La domenica viene segnata dalla notizia del grave incidente occorso al giovane Keagan Girdlestone, avvenuto alla Corsa della Pace di questo pomeriggio

Non si può morire a 19 anni. E’ questo il pensiero che ho in testa da quando, all’incirca mezz’ora fa, ho saputo del gravissimo incidente occorso a Keagan Girldestone.
L’avevo anche visto, ovviamente di sfuggita, in quel di Gatteo alla Coppi & Bartali, corsa alla quale avevo avuto il piacere di presenziare. Lui, che a marzo aveva ancora 18 anni, faceva parte della Dimension Data for Qhubeka, la sezione Continental di quel meraviglioso progetto che da diversi anni dà una chance a Keagan e ragazzi come lui, africani con tanta voglia di andare in bicicletta e di misurarsi con i loro colleghi anche in Europa. Era caduto anche quel giorno Keagan e la sua Coppi & Bartali si era fermata a quella semitappa mattutina, ma era conscio di poter ripartire da quell’abbozzo di corse con i grandi visto che il suo palmares giovanile era di tutto rispetto.
Fratello di Dylan, già professionista con Mtn, Garmin e Drapac, il suo talento gli aveva permesso di esprimersi ai massimi livelli sfiorando anche il podio a cronometro in quel di Richmond. Una carriera brillante dinnanzi a sè, un futuro che forse si è interrotto oggi alla Corsa della Pace, sulle strade di quella Romagna dove i nostri sguardi, seppur per pochi secondi, si sono sfiorati. Anche oggi è caduto e lo ha fatto per due volte, la seconda però è stata bruttissima. Stava rincorrendo il gruppo sulla scia delle ammiraglie Keagan ma, quando si trovava proprio alle spalle della macchina della sua squadra, una brusca inchiodata a forte velocità gli ha fatto in pratica sfondare il vetro posteriore dell’ammiraglia, facendogli perdere tantissimo sangue.
Keagan rischia di lasciarci a soli 19 anni in un anno in cui ci hanno lasciato in precedenza Antoine Demoitiè e Daan Myngheer mentre Stig Broeckx sta ancora lottando tra la vita e la morte in un letto d’ospedale. Non c’è sicurezza in corsa, non c’è sicurezza sulle strade visti i tanti incidenti nei quali incappano i corridori in allenamento. Troppe moto, troppe ammiraglie e in generale autovetture che raggiungono velocità altissime in corsa, come anche dimostrato dai filmati del CT Davide Cassani durante lo scorso Giro d’Italia. In questo rodeo ci si dimentica di chi davvero è protagonista di questo sport, i ciclisti. Ragazzi che rischiano ogni volta che si attaccano il numero sulla schiena e tutelati meno di zero. Un 19enne che sogna di diventare professionista oggi rischia di lasciarci le penne mentre chi dovrebbe tutelarlo non prova a trovare una soluzione a questa scia di sangue. #ForzaKeagan
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