All Japan SBK 2016: l’incidente di Yukio Kagayama riaccende le polemiche sulla sicurezza del circuito di Suzuka
All Japan SBK Suzuka 2016 — Quando il motociclismo parla di Suzuka, di solito lo fa accompagnando le parole con una toccatina scaramantica. Siccome road2sport.com ha più volte sottolineato come il problema della sicurezza dei piloti impegnati nel motorsport sia prioritario rispetto ad ogni cosa, abbiamo il preciso dovere di fare informazione.
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L’All Japan SBK è il campionato nazionale delle derivate di serie. Il più importante tra quelli che si corrono nel paese del Sol Levante. Una volta i giapponesi avevano addirittura un combattuto road racing championship della classe 500, a cui partecipavano tutte le case coi loro prototitpi. Nella superbike nipponica comunque ci sono i migliori piloti locali con qualche ospite illustre preso “a prestito” da altre serie prestigiose. L’ultimo appuntamento della stagione è andato in scena domenica e per poco non finiva in tragedia.Yukio Kagayama — l’esperto collaudatore Suzuki che abbiamo imparato a conoscere bene anche in Europa — dopo pochi giri dalla partenza di Gara 2 perde l’anteriore della sua GSX-R nella curva che immette nel rettilineo principale. Quello dei muri, per capirci. La moto del numero 71 rimane pericolosamente in pista, viene evitata per un soffio da Takahashi che sopraggiungeva da dietro ma non va altrettanto bene a Leon Haslam, uno dei protagonisti del BSB inglese e a Kazuki Watanabe. La coppia in occasione dell’ultimo appuntamento dell’All Japan Superbike faceva parte del team ufficiale Kawasaki.
VIDEO Incidente All Japan SBK 2016: Kagayama investito da Haslam e Watanabe
La carambola è terrificante: “Pocket Rocket” Haslam se la cava con uno spavento mentre il povero Watanabe finisce contro i muri di contenimento che corrono lungo il rettifico vicinissimi al margine asfaltato. La moto è schizzata come un proiettile nella stessa direzione del pilota. La gara viene immediatamente interrotta e si vive l’apprensione tipica di queste situazioni. Kazuki si dimostra tale di nome e di fatto e recupera conoscenza, rassicurando successivamente tutti circa le sue condizioni di salute.
Suzuka pista troppo pericolosa
Il fatto che alla fine tutto si sia risolto per il meglio non modifica di una virgola quanto i piloti vanno dicendo da sempre: Suzuka è diventata troppo pericolosa. Le moto sono diventate troppo potenti per un circuito che ha i muri così vicino al nastro d’asfalto. Non vale neppure la storiella che la pista è implacabile per i piloti senza esperienza: Kagayama è un idolo dei tifosi, un samurai veterano che ha ricevuto il privilegio raro di correre con la Suzuki ufficiale in un team che porta il suo nome. Yukio conosce Suzuka come le sue tasche.
VIDEO Duello Biaggi-Rossi nel GP del Giappone 2001
Come aggravante, date le circostanze, ricordo un’intervista a Valentino Rossi in cui si parlava del famoso episodio del dito medio a Biaggi durante il GP del Giappone del 2001. Il “Dottore” giustificò quel gesto, indiscutibilmente brutto, come la reazione al comportamento in pista del romano. Max Biaggi infatti — come si può vedere dai video ufficiali — allarga visibilmente il gomito per impedire il sorpasso del rivale, che è costretto a finire oltre il cordolo sollevando una nuvoletta di polvere. Rossi spiegherà come la sua piccata esternazione fosse dovuta alla paura: perché a Suzuka il muro è davvero troppo vicino al bordo pista.
Tracciati troppo vecchi nella terra del Sol Levante
Sono anni che la direzione del circuito deve intervenire ma ci sono contenziosi relativi ai terreni confinanti l’autodromo che impediscono un ampliamento del tracciato con conseguente messa in sicurezza. Nella terra del Sol Levante è molto difficile costruire, a causa della scarsità di suolo utile: i circuiti sono vecchi e insicuri. Aggiungiamo che in Giappone il motociclismo è stato per anni demonizzato dalla politica (sembra un paradosso per un Paese che vanta la più evoluta industria mondiale di settore) e forse qualcosa si spiega. Quello che è incomprensibile è come mai si continui a rischiare la vita dei piloti per l’incapacità di prendere decisioni. Auguri a Watanabe per un pronto rientro nel mondo del motorsport: speriamo che la tragedia sfiorata oggi a Suzuka serva come — ennesimo — avvertimento per migliorare la sicurezza di un tracciato ricco di fascino e altrettanto pericoloso.
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