Non poteva esserci finale peggiore per la prova di ciclismo su strada di Rio 2016. Oro a Greg Van Avermaet con Vincenzo Nibali a terra quando si trovava in testa alla corsa

Ci sono momenti in cui lo sport sa essere amarissimo. Rio 2016 poteva e doveva essere l’Olimpiade di Vincenzo Nibali che aveva puntato tutto per conquistare il primo oro della spedizione azzurra. Ci aveva puntato così tanto che aveva trascurato il Tour de France che lo aveva lanciato tra i big del ciclismo due anni fa e i fatti sembravano avergli dato ragione.
Si, perchè è stata un’Italia perfetta quella che si è vista oggi su un percorso disegnato bene e che si è confermato spettacolare e selettivo. Gli azzurri, tagliati fuori dalla prima e pericolosa azione di giornata con protagonisti Kochetkov, Bystrom, Kwiatkowski, Pantano, Geschke e Albasini, hanno rincorso assieme alla Spagna per poi attaccare nel primo dei tre giri del circuito finale caratterizzato dall’ascesa di Vista Chinesa. Era Damiano Caruso ad andare all’avanscoperta in un gruppetto che conteneva tra gli altri Van Avermaet, Henao e Thomas, nomi che avremmo ripescato più tardi.
Già fuori dai giochi erano invece Poels, Barguil, Uran e Porte, sfortunato con due forature e una brutta caduta nella seconda delle tre discese di Vista Chinesa. Il rischio di Porte era dovuto però all’attacco frontale in discesa degli azzurri con Aru e Nibali che, in compagnia di Fuglsang e Yates, si riportavano sul gruppetto di testa dal quale erano escluse nazioni eccellenti come Spagna, Francia e Olanda. 10 i nomi in testa che diventavano rapidamente 9 dopo i crampi di Kwiatkowski e che venivano guidati da un eccellente Caruso che si spendeva alla perfezione per il suo correggionale Nibali.
Su Vista Chinesa, mentre dal gruppo reagivano Rodriguez, Meintjes, Alaphilippe e in un secondo momento anche Froome e Rui Costa, Nibali partiva con due o tre progressioni che facevano danni ma che non facevano la differenza. Il siciliano allora puntava l’all-in a 2 km dalla vetta con uno scatto che stavolta selezionava il drappello di testa con i soli Henao e Majka a seguirlo. Sembrava fatta almeno per le medaglie finchè a 14 dall’arrivo non succedeva il patatrac.
Quel momento è sembrato così simile al Colle dell’Agnello dello scorso maggio. Là Nibali si era avvantaggiato di una caduta di Steven Kruijswijk per andare a conquistare quello che sarebbe stato il suo secondo Giro d’Italia, stavolta invece lascia per strada una medaglia olimpica, un sogno a cinque cerchi che arriva ogni quattro anni e che sfuma alla pari di quello di Henao. Una punizione eccessiva per una Nazionale che si era mossa benissimo e che meritava almeno una medaglia dopo una tattica eccellente.
Majka, rimasto in piedi, sembrava approfittare della caduta e poter conquistare l’oro ma alle sue spalle qualcosa accadeva. Caduto anche Thomas, era Fuglsang ad attaccare tra gli inseguitori ed era bravissimo e scaltro Van Avermaet a prenderne le ruote. La coppia diventava trio a 2 km dall’arrivo con Fuglsang che, spaventato da un possibile rientro di Alaphilippe, tirava dritto per portare a casa almeno una medaglia. All’ultimo km lo sprint era senza storia con Van Avermaet che, partendo lungo, vinceva con una bicicletta sul danese e con Majka bronzo.
Giù dal podio Alaphilippe, un Rodriguez stoico all’ultima corsa in carriera e Fabio Aru, 6° e primo degli italiani. Una giornata amara ma con un campione olimpico di spessore, un Greg Van Avermaet che anno dopo anno migliora e che ormai è da considerare al pari degli altri corridori top per le corse di un giorno. In una stagione mozzata da un infortunio gravissimo il belga ha comunque conquistato la Tirreno – Adriatico e una tappa al Tour de France dove ha vestito anche la maglia gialla.
Tra le nazioni bocciate un’invisibile Olanda, una Spagna che ha sempre e solo rincorso e una Colombia totalmente fuori fase con il solo Henao protagonista di una prova convincente. Male anche Chris Froome in una Gran Bretagna che ha avuto in Cummings la chiave per fare la differenza in gruppo nella prima parte. E poi un’Italia promossa a pieni voti ma danneggiata da un finale amaro, amarissimo. Grazie comunque Vincenzo, ci hai fatto sognare
ORDINE D’ARRIVO CICLISMO RIO 2016
1 Greg Van Avermaet
2 Jakob Fulgsang
3 Rafal Majka 5″
4 Julian Akaphilippe 22″
5 Joaquim Rodríguez
6 Fabio Aru
7 Louis Meintjes
8 Andrey Zeits 25″
9 Tanel Kangert 1’47”
10 Rui Costa 2’29”
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