè «avevano completato il programma di test», ma fonti attendibili riferiscono che il team factory giapponese non abbia voluto rischiare due preziose giornate di sviluppo coi suoi campioni per un progetto ancora giudicato troppo acerbo.

Controprova ? Guardate il miglior tempo di Jack Miller, impegnato a Jerez con la Honda versione screamer — ordine tradizionale degli scoppi — e big bang.

La mia sensazione è che Jerez sia la vera arena dei piloti: non me ne voglia nessuno, è un complimento a Jonathan Rea (ricordiamoci che fece bene anche in MotoGP quando sostituì Stoner sulla Honda ufficiale nel 2012), Chaz Davies e Marco Melandri. Questi ragazzi della Superbike sono indiavolati e non guidano sofisticati prototipi. Eppure sono bravissimi.

Riassumiamo: Jerez de la Frontera livella le prestazioni dei mezzi, e garantisce un grip migliore con temperature esterne più fredde. Le Pirelli garantiscono un ottimo rendimento nel giro singolo, perchè sono pensate per stint più brevi e per la superpole. Questi test hanno visto partecipare i top rider del mondiale WSBK e i piloti di centro classifica della MotoGP (Iannone escluso, ma l’italiano ha svolto soprattutto test d’ambientamento alla nuova moto). Bisogna aggiungere poi che su quattordici moto della classe prototipi che sono scese in pista sette sono Ducati (in varie configurazioni), due Aprilia, due KTM, una Suzuki e una Honda.  Le Superbike erano sette ma di quattro marche diverse per due moto ciasuno esclusa la MV che ha ben figurato col solo Leon Camier.

Le grandi delusioni di questa settimana di test in Spagna si dividono equamente: la KTM con Bradley Smith che gira a quasi tre secondi dal tempo monstre di Jonathan Rea e l’inglese Sam Lowes che in sella all’Aprilia MotoGP ufficiale prende paga non solo dal compagno di squadra Aleix Espargarò (e vabbè!), ma anche dal gemello Alex Lowes che corre con la Yamaha WSBK.  Radiobox sostiene che — onde evitare figuracce imbarazzanti — Eugene Laverty potrebbe rientrare nel progetto MotoGP e Sam essere declassato a pilota Superbike (addirittura si vocifera di una sua collocazione nel team Iodaracing di Giampiero Sacchi). Jack Miller su Honda è alle prese con un mezzo problematico: avevamo anticipato, al termine dei test della Top Class a Valencia , che in HRC non fossero del tutto soddisfatti. Tutti a dire “gran moto, gran moto”, ma evidentemente qualche problema dalle parti della casa dell’ala dorata c’è. Yamaha pure deve fare i compiti a casa: Van Den Mark sulla R1 WSBK sta faticando parecchio. A Iwata dovranno intervenire in maniera massiccia su un progetto che fatica a decollare.

Io fossi in Ducati farei provare la Ducati Desmosedici in forza al team Pramac a Chaz Davies. Così, giusto per vedere l’effetto che fa.

Per Jonathan Rea, invece, è già pronto un referendum d’iniziativa popolare: “Lo volete voi in MotoGP?”. Unica risposta ammessa è  “SÌ”.

COMBINATA JEREZ TEMPI MOTOGP-WSBK GIOVEDÌ

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Fonte www.motomatters.com

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