F1 Barcellona 1991 Mansell vs Senna: l’ultimo atto della presidenza Balestre

Mansell contro Senna sul rettilineo principale del circuito di Catalogna durante il Gran Premio di Spagna 1991. E’ probabilmente questa l’immagine più bella della storia della Formula 1 coi due piloti che hanno tempo di guardarsi, mentre le gomme delle proprie monoposto si sfiorano, domandandosi chi dei due avrebbe tolto per primo il piede dall’acceleratore. Un’immagine che evoca tantissima nostalgia, ricordando un’epoca passata che tutti vorrebbero rivivere.
Quella Formula 1, da oltre un decennio, era governata da due personaggi: Bernie Ecclestone, presente tutt’ora, e Jean Marie Balestre, capo della FIA. Ecclestone e Balestre avevano avuto un lunghissimo braccio di ferro tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80: i due “dittatori” avevano fatto a gara per prendere il controllo totale della F1. Non riuscendo l’uno a scavalcare l’altro si erano accordati firmando il Patto della Concordia.
Elezioni Presidente FIA 1991: una sconfitta inaspettata
Balestre, fin troppo criticato per il suo duro atteggiamento e per qualche decisione non giudicata neutrale (su tutte la squalifica di Senna nel GP del Giappone 1989), ha avuto il merito e la fortuna di essere il padre-padrone di quella Formula 1, la più spettacolare di sempre. Il 9 ottobre 1991, tra il GP di Spagna e quello del Giappone del 1991, erano in programma le elezioni per il presidente FIA; Balestre, favorito della vigilia, venne sfidato dall’avvocato inglese Max Mosley. Come raccontato in un articolo di Repubblica scritto all’epoca da Carlo Marincovich, Balestre perse inaspettatamente. Il suo regno era finito e da lì in poi la Formula 1 non sarebbe stata più la stessa. L’elettronica avrebbe preso il sopravvento; il talento degli ingegneri avrebbe sopraffatto quello dei piloti. Le battaglie portate avanti da Max Mosley nel tentativo di evitare tutto ciò, alla fine, furono perse.
Mosley le battaglie perse contro elettronica e spese incontrollate
Mosley provò concretamente a fermare la caduta della F1 in questo vortice. Nel 1994 decise di togliere tutti gli aiuti elettronici, diventati nel 1992 e 1993 l’arma vincente della Williams-Renault: il risultato fu disastroso. La Formula 1 tornò d’incanto pericolosissima, oltre alle morti di Ratzenberger e Senna si registrarono tanti incidenti gravi, e anche sotto un punto di vista puramente sportivo non mancarono i sospetti nei confronti dei vincitori, accusati di ricorrere segretamente ad aiuti elettronici sui quali la FIA non era stata in grado di vigilare o aveva taciuto.
Mosley nel 2009 tentò di mettere un freno alle spese folli che venivano e vengono tuttora fatte dalle squadre di Formula 1 per affrontare un campionato. Anche in quel caso la giusta proposta di Mosley finì per ritorcersi contro: le squadre trovarono un accordo per bocciare il tetto di spesa voluto dal presidente della FIA.
FIA: dal dittatore Balestre al democratico Todt
Le battaglie perse da Mosley hanno snaturato il ruolo di presidente FIA. Nell’arco di 25 anni la F1 è passata dalla dittatura di Balestre alla democrazia di Todt. Famosa è la frase di Balestre: “La miglior decisione è la mia decisione” ripresa anche nel film-documentario su Ayrton Senna. Pronunciata da una persona forse fin troppo sicura si sé, ma anche certa di farsi rispettare. Mosley, pur portando avanti le migliori decisioni, non è riuscito ad imporsi, schiacciato inesorabilmente dall’avanzare della tecnologia (nel caso del tentativo di bandire l’elettronica dalla F1) e dalla troppa ricchezza dei top-team (nel caso del tentativo di introdurre il tetto di spesa). Da Todt, attuale Presidente FIA succeduto a Mosley nel 2010, non sentiremo mai pronunciare una frase come quella di Balestre: l’ex manager della Ferrari crede fermamente nella democrazia e tutte le decisioni, riguardanti la F1, le desidera prendere in accordo con le squadre.
Grazie JMB
Oggi ricorrono i 25 anni da quel Gran Premio di Spagna, l’ultimo nella storia della Formula 1 con Jean Marie Balestre presidente. In molti, durante questa giornata, sui social network condivideranno le immagini di quel duello tra Mansell e Senna, ma in pochi, se non nessuno, si ricorderanno, o vorranno ricordare, chi fosse il regista di quella scena.
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