Roger Federer: il triste (e prevedibile) epilogo della carriera del tennista elvetico

Roger Federer è ad un passo dall’appendere la racchetta al chiodo. Come comunicato poco fa attraverso il suo profilo Facebook, nel 2016 non lo vedremo più impegnato nei restanti tornei ATP. Il fisico, alla soglia dei 35 anni, ultimamente ha tradito con frequenza sempre maggiore il tennista elvetico e non è per nulla scontato nemmeno un suo rientro nel 2017 al top della forma.
Sono diverse stagioni, ormai, che Federer è in declino; precisamente quattro, da quando perse contro Djokovic la finale dell’ATP Finals 2012. Una partita epica, caratterizzata da scambi bellissimi, al termine della quale Federer, visibilmente dispiaciuto, disse: “Oggi ho perso giocando il mio miglior tennis”. Da allora ha sì continuato a cogliere vittorie di prestigio (solo su superfici veloci), ma non è mai più riuscito a centrare uno Slam.
Federer: da cannibale a calcolatore
Aiutato e sempre supportato, forse fino all’eccesso, dalla moglie Mirka, una volta sposato Federer ha dato l’idea di voler provare a programmare e controllare tutto: sia la vita privata che quella sportiva. Il caso più eclatante fu il forfait a Londra nel 2014. Federer, dopo una vittoria soffertissima e ricca di polemiche contro il connazionale Wawrinka in semifinale, con la scusa di un problema fisico decise di non scendere in campo nell’atto conclusivo contro Djokovic, così da preservarsi per la finale di Coppa Davis in programma la settimana seguente. Una scelta da calcolatore, ma non da Campionissimo. Alcuni miei amici, e non solo, sostengono addirittura che Federer sia diventato talmente tanto calcolatore da programmare anche la nascita dei figli: “Guarda che Federer e la moglie hanno fatto i figli con la fecondazione assistita, sennò come te lo spieghi che hanno avuto due coppie di gemelli, statisticamente è (quasi) impossibile”. Io che non sono malizioso non ci voglio credere a queste ipotesi, che, però, darebbero solo ulteriore forza alla tesi del Federer calcolatore.
#BASILEA “Federer imbattibile anche nella fecondazione” http://t.co/V6Q4gVxu4K
— tio.ch/sport (@SportTio) 7 maggio 2014
Federer, un campione schiacciato dallo scorrere del tempo
Anni fa vidi un film vecchio su una grandissima tennista degli anni ’50, tale Maureen Connolly. Si ritirò a soli 19 anni, a seguito di un gravissimo incidente a cavallo, avendo vinto 9 titoli Slam. Un epilogo amaro che la tennista americana seppe accettare: i successi la avevano aiutata a maturare e, seppur in soli tre anni di carriera, aveva dimostrato tutto quello che c’era da dimostrare cogliendo addirittura il Grande Slam.
Facendo un confronto con Federer, vedo questi due campioni agli antipodi: la Connolly, capace di accettare le avversità della vita e di ritirarsi, sì per cause di forza maggiore, ma senza rimpianti, mentre in Federer rivedo l’immagine di Icaro, incapace di accontentarsi e desideroso (per la fame di vittorie e/o puramente per motivi economici) di volare troppo in alto. Via i pesi inutili (vedi la rinuncia alla finale del Masters di Londra per preservarsi per la Coppa Davis) per provare ad essere sempre più leggero e volare sempre più in alto, finendo però per essere schiacciato da quel peso che nessun essere umano sarà mai in grado di togliersi di dosso, lo scorrere del tempo.
*Articolo scritto da Mario Luca Gollini @mrgollins
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