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Storia F1 GP Brasile – Il Circus a ritmo di samba (1° parte)

4 Novembre 2016 di Gianluca Zippo Lascia un commento

Nel prossimo weekend, il Circus farà tappa nel paese più controverso del mondo per la 44° volta

In 32 occasioni, l’evento si è disputato ad Interlagos, sobborgo di quell’immensa megalopoli che è San Paolo, correndo nelle due diverse configurazioni del vecchio tracciato di 7.960 m (dal ’73 al ’77 e nel ’79-’80) e di quello attuale di 4.309 m (dal ’90 ad oggi). In altre 10 edizioni (’78 e dall’81 all’89), le vetture di F1 hanno sfrecciato lungo i 5.031 m del tracciato di Jacarepaguà, a Rio de Janeiro, oggi demolito per far posto al villaggio olimpico che la prossima estate ospiterà gli atleti impegnati nelle Olimpiadi di Rio 2016.




Un rapporto strettissimo, quasi simbiotico quello tra il paese della “saudade” e la F1, che perdura senza interruzioni da oltre un quarantennio. Un connubio che ha regalato la bellezza di 8 Titoli Mondiali (3 per Piquet e Senna, 2 per Fittipaldi), 101 vittorie, 126 pole position e 88 migliori giri su un totale di 31 piloti verde-oro scesi almeno una volta in pista nel Mondiale. Per il nuovo appuntamento di Storie di Gran Premi, ci tuffiamo anima e corpo nella lunga ed affascinante storia del GP del Brasile. Buon viaggio.

Vista aerea del circuito odierno di Interlagos (foto da: formulaf1.es)
Vista aerea del circuito odierno di Interlagos (foto da: formulaf1.es)

1973-1980: Apre le danze Interlagos – Di gare motoristiche, in Brasile, si comincia a parlare sin dal 1934, con le corse disputate sul tracciato di Gavea, a Rio de Janeiro; una pista che si sviluppava su strade di tutti i giorni, della lunghezza di 11.150 metri. Risale, invece, al 1936 la costruzione del primo tracciato permanente dello Stato, presso Interlagos, nell’immensa cintura urbana di San Paolo. Negli anni ’40, in Brasile risultano molto popolari le gare di Stock Car e di vetture turismo; anche il circuito di Interlagos, grazie alle sue caratteristiche, diventa famoso. Sul finire degli anni ’60, contemporaneamente all’ascesa di Emerson Fittipaldi, comincia a germogliare anche l’interesse per la F1 e, di rimando, dopo i primi successi di Emmo, anche la volontà di organizzare una gara nel paese sudamericano. Ciò avviene ad Interlagos (versione old da 7.960 m) nel 1972, ma la prima edizione non è valida per il Mondiale, e viene vinta dall’argentino Reutemann (Brabham). La prima edizione iridata si corre nel weekend tra il 9 e l’11 Febbraio 1973, come seconda gara del Mondiale. Ed è subito delirio per i calorosissimi fans locali. Dopo che la pole era stata conquistata per la prima volta dallo svedese Peterson (Lotus), davanti all’idolo di casa, nonché campione in carica, Fittipaldi (Lotus), a Ickx (Ferrari, al 200° GP nella massima serie) e a Regazzoni (BRM), la gara si trasforma in un assolo di Emerson. Il pilota paulista riesce a conquistare la vetta subito, al via, chiudendo il primo giro davanti al connazionale Pace (Surtees), Stewart (Tyrrell, partito 8°), Peterson, Ickx e Beltoise (BRM). Mentre Fittipaldi scappa via al ritmo di un secondo al giro meglio degli avversari, Pace viene scavalcato sia da Stewart che da Peterson; nel corso del 6° passaggio, improvvisamente si stacca una ruota posteriore dalla Lotus 72 dello svedese, che si gira ad alta velocità e deve ritirarsi. Poco dopo è il turno di Pace (giro 9, sospensione). I primi due prendono definitivamente il largo, con Fittipaldi che vince davanti al suo pubblico, precedendo Stewart; in 3° posizione giunge la McLaren di Hulme, che va a precedere le Ferrari di Merzario e Ickx.

La prima edizione iridata del GP del Brasile va all'idolo di casa Emerson Fittipaldi, su Lotus (foto da: podcastf1brasil.com.br)
La prima edizione iridata del GP del Brasile va all’idolo di casa Emerson Fittipaldi, su Lotus (foto da: podcastf1brasil.com.br)

Nel 1974 Fittipaldi fa il bis, anche se stavolta al volante della McLaren. Il brasiliano realizza la pole, con due decimi su Reutemann (Brabham), otto su Lauda (Ferrari) e Peterson (Lotus). Lo start della gara viene rinviato per permettere agli addetti del circuito di ripulire la pista dai cocci di vetro delle bottiglie gettate dagli spalti. Al verde, Fittipaldi viene sorpreso da Reutemann e da Peterson, mentre Regazzoni (Ferrari) è 4°, con Lauda che sprofonda in classifica, fino a ritirarsi per un guasto ad una valvola del motore (giro 3). La gloria di Carlos è effimera: l’argentino viene infilato, nell’arco di poche curve, prima da Peterson poi da Emmo (giro 4), per poi cedere anche a Regazzoni (giro 9). Davanti, Fittipaldi mette tanta pressione all’ex team mate, fino ad infilarlo nel corso del giro 15, sfruttando il doppiaggio di Merzario (Iso Marlboro) e facendo esplodere la torcida. Mentre il brasiliano si avvia verso la sua 10° vittoria in carriera, Peterson perde il podio a causa di una foratura. A far compagnia ad Emmo vanno, così, Regazzoni e l’altra Lotus di Ickx.

F1 GP Brasile 1974: Due su due per Emerson Fittipaldi

Nelle prime edizioni, il GP del Brasile sembra un affare solo per i piloti di casa. A conferma di questo assunto, nel ’75 arriva il successo di Carlos Pace (Brabham), pilota di San Paolo come Fittipaldi. In pole, a sorpresa, c’è la Shadow del transalpino Jarier, affiancato in prima fila dal solito Fittipaldi; seconda fila per la Brabham di Reutemann e per la Ferrari di Lauda; terza fila per i rispettivi compagni di box, ovvero Regazzoni e Pace. La gara si svolge sotto una canicola infernale, al punto che la polizia bersaglia il pubblico con gli idranti, per dare un po’ di refrigerio. Al via, lo scatto migliore è di Reutemann, che beffa dall’esterno Jarier, installandosi al comando; Fittipaldi, dal canto suo, fa pattinare troppo le gomme, ritrovandosi 7°, preceduto da Pace, Regazzoni, Lauda e Scheckter (Tyrrell). Come nel ’74, la leadership dell’argentino dura poche tornate, subendo i sorpassi di Jarier (giro 5) e del team mate Pace (giro 14), per poi finire fuori dalla zona punti. Dietro i primi due, troviamo Regazzoni e le McLaren di Fittipaldi e Mass, con Lauda in difficoltà. All’inizio del giro 25, passando sul traguardo, Jarier gesticola verso il muretto della Shadow, anche se non se ne capisce il motivo, visto che, poco dopo, porta il suo vantaggio su Pace a 13s. Intanto, Fittipaldi supera Regazzoni (giro 29). Il colpo di scena arriva al giro 33: un problema di distribuzione del carburante fa ammutolire la nera Shadow di Jarier; che beffa per il buon Jean-Pierre! Questo ritiro manda in visibilio il pubblico di casa, poiché davanti ci sono non uno, ma ben due piloti brasiliani e di San Paolo per giunta: Carlos Pace ed Emerson Fittipaldi. Il pilota della Brabham ottiene la prima e purtroppo unica vittoria in carriera, davanti ad Emmo e all’altra M23 di Mass. Il 18 Marzo di due anni dopo, un incidente aereo si porterà via la vita del pilota brasiliano, al quale verrà intitolato il circuito paulista.

Carlos Pace, nel GP del Brasile 1975, ottiene la sua unica vittoria in Formula 1 (foto da: pinterest.com)
Carlos Pace, nel GP del Brasile 1975, ottiene la sua unica vittoria in Formula 1 (foto da: pinterest.com)

Il vento cambia a partire dal 1976, con Niki Lauda che inaugura un trittico di vittorie del Cavallino. La 5° edizione della gara apre il campionato, piazzata com’è tra il 23 ed il 25 Gennaio. In prima fila troviamo i due piloti che infiammeranno quel ’76 destinato a rimanere nella storia della F1: James Hunt (McLaren) e Niki Lauda, divisi da 2 centesimi. La Shadow è ancora competitiva, con Jarier 3° a +0.16, affiancato dall’altra Rossa di Regazzoni (+0.67); in terza fila, a sorpresa, c’è Fittipaldi, al volante della sua scommessa, la Copersucar (+0.83), con Mass (+1.09). Al via, Regazzoni brucia tutti, mettendosi davanti a Lauda, Hunt, Brambilla (March), Jarier, Mass e Watson (Penske). Il ticinese non riesce a fare la differenza, trovandosi tre bestie del volante negli scarichi pronte a sbranarlo. Ad inizio 9° giro, subito dopo aver resistito ad un attacco di Hunt, Lauda sfrutta un pertugio lasciato scoperto dal team mate e si porta al comando; un giro dopo è Hunt a passare il ferrarista, che poche curve dopo si tocca con Jarier; il francese prosegue senza danni, mentre Clay finisce in fondo, per poi risalire fino al 7° posto. Da segnalare la risalita dell’altra Shadow, quella del gallese Tom Pryce, passato dalla 12° alla 4° posizione. Al giro 27, Jarier infila Hunt alla Subida do Lago; l’inglese è in difficoltà a causa di un guaio all’acceleratore, che lo porterà contro il rail, dopo essersi bloccato, alla Curva do Sargento (giro 33). Nello stesso punto, un giro dopo, anche Jarier, nel frattempo portatosi a ridosso di Lauda, finisce nelle barriere, dopo esser passato su una macchia d’olio. In seconda posizione sale Pryce, il quale, una tornata dopo, viene passato dalla Tyrrell di Depailler. Sotto la bandiera scacchi, Lauda trionfa; sul podio anche Depailler e Pryce.

La partenza del GP del Brasile 1976, che vedrà Lauda vincitore (foto da: en.espn.co.uk)
La partenza del GP del Brasile 1976, che vedrà Lauda vincitore (foto da: en.espn.co.uk)

Il GP del ’77 vede ancora Hunt in pole, davanti a Reutemann (Ferrari, a +0.07), Andretti (Lotus, +0.24), Mass (+0.25), Pace (+0.46) e Depailler (+0.58); molto indietro Lauda, solo 13° e senza la nuova ala posteriore, a disposizione invece di Reutemann (+2.26), e il vincitore della gara inaugurale in Argentina, ovvero la Wolf di Scheckter, 15° (+2.70). La domenica, il gran caldo porta allo sgretolamento dell’asfalto; problema che causerà non pochi intoppi. La partenza vede Pace scattare alla grande, dalla terza fila alla vetta del gp, precedendo Reutemann, Hunt, Mass e Andretti. Hunt è molto determinato in queste prime tornate, superando subito l’argentino della Ferrari (giro 3) e andando all’assalto del padrone di casa. L’attacco arriva in fondo al rettilineo che porta a curva 3: l’inglese è all’interno, ma Pace, per coprire un eventuale affondo, mette le ruote sullo sporco e finisce in testacoda, danneggiando anche l’ala anteriore, che va a collidere con la posteriore destra della McLaren. Hunt prosegue incredibilmente senza problemi, mentre Pace torna ai box per le riparazioni e si ritrova ultimo. Al giro 12, Scheckter è costretto a parcheggiare la sua Wolf (motore) sempre in fondo al rettilineo che porta a curva 3. Una tornata dopo, l’olio perso dalla vettura del sudafricano provoca il caos: Mass sbanda e finisce contro le reti, seguito subito dalla Ensign di Regazzoni; Depailler finisce in testacoda, mentre sono bravi Laffite (Ligier) e Pryce a rallentare per tempo. Non altrettanto fa Peterson (Tyrrell), che arriva troppo veloce e finisce anche lui a muro. La serie di ritiri continua: al giro 20 è il turno di Andretti (accensione), mentre Reutemann è ormai negli scarichi di Hunt. Il sorpasso si concretizza al 23° giro, in fondo al Retao; subito dopo, l’inglese va ai box cambiando gli pneumatici. Grande pericolo intorno al 30° giro: il punto più critico, per quanto riguarda la tenuta dell’asfalto, è la curva del Ferro di Cavallo, dove in molti sono finiti fuori nel corso del weekend; non fa eccezione Laffite, che termina la sua gara nelle reti. Quindi è il turno di Depailler, che sbatte pesantemente contro le barriere, rimbalzando in pista; per evitarlo, Watson (3°), finisce a pochi centimetri dalla Ligier di Laffitte. Nell’impatto, Depailler si è fatto male e viene soccorso, senza criterio, dal personale presente a bordo pista; estratto di peso (!) dalla monoposto, il francese, a braccia, viene portato verso un’ambulanza, addirittura messa di traverso in mezzo alla pista, mentre un’altra si fionda sul tracciato, giungendo sul luogo dell’incidente. Nonostante tutto, la gara va fino alla fine: Reutemann controlla e vince; Hunt, con gomme più fresche, rimonta e passa Lauda; i due giungono 2° e 3° grazie al ritiro di Pryce (giro 34, motore), il quale perirà nella gara successiva, il 5 Marzo a Kyalami, a causa dell’incidente più assurdo ed orripilante della storia della F1.

Una fase del Gran Premio del 1977, con Reutemann (Ferrari), davanti alle McLaren di Hunt e Mass (foto da: en.espn.co.uk/Sutton Images)
Una fase del Gran Premio del 1977, con Reutemann (Ferrari), davanti alle McLaren di Hunt e Mass (foto da: en.espn.co.uk/Sutton Images)

Nel 1978, il GP del Brasile cambia sede, spostandosi nello stato di Rio de Janeiro, presso il circuito di Jacarepaguà, inaugurato un anno prima. Lungo 5.031m, il tracciato carioca incontra pareri discordanti tra i piloti, che si dividono tra chi lo apprezza (pur risaltandone presunte difficoltà nel superare) e chi lo paragona a poco più di un kartodromo. Le qualifiche vedono Ronnie Peterson (Lotus) spuntarla per 8 centesimi su Hunt, seguiti da Andretti, Reutemann, Tambay (McLaren) e Villeneuve (Ferrari). La domenica il caldo è opprimente: le temperature oscillano tra i 35 e i 40 C°, costringendo i team ai salti mortali per assicurare refrigerio a piloti e parti meccaniche. Allo spegnersi dei semafori, lo spunto migliore è di Reutemann, che balza al comando già dalla prima curva, davanti a Peterson, Hunt, Andretti, Fittipaldi (Copersucar), Tambay e Villeneuve. Nel 2° passaggio, Hunt si sbarazza di Peterson, con Villeneuve che fa lo stesso con Tambay. Reutemann, velocissimo nel warm up del mattino, imprime da subito un ritmo forsennato alla gara, aiutato anche dalle nuove Michelin S9, molto più performanti delle Goodyear utilizzate dalle altre scuderie. Dietro l’argentino, man mano vari avversari si ritirano. Villeneuve e Peterson, in lotta per la 4° posizione, si toccano in fondo al lungo rettilineo nel corso del 15° giro, finendo entrambi nella sabbia e coinvolgendo anche Scheckter (Wolf); lo svedese e il sudafricano alzano bandiera bianca, mentre il ferrarista si fermerà 20 tornate dopo (testacoda). Hunt, dopo aver perso tante posizioni a causa di una gomma deteriorata, si ferma al giro 25 (testacoda); Stuck (Shadow), risalito in 4° posizione, si ferma un passaggio dopo (alimentazione). Così, alle spalle, del ferrarista, comodamente al comando, troviamo Andretti, Fittipaldi, Lauda (Brabham), Tambay e Regazzoni (Shadow). Al 34° giro, un testacoda risulta fatale anche a Tambay. Reutemann vola verso la 6° vittoria in carriera (prima per una vettura gommata Michelin), mentre Andretti, a causa di un problema al cambio, finisce 4°; ne approfittano un sorprendente Fittipaldi, che regala il primo (ed unico) podio alla Copersucar, e Lauda.

F1 GP Brasile 1978: arrivo e vittoria di Reutemann (da notare quanta gente piombi in pista a gara ancora non conclusa)

Il Circus torna ad Interlagos nel ’79. Il circuito paulista subisce delle leggere modifiche alle curve do Sol, do Sargento e Mergulho, riducendone la lunghezza a 7.873m. E’ l’ultima volta che una gara del Mondiale si corre in Febbraio. La vigilia è agitata dalle polemiche che coinvolgono i piloti e la FISA (Federazione Internazionale), causate dalla sanzione inflitta al pilota della McLaren John Watson, reo di aver provocato un incidente al via della gara precedente, in Argentina. Su tutti, è Clay Regazzoni, nel ’79 al volante della Williams, a difendere a spada tratta la categoria, scagliandosi con violenza contro il sistema, denunciando la “follia” delle nuove monoposto, più simili ad aerei che a macchine da corsa, che costringono i piloti a tenere premuto l’acceleratore a tavoletta anche in curva e definendo il patron della Lotus, Colin Chapman, colui che ha introdotto l’era delle “wing car” (vetture ad effetto suolo) come un irresponsabile. Il ticinese, infine, afferma come solo in seguito ad una tragedia, causata con tutta probabilità dal malfunzionamento delle minigonne, si penserà ad un passo indietro (tristemente profetico Clay). Il weekend si risolve in un dominio delle Ligier JS11, fantastico prodotto della mente di Gerard Doucarouge, monoposto che sono riuscire a replicare e migliorare l’effetto suolo introdotto dalla mitica Lotus 79. La pole è di Laffite, che distacca nettamente tutti gli altri, a partire dal team mate Depailler (+0.92) e dalle Lotus di Reutemann (+1.08) e del Campione in carica Andretti (+1.21); terza fila per le Ferrari di Villeneuve (+1.27) e di Scheckter (+1.41). Prima del giro di ricognizione, dei problemi ai motori delle due Lotus (su quello di Andretti si sprigiona anche un principio d’incendio) tengono in apprensione Chapman. Al via, Laffite scatta come una scheggia, mentre Depailler viene scavalcato da Andretti, salvo riprendersi poco dopo la 2° posizione. La gara dell’italo-americano termina già il giro dopo, a causa dell’aggravarsi del problema al propulsore. E’ difficile l’avvio delle Ferrari, afflitte da problemi alle gomme; Fittipaldi ne approfitta, risalendo in 4° posizione, per il tripudio dei connazionali; peccato che il due volte Campione del Mondo monti delle gomme da qualifica e, dopo l’ovvio pit stop (giro 21), sprofonda nelle retrovie. Davanti, la gara non ha storia, con le due Ligier che arrivano quasi in parata (unica doppietta della storia del team francese) e Laffite che centra la seconda vittoria in altrettante gare, candidando la Ligier a vettura favorita della stagione. Sul podio sale anche Reutemann, nonostante il reclamo presentato dal boss della Tyrrell, Ken, per la spinta ricevuta prima del via del giro di ricognizione, chiedendo una penalizzazione di un minuto sul tempo finale di gara dell’argentino, in modo da consentire a Pironi di salire sul podio. Ma il reclamo viene respinto.

Il via dell'edizione 1979 della gara brasiliana, con le Ligier in prima fila (foto da: f1-history.deviantart.com)
Il via dell’edizione 1979 della gara brasiliana, con le Ligier in prima fila (foto da: f1-history.deviantart.com)

La Francia domina anche l’edizione 1980, un’edizione dalla gestazione ancora una volta travagliata. Inizialmente, infatti, la corsa doveva svolgersi a Jacarepaguà, ma il sindaco di Rio fa saltare tutto, lamentando gli eccessivi costi di organizzazione dell’evento; in più, a causa della crisi petrolifera che attanaglia il Brasile, il governo vieta gare automobilistiche sul suolo verde-oro. Ecclestone, da parte sua, minaccia la cancellazione della gara dal calendario, sottolineando come ci siano altri cinque paesi pronti a subentrare (non vi ricorda nulla questo modo di fare, assolutamente attuale?). Qualche tempo dopo, la Federazione brasiliana riesce a salvare l’evento rispostandolo ad Interlagos, sostenendo che il divieto governativo riguardasse solo le gare nazionali. Questa scelta, però, scatena la reazione della GPDA, che giudica il tracciato paulista poco sicuro, minacciando di non correre. Per tutta risposta, Bernie replica che, in caso di boicottaggio, provvederà a sostituire coloro che diserteranno con altri piloti disposti a correre. Gli organizzatori, intanto, riasfaltano praticamente tutta la pista, rinforzando le barriere in più punti. Nei giorni precedenti la gara, il presidente della GPDA, Jody Scheckter, compie un sopralluogo sulla pista, rilevando la presenza di molti “bump” (gobbe), che creeranno non pochi problemi nel weekend di San Paolo. La pole è fatta segnare da Jabouille (Renault), che fa meglio di Pironi (Ligier), Villeneuve, Reutemann (Williams), Laffite e Arnoux (Renault); solo 8° l’altra Ferrari di Scheckter, che precede quelli che si contenderanno l’iride, ovvero Piquet (Brabham) e Jones (Williams). Al via, Villeneuve balza al comando, con Jabouille superato anche dalle due Ligier, salvo ripassarle entrambe già nel corso della prima tornata; seguono Arnoux, De Angelis (Lotus), Jones e Scheckter; finisce già la gara di Reutemann (trasmissione) e di Andretti (testacoda). La leadership del canadese termina già nel secondo giro, infilato da Jabouille alla Curva do Sol; Gilles viene subito passato anche da Pironi, per poi cedere posizioni, nello stesso giro, anche a Laffite e ad Arnoux. Nel corso del 3° passaggio, Laffite ed Arnoux hanno la meglio su Pironi, mentre Villeneuve viene superato anche da De Angelis. Una tornata dopo, Pironi è costretto ai box dalla rottura di una minigonna; ripartito 21°, compirà una splendida rimonta, che terminerà ai piedi del podio. Due giri dopo, Gilles va ai box, ormai in crisi con le sue Michelin; poco dopo si ritira Scheckter (giro 12, motore), imitato da Laffite e Piquet, entrambi ko al giro 14, rispettivamente per un guasto elettrico e ad una sospensione. A metà gara, Jabouille continua a comandare la corsa, precedendo Arnoux, De Angelis, Jones, Patrese (Arrows) e Prost (McLaren). Il malfunzionamento del turbo costa il ritiro al leader Jabouille (giro 25), consentendo al team mate Arnoux di vincere per la prima volta in carriera; sul podio anche De Angelis e Jones. Il pilota italiano, con questo risultato, diventa il più giovane di sempre ad andare sul podio, con 21 anni 10 mesi e un giorno, battendo il record di Bruce McLaren (21 anni 10 mesi e 18 giorni), che durava dal GP di Gran Bretagna 1959; questo primato resisterà fino al GP d’Argentina 1997, quando sarà migliorato da Ralf Schumacher (21 anni 9 mesi e 14 giorni).

F1 GP Brasile 1980: gli highlights dell’ultima volta sul vecchio Interlagos

Appuntamento ai prossimi giorni con gli altri capitoli della storia del Gran Premio del Brasile. Non mancate!

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Info Gianluca Zippo

Nato a Formia il 13/01/1988. Laureato in Giurisprudenza presso la Federico II di Napoli, già collaboratore e redattore per Teladoiolamerica.net. La Formula 1 è la mia passione e il campo nel quale desidero affermarmi. Il mondo dello sport, comunque, mi affascina a 360° e seguo con assiduità anche calcio e NBA, collaborando rispettivamente per altronapoli.it e nba24.it.

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