Comincia domani la Vuelta a Espana 2016 con tre grandi favoriti ma con le solite incognite che offre la corsa a tappe spagnola

Non si è ancora spento l’eco della vittoria olimpica di Elia Viviani che è già tempo di Vuelta a Espana 2016. Il terzo Grande Giro stagionale, con il solito percorso pieno di tappe ad una salita nel quale viene uccisa la fantasia dei corridori, non vedrà al via il campione uscente Fabio Aru che non difenderà la Roja conquistata all’ultima tappa utile della scorsa edizione strappandola di fatto all’olandese Tom Dumoulin.
Il duello è stato una costante di ciò che è successo negli ultimi anni della corsa spagnola dove un corridore dato per favorito si è sempre scontrato con un corridore inatteso alla vigilia. Come Dumoulin in precedenza c’erano stati i vari Juan Josè Cobo e Chris Horner, carneadi che hanno portato a casa una grande corsa a tappe grazie alla freschezza nonchè all’abilità di passare inosservati per gran parte del tempo. E’ proprio la freschezza l’arma in più di chi vuole lottare per la Roja visto che è dal 2005 che il vincitore della Vuelta a Espana non conclude il Tour de France.
La statistica sembrerebbe frenare le ambizioni di due dei “tre tenori” che si presentano al via con il palmares adatto per vincere ovvero Chris Froome, Nairo Quintana e Alberto Contador. La corsa in linea di Rio 2016 ci ha mostrato un Froome nettamente in calo di condizione ed è da vedere quindi la reazione del britannico ad un triplo impegno così ravvicinato aggiungendo il fatto che la Sky, che pure ripropone in un GT Michal Kwiatkowski, non sembra quello squadrone visto altrove. Sembra più forte in teoria la Movistar che riabbraccia capitan Quintana dopo il podio e i problemi fisici della Grande Boucle che hanno costretto l’andino a disertare Rio 2016. In Brasile c’era Alejandro Valverde che proverà a chiudere il suo quinto GT consecutivo tra i primi 10, e sarebbe il primo a farlo in una stagione dai tempi di Gastone Nencini, anno 1957. Un’impresa difficile ma non impossibile.
Il terzo dei tre tenori è Alberto Contador che, vista la stagione, sembra arrivare alla Vuelta a Espana 2016 decisamente più fresco rispetto agli altri favoriti. Due le incognite per il madrileno ovvero un percorso che non gli si addice più di tanto, con salite troppo esplosive per le sue caratteristiche, e una squadra che sembra oltremodo fragile e che avrà nell’appuntamento iberico l’ultimo GT della storia. Arrivano “freschi” all’appuntamento anche due protagonisti del Giro d’Italia come Steven Kruijswijk e Esteban Chaves, entrambi presenti a Rio 2016 e senza altre corse nelle gambe dopo la Corsa Rosa. Un azzardo? Vedremo se la situazione li favorirà con l’olandese che troverà in squadra un altro corridore fresco come Robert Gesink, unico tra gli uomini di classifica a non aver disputato un GT in stagione assieme a Andrew Talansky.
Molti ovviamente gli outsider per la classifica generale a cominciare da Tejay Van Garderen, vera delusione della Grande Boucle e alla ricerca di quell’amore mai davvero sbocciato con la corsa a tappe spagnola tanto che dovrebbe lavorare per Samuel Sanchez, due volte a podio anche se l’ultima è datata 2008. Uomo interessante all’esordio in un GT è invece Miguel Angel Lopez, vincitore del Tour du Suisse e del Tour du Langkawi nonchè promessa del ciclismo colombiano tanto che l’Astana gli ha messo a disposizione una squadra forte con i nostri Michele Scarponi e Dario Cataldo tra i gregari fidati. Andrà alla ricerca della seconda top 10 stagionale in un GT invece Louis Meintjes, capitano della Lampre, giovane promettente come il britannico Hugh Carthy o il francese Pierre Latour, che non partono con i galloni da leader ma che potrebbero ritrovarli per strada. Altri uomini da top 10 potranno essere Jean Cristophe Peraud, che si ritirerà a fine Vuelta, Warren Barguil, Alexandre Geniez, Matthias Frank, Rein Taaramae o Haimar Zubeldia.
E gli italiani? I 18 corridori di casa nostra non sembrano avere chances di riconquistare la Roja ma saranno al via per aiutare i propri capitani con qualche eccezione soprattutto per quanto riguarda le ruote veloci. Niccolò Bonifazio e Kristian Sbaragli sembrano infatti essere due tra gli uomini più veloci di una corsa che non ha tante frazioni da regalare ai velocisti. I nomi più accreditati per gli sprint di gruppo sembrano essere quelli di Niklas Arndt, Tyler Farrar, Lorenzo Manzin, Tosh Van der Sande, Jean Pierre Drucker o Jonas Van Genechten, nomi di secondo livello rispetto a quelli visti a Giro o Tour. Tanti i cacciatori di tappe azzurri che potrebbero regalarsi soddisfazioni sui percorsi complicati come Fabio Felline, Davide Formolo o Moreno Moser con Gianluca Brambilla che sembrerebbe l’unico corridore a poter tentare di fare classifica. Non ci resta che vedere cosa saranno capaci di fare i nostri portacolori e tifarli da domani, giorno della prima tappa
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