Le Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 cominciano con una decisione farsa. Escluso dai Giochi il russo Ilnur Zakarin assieme a tanti suoi connazionali mentre il Cio mostra indulgenza verso altri atleti e altre nazioni

Giustizia double face o semplicemente farsa olimpica? Rio de Janeiro 2016 era uno dei grandi obiettivi del corridore russo Ilnur Zakarin che è stato ufficialmente escluso per l’affaire “doping di stato” russo. Non viene dato il permesso all’atleta della Katusha di partecipare per una positività dell’anno 2009 quando Zakarin era poco più di una promessa del ciclismo russo e non faceva parte di nessun gruppo sportivo professionistico.
Scontata la squalifica Zakarin, che ha sempre considerato l’assunzione di quello steroide come un errore di gioventù, è tornato a correre crescendo anno dopo anno fino a dimostrare di poter lottare con i big del ciclismo mondiale come visto quest’anno a Parigi – Nizza, Romandia, Giro d’Italia e al recente Tour de France dal quale Ilnur usciva con una grande gamba dopo il bruttissimo incidente che l’aveva fatto ritirare dalla Corsa Rosa. Tutti sacrifici e sogni di una vita vani perchè Zakarin è russo e in quanto tale la sua positività del 2009 per i geni che governano lo sport mondiale è da collegare con il doping di stato del suo paese.
Se le regole fossero uguali per tutti potremmo parlare di decisione severa ma coerente. E invece no perchè basterebbe guardare un pò all’atletica leggera, sport dove i russi sono stati esclusi come già accaduto all’ultimo Europeo, per vedere come Cio e Federazioni trattino l’argomento doping con due pesi e due misure. E’ annunciatissimo infatti il duello nella velocità maschile tra Usain Bolt e Justin Gatlin, campione olimpico ad Atene 2004 e poi entrato in una serie di scandali doping dai quali è uscito più forte di prima e non parliamo di crescita mentale ma proprio di tempi in corsa. Gatlin post doping è molto più forte e costante del Gatlin pre doping e quindi viene considerato come una delle star di Rio de Janeiro 2016.
Alle Olimpiadi nella specialità ci saranno anche Yohan Blake, giamaicano trovato positivo nel 2009, così come il connazionale Asafa Powell, coinvolto assieme ad altri giamaicani nello scandalo del 2013 nel quale vennero pescati positivi altri quattro atleti. Doping di stato? Ma va, tutto finisce a tarallucci e vino e quindi via libera ai giamaicani per Rio de Janeiro 2016 così come per la marciatrice cinese Liu Hong, trovata positiva in maggio e squalificata per un solo mese. Scontata la squalifica anche per lei aperte le porte delle Olimpiadi così come per molti altri atleti coinvolti in storie oscure e graziati dal Cio Ponzio Pilatesco. Una farsa che vede in Ilnur Zakarin e in molti altri russi gli unici veramente danneggiati da diritti calpestati e buttati nell’immondizia con buona pace dello spirito olimpico. Caro Ilnur ti aspettiamo a braccia aperte al prossimo Giro d’Italia dove potrai prenderti la rivincita su chi ti ha impedito di rincorrere un sogno
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