Europa, i piccoli club alla riscossa. Atalanta, Lipsia, Colonia e Nizza mettono in fila i grandi squadroni europei. Il Leicester insegna…

[…] Noi siamo piccoli,
ma cresceremo
e allora, virgola!
Ce la vedremo!
Chiusa parentesi, riporto sei,
noi siamo piccoli
ma dateci del lei […]
E’ il coro di una celebre canzone dal titolo “Si,… buonasera!” scritta e cantata da Renato Rascel (L. Chiosso e S. D’Ottavi gli altri due autori) che sta come il cacio sui maccheroni per spiegare il fenomeno che sta prendendo piede in tutta Europa. Altro esempio, stavolta utilizzando i cartoni animati, sono Mignolo e Prof., due simpatici topini bianchi da laboratorio che, chiusi nella loro gabbietta, avevano come ambizione la conquista del Mondo. Le due bestiole, puntualmente, non ci riuscivano mai, però era alquanto lodevole il loro sforzo.
Qualcosa di simile sta accadendo in Europa, dove le matricole terribili, le cosiddette piccole, stanno facendo tremare i blasonati club del Vecchio Continente. Solo la Spagna si sta sottraendo a questo fenomeno, ma nella Liga c’è una sorta di duopolio incontrastato con Real Madrid e Barcellona difficili da scalzare. In Inghilterra, invece, Chelsea, Liverpool, City ed Arsenal sono le prime quattro, tutte big chiaramente, ma la Premier ha già dato nella scorsa stagione con il Leicester, capostipite di questa nuovo fenomeno che ha contagiato anche Italia, Germania e Francia.

Se, nella nostra Serie A, la Juventus è saldamente in testa alla classifica del campionato, c’è un’Atalanta quarta in piena zona Europa League a pari punti con la Lazio e ad una sola lunghezza dal duo Milan-Roma seconde in classifica, quindi virtualmente in Champions League. Cinque vittorie consecutive nelle ultime cinque e gli scalpi di Napoli, Inter e Roma già portati a casa, per un cammino semplicemente da record che nemmeno il più ottimista dei tifosi della Dea avrebbe potuto anche solo lontanamente immaginare. Nessun folle ci avrebbe puntato un euro su questa banda di ragazzini guidata in panchina da un Gasperini che, eccellente a Genova, è stato più volte criticato per i risultati ottenuti lontano dal Grifone. Il tecnico, invece, si è rimesso in gioco in una piazza tranquilla ma esigente come quella nerazzurra ed ha costruito una squadra giovane, giovanissima, con sette under, in grado di sviluppare un bel gioco e di giocarsela contro chiunque avversario, grandi comprese.
In Germania addirittura due sorprese nelle prime quattro: il Lipsia ed il Colonia. Una di queste, la squadra della

Sassonia, è addirittura prima in classifica in solitaria, davanti alla corazzata Bayern Monaco di Carlo Ancelotti caduta nell’ultimo turno per mano del Borussia Dortmund. Neopromosso, il Lipsia guarda tutti dall’alto verso il basso, con nessuna sconfitta finora in campionato, 27 punti frutto di 8 vittorie e tre pareggi e cinque successi consecutivi nelle ultime cinque. Uno squadrone, costruito con intelligenza e lungimiranza che, in teoria, doveva conquistarsi la salvezza; invece questa matricola terribile sta stupendo tutti come dimostrano i tre punti di vantaggio sui bavaresi. Il Colonia, invece, è quarto in classifica, in piena zona per la Champions League, a pari punti con il Borussia Dortmund.

Dalla Germania alla Francia il passo è breve. Anche qui, come in Bundesliga, a farla da padrone è il Nizza di Mario Balotelli che, dopo il passaggio a vuoto nella gara prima della sosta, nel posticipo di ieri ha avuto ragione del St. Etienne ed è tornato in testa, con tre punti di vantaggio su Monaco e, soprattutto, PSG, il club dei petroldollari sceicchi che ha dominato le ultime stagioni, vincendo i campionati già a marzo. Ora, invece, è costretto ad inseguire la squadra della Costa Azzurra che sta regalando un sogno ai suoi tifosi, trascinata anche da un Mario Balotelli decisivo in campo e poco chiacchierato fuori, quasi come se si fosse trovato sulla via di Damasco.
Probabilmente queste bellissime realtà non dureranno a lungo, probabilmente gli squadroni più attrezzati torneranno in vetta e faranno un sol boccone le cosiddette “piccole” come solo i lupi con gli agnelli, ma per il momento il calcio sta regalando almeno tre pagine di storie belle, bellissime, che riconciliano con lo sport più amato del mondo…. In fondo, se il calcio è di chi lo ama – come recita lo spot del main sponsor della nostra Serie A – quest’ultimo deve regalare qualcosa che non sia la solita corruzione o violenza per essere sempre più amato, e modo migliore di questo proprio non lo troviamo.
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