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VIDEO F1 Nigel Mansell: i migliori sorpassi del Leone d’Inghilterra

8 Agosto 2016 di Gianluca Zippo Lascia un commento

VIDEO F1 Nigel Mansell: nel giorno del suo 63.esimo compleanno, ripercorriamo la carriera del pilota inglese, mettendo l’accento sui suoi sorpassi più spettacolari

Nigel Ernest James Mansell è nato a Upton-upon-Severn, nel Worcestershire (Inghilterra), l’8 Agosto 1953. Soprannominato “Leone d’Inghilterra”, grazie al suo spirito indomito, coraggioso e combattivo, Mansell ha disputato 15 stagioni in F1, dal 1980 al 1995 (1993 escluso), vincendo il Mondiale Piloti nel 1992. Con 31 vittorie, è il pilota britannico ad aver vinto più GP (5° assoluto), e ha detenuto fino al 2011 il record di pole in una stagione (nel 1992 ne fece segnare 14 su 16 GP), primato battuto da Sebastian Vettel. Nigel vanta anche il titolo vinto nella Formula CART nel 1993, divenendo il primo pilota nella storia a detenere sia il titolo CART che quello di F1, al momento ancora non assegnato.

Nigel Mansell
Nigel Mansell su Williams nel campionato di F1 1986 (foto da: richardsf1.com)

Carriera – Gli inizi

Dopo aver ben figurato nei kart, Mansell si comportò molto bene in Formula Ford, intrapresa nonostante l’opposizione paterna; meno fortunate furono le sue esperienze in Formula 3 e in Formula 2, dove l’inglese fu penalizzato da vetture non all’altezza e da un elevato numero di incidenti, che in più di un’occasione gli impedirono di correre. Nonostante tutto, però, il talento di Mansell, anche se a sprazzi, venne fuori, attirando l’attenzione di Peter Collins, uomo di fiducia di Colin Chapman, capo della Lotus; in queste categorie, Nigel sviluppò anche una forte rivalità con l’italiano Andrea de Cesaris.

1980-84: l’esperienza nella Lotus

Colin Chapman affidò, all’allora 27enne inglese, una Lotus 81B per tre GP della stagione ’80. I risultati furono tutt’altro che positivi, visto che Nigel si ritirò, in gara, sia in Austria (perdita di carburante) che in Olanda (problema ai freni), mentre un incidente, ad Imola (sede del GP d’Italia), gli impedì di qualificarsi.

Nel 1981 Mansell divenne pilota titolare della Lotus, con al fianco l’italiano Elio de Angelis, alla guida della 81B-Ford. Dopo un inizio difficile, l’inglese conquista il primo podio a Zolder; invece, a Monaco, la rottura di una sospensione vanifica uno splendido 3° posto in qualifica. Dopo un 6° in Spagna, la stagione prosegue con molte difficoltà, fino all’appuntamento finale di Las Vegas, dove Nigel arriva 4°. La sua prima stagione completa in F1 si conclude, quindi, con 8 punti e il 14.esimo posto in classifica.

La stagione ’82 fu durissima per Mansell. I risultati latitarono: l’inglese arrivò a punti in sole due gare, Brasile (3°) e Monaco (4°); inoltre, tornò alla Lotus il tecnico Peter Warr, che non sopportava Mansell, considerandolo un pilota senza talento; infine, la mancanza di un motore turbo sulla Lotus influì sicuramente, anche se De Angelis riuscì comunque a vincere in Austria. L’anno si chiuse tragicamente, con la morte, il 16 Dicembre, di Chapman, che lasciò l’inglese senza una guida; lo stesso Mansell, nella sua biografia, dichiarò: “Una parte di me è morta con lui. Avevo perso un membro della famiglia”.




Senza Chapman, i rapporti fra Nigel e la squadra peggiorarono ulteriormente, con Warr che prese il posto del mitico Colin. A riprova dell’astio di quest’ultimo nei confronti del pilota inglese, basta sottolineare come Nigel abbia potuto usufruire della Lotus 93T Turbo solo a partire dalla nona gara, a Silverstone, dove giunse 4°; il suo miglior risultato stagionale fu il podio (3°) a Brands Hatch, sede del GP d’Europa. Comunque, solo l’intervento del title sponsor “John Player Special” salvò Mansell dal licenziamento.

Nel 1984, le cose, per Mansell e la Lotus, migliorarono, con l’inglese che conquista la prima pole, a Dallas (gara resa mitica dalle immagini dello stesso inglese che cerca di spingere la sua vettura al traguardo, salvo svenire per la fatica e il caldo), e due podi, a Digione e a Zandvoort. Malgrado i risultati, lo sponsor Lotus rimase folgorato dal talento di Senna e, vista anche la conferma di de Angelis, Mansell rimase senza sedile, fino all’intervento di Frank Williams, che lo ingaggiò.

1985-88: i titoli sfiorati con la Williams

Grazie alla scuderia di Grove, Mansell riuscì, finalmente, a mostrare tutto il suo talento. Nel 1985, la stagione è condizionata dalla scarsa affidabilità del motore Honda; ma, sul finire del Campionato, la competitività della Williams si impenna, e Nigel centra le sue prime due vittorie, a Brands Hatch e a Kyalami, diventando, per la stagione seguente, il favorito numero uno.

Partito Rosberg, finito in McLaren al posto di Lauda, a fare compagnia a Mansell giunge il bicampione del Mondo Nelson Piquet, con il quale i rapporti furono, da subito, molto tesi. Come si suol dire in questi casi, “tra i due litiganti il terzo gode”; infatti, sarà Prost ad aggiudicarsi il Mondiale, nel finale thrilling di Adelaide: Mansell si presenta all’ultima prova con +6 su Prost e +7 su Piquet, potendo trionfare anche grazie ad un 3° posto. Il destino non la pensa così: al 64.esimo giro, mentre occupava proprio la 3° posizione, la posteriore sinistra della Williams di Mansell esplode in pieno rettilineo, causandone il ritiro; Piquet viene fatto fermare per un pit prudenziale, perdendo la posizione su Prost, che vince il Mondiale.

Il 1987 sembra essere l’anno buono per l’inglese e, effettivamente, la lotta è ristretta solo al duo Williams. Però, nonostante Mansell vinse 6 gare contro le 3 del brasiliano, la maggiore regolarità del secondo si rivelò decisiva, con il Leone che consegnò il titolo a Suzuka, dopo un brutto incidente nelle libere.

Nel 1988, la Williams perse competitività, a causa del divorzio con la Honda e Mansell, a causa anche dell’inaffidabilità del sistema delle sospensioni attive, vide la bandiera scacchi solo due volte, centrando due piazze d’onore, a Silverstone ed a Jerez. Tutto questo convinse Nigel a firmare un biennale con la Ferrari.

1989-90: il biennio in “rosso”

Mansell fu l’ultimo pilota di Maranello ad essere selezionato personalmente dal Drake, Enzo Ferrari, prima della sua morte avvenuta il 14 Agosto 1988, circostanza definita, dallo stesso pilota inglese, come “uno dei più grandi onori di tutta la mia carriera”. Il Leone arrivò in Ferrari nel 1989, appoggiando il progetto della 640 F1, creato da John Barnard, che poteva disporre del cambio al volante, soluzione avveniristica per l’epoca, che la Ferrari stava studiando già dai tempi di Villeneuve; compagno di squadra fu l’austriaco Gehrard Berger. La stagione cominciò ottimamente, con la vittoria in Brasile, ma la fragilità del cambio della Ferrari gli impose una serie di ritiri che lo fecero uscire presto dalla lotta iridata.

Nella fase centrale del campionato, Mansell ritrovò competitività, arrivando 2° in Francia e in Gran Bretagna, 3° in Germania e tornando alla vitttoria in Ungheria, dove compì uno dei sorpassi più belli della sua carriera, ai danni di Senna. Dopo un altro podio in Belgio, il finale di stagione fu deludente, costellato di ritiri e con la seconda squalifica stagionale, in Portogallo, dopo quella in Canada.

Anche il 1990 non fu all’altezza delle aspettative, per l’inglese. La Ferrari aveva ingaggiato il “Professore”, Alain Prost, e sin da subito l’appoggio del team si concentrò sul francese. Oltre ad una pole, a Silverstone, l’unica soddisfazione per Mansell giunse all’Estoril, dove vinse la gara, anche se, al via, strinse scorrettamente verso il muro Prost. Il 1° Ottobre venne ufficializzato il suo ritorno in Williams, con lo status di prima guida; comunque, Nigel lasciò la Ferrari con due secondi posti nelle ultime tre gare, lasciando un bellissimo ricordo ai tifosi del Cavallino.

1991-92: il ritorno vincente in Williams

Tornato da Frank Williams, Mansell, per il 1991, poteva disporre della FW14, progettata da Patrick Head in collaborazione con Adrian Newey, che disponeva del massimo dell’elettronica disponibile in quel momento, tra cui cambio al volante, sospensioni attive finalmente affidabili e il Renault a 10 cilindri. Nonostante la bontà della macchina, l’inizio di stagione fu difficile, con tre ritiri di seguito; poi, i risultati cominciarono ad arrivare, fino alle tre vittorie consecutive in Francia, Gran Bretagna e Germania, che consentirono all’inglese di portarsi a soli 8 punti da Senna. I ritiri in Belgio e Portogallo, però, consegnano il titolo al brasiliano, anche se Nigel vince altre due gare, in Italia e in Australia.

Il 1992 fu l’anno della rivincita per Mansell. L’inglese disponeva della miglior vettura, la FW14B, e dominò letteralmente la stagione, vincendo 5 delle prime 6 gare. In totale, Mansell vinse 9 gare su 16 e conquistò 14 pole position. Il tanto agognato Titolo Mondiale arrivò in Ungheria, con 5 gare d’anticipo: con il ritiro di Patrese, a Mansell bastò arrivare 2° dietro Senna, per festeggiare. Nonostante tutto, però, l’inglese rimase a piedi, con la Williams che ingaggiò Alain Prost, rifiutando le richieste di Nigel. Il Leone, comunque, corse negli USA, nella Formula CART, riuscendo a vincerla al primo tentativo.

1994: clamoroso ritorno in Williams

Mansell cominciò anche il ’94 negli USA, ma la morte di Senna ad Imola, costrinse la Williams a cercare un sostituto all’altezza; inizialmente, la scelta ricadde sul tester scozzese David Coulthard; poi, il team decise di puntare sul Campione 1992. Nigel disputò 4 gare e, dopo due ritiri a Magny-Cours e Jerez, nelle ultime due gare dimostrò di essere ancora un combattente, arrivando 4° a Suzuka, dopo un acceso duello col ferrarista Alesi,e vincendo l’ultima gara della carriera ad Adelaide. A fine stagione, la Williams scelse Coulthard, ma Mansell non mollò e, spinto dai buoni risultati delle ultime gare, firmò un contratto con la McLaren per il 1995.

1995: la delusione McLaren

Ron Dennis fu spinto dalla Marlboro ad ingaggiare Mansell, visto che lo sponsor voleva un Campione del Mondo in squadra; il ’95 fu anche il primo anno della collaborazione tra la scuderia di Woking e la Mercedes. Però, la MP4/10 si rivelò disastrosa, tanto che Mansell decise di saltare le prime due gare per consentire al team di sviluppare adeguatamente la monoposto, venendo sostituito da Blundell. Rientrato ad Imola, i risultati furono negativi, con l’inglese 10.imo nel GP di San Marino e ritirato nel GP di Spagna; approfittando di una clausola del contratto, Mansell rescisse in anticipo il contratto, chiudendo definitivamente la carriera in F1, nonostante dei test successivi con la Jordan, che non ebbero seguito.

Top Five dei sorpassi di Nigel Mansell

Come sottolineato, il pilota inglese si guadagnò la fama di grande combattente, grazie ad una condotta di gara sempre all’attacco, spesso e volentieri fregandosene di strategie e tattiche varie. Il suo temperamento e la sua grinta furono tali da annichilire personaggi come Piquet e guadagnare il rispetto di un altro duro come Senna. Riportiamo di seguito, la classifica (a mio modesto parere) dei 5 sorpassi più belli della carriera di Mansell:

1° posto – GP Ungheria 1989

Un sorpasso entrato negli annali di questo sport, come tutta la gara del resto, con Mansell che, partito 12.esimo, va a vincere, con un sorpasso eccezionale, all’uscita della curva 3, dove infila Senna, sfruttando il doppiaggio della Onix di Johansson.

2° posto – GP Messico 1990

Siamo negli ultimi giri del GP del Messico, sul circuito Hermanos Rodriguez di Città del Messico. Mansell è 2°, dietro Prost, quando commette un errore, perdendo la posizione a favore di Senna, che si ritirerà poco dopo per una foratura. Da dietro, sopraggiunge velocissimo, con gomme fresche, l’altra McLaren di Berger, che, al terzultimo giro passa, con una manovra decisa alla prima curva, l’inglese; Mansell non demorde e, alla “Peraltada”, compie un sorpasso all’esterno da cineteca.

3° posto – GP Gran Bretagna 1987

Siamo a Silverstone e le Williams di Mansell e Piquet dominano la scena, con un duello che si protrae da inizio gara. Siamo a 3 giri dal termine, quando le due FW11B si inseriscono nell’Hangar Straight; alla staccata della Stowe, Mansell, dopo una finta all’esterno, attacca il compagno-rivale all’interno, superandolo e andando a vincere.

4° posto – GP Spagna 1991

Lo scenario è il Montmelò, dove si disputa la 14.esima prova del Mondiale 1991. La pista è umida e questo rende l’avvio di gara molto incerto; Berger guida la corsa, mentre, alle sue spalle, è bagarre tra Senna e Mansell: l’inglese attacca il brasiliano sul rettilineo principale, percorrendone gran parte ruota a ruota, giungendo, poi, alla staccata della prima curva, guadagnando la 2° posizione.

5° posto – GP Portogallo 1990

Nella gara che viene ricordata, soprattutto, per la manovra di Mansell su Prost al via, con l’inglese che strinse il compagno di squadra contro il muro, consentendo alle due McLaren di andare al comando, il Leone si rende protagonista di una gran gara, cogliendo l’unica vittoria dell’anno. Siamo al 5o.esimo giro e Mansell, dopo aver pressato lungamente Senna, lo passa alla prima staccata, involandosi verso il successo.

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Info Gianluca Zippo

Nato a Formia il 13/01/1988. Laureato in Giurisprudenza presso la Federico II di Napoli, già collaboratore e redattore per Teladoiolamerica.net. La Formula 1 è la mia passione e il campo nel quale desidero affermarmi. Il mondo dello sport, comunque, mi affascina a 360° e seguo con assiduità anche calcio e NBA, collaborando rispettivamente per altronapoli.it e nba24.it.

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