Non ce la fanno proprio Le Iene. Sbavano di fronte alla possibilità di intervistare ex ciclisti rei confessi in cerca di popolarità e col desiderio di sputtanare il movimento ciclistico.

Il prossimo obiettivo pare essere Vincenzo Nibali. Il meccanismo è lo stesso che usarono i loro colleghi 17 anni fa quando a rimetterci fu Marco Pantani. Ci sono le voci, testimoni inaffidabili, dati poco certi e si dà il via al tam tam mediatico. Si sbatte il mostro in prima pagina e in questo Le Iene da sempre sono state professioniste.
Prendiamo due vicende come il caso Stamina o l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino. Due vicende nelle quali Le Iene si sono schierate da una parte e nelle quali sono state sbugiardate. Prescritto Vannoni, il creatore del metodo Stamina, innocente Marino, dileggiato per tutta la durata del suo mandato di sindaco. Due veri “colpacci” giornalistici a cui adesso si aggiunge questa vicenda che ha del grottesco, un vero attacco frontale alla FCI e in seconda battuta all’ACCPI che si sono giustamente rivoltate ai precedenti servizi diffamatori e come sempre senza contraddittorio mandati in onda da Le Iene negli ultimi mesi.
Le presunte irregolarità ai controlli antidoping di Superga 2015, il Campionato Nazionale nel quale Nibali vinse battendo Reda, poi risultato positivo, sono state smentite praticamente in tempo reale dal siciliano che sui suoi profili Facebook e Twitter ha postato le foto dei test
I miei controlli sono regolari i problemi sono per i diffamatori ! #Buonanotte #sonnitranquilli pic.twitter.com/0O9fJfqSgb
— Vincenzo Nibali (@vincenzonibali) 16 ottobre 2016
Un tweet che vale più di tante parole (a vanvera) da parte di una trasmissione che per meri interessi (forse perchè il ciclismo lo trasmette un’emittente rivale) stanno regolarmente cercando di infangare uno degli sport che più si sta battendo per ripulire la sua immagine attraverso controlli a raffica, Adams e passaporti biologici. Già, perchè il ciclista vive una vita infernale tra allenamenti e visite a sorpresa con annesso obbligo di reperibilità da parte dei controllori. Ma questo Le Iene non lo spiegano così come non hanno spiegato una notizia proveniente da Rio de Janeiro 2016 ovvero che a causa della mancanza di kit i calciatori del Torneo Olimpico non sono stati controllati nella prima fase.
Informare sarebbe complicato e quindi, per far contento il popolo bue che sui Social Network ripete la tiritera dei “250 km percorsi a 50 di media”, c’è troppo bisogno di programmi volutamente diffamatori come Le Iene che difendono l’interesse dell’editore al quale il ciclismo non interessa. Perchè non dire che Vincenzo Nibali è stato controllato più e più volte al Tour de France che iniziava la settimana successiva? Perchè non dire che Francesco Reda, già implicato in storie strane negli anni precedenti, faceva parte di una squadra Continental e quindi senza Passaporto Biologico?
La cosa triste in tutto ciò è l’atteggiamento degli ex corridori che, per 5 minuti di notorietà, collaborano alla disinformazione “vuotando il sacco” e mettendo la loro faccia in servizi dal valore giornalistico pari a zero come quello in cui, in relazione ai file hackerati di Fancy Bears, Le Iene hanno parlato solo dei certificati di Bradley Wiggins e Chris Froome senza menzionare nessuno degli oltre 100 sportivi implicati, come fosse un problema del solo ciclismo.
Forza Vincenzo, mai come oggi siamo al tuo fianco
Segui @road2sport su Twitter e interagisci con la redazione!
La loro fama è dovuta soprattutto a queste forme di inchiesta dove attaccano a testa bassa senza curarsi di avere in mano dei documenti reali e così accade che alla prova dei fatti vengono sbugiardati. Nibali è un grandissimo campione ed è un signore smentendoli con classe ed eleganza. Purtroppo quest’attaccare ininterrottamente uno sport bellissimo come il ciclismo è una mania che ritengo coinvolge frustrati, invidiosi e ignoranti per cui vale la pena di rievocare le parole del divino poeta: “Non ti curare di loro ma guarda e passa”.
Si sono dimostrati quello che sono, il nulla