
Giro 2016 Nibali trionfa a Risoul in una tappa che senza dubbio verrà ricordata negli anni a venire. Impresa bellissima, i complimenti si sprecano da tutti i lati, qualcuno lo vede addirittura come il nuovo favorito numero uno di questo Giro. Ma è davvero così?
Ovviamente, il titolo è volutamente provocatorio, giusto mettere le mani avanti prima di ritrovarsi orde inferocite di pseudo-tifosi (o semplici italioti pronti a salire sul carro del vincitore) pronti a chiedere la testa di chiunque tocchi l’idolo indiscusso. Si, Vincenzo Nibali ha meritatamente vinto la tappa, ha dominato la salita verso Risoul con una classe ed una brillantezza che finora non si erano viste nemmeno di sfuggita. Ma c’è un gigantesco neo in tutto questo: la caduta di Steven Kruijswijk, fin qui assoluto dominatore di questo Giro. L’olandese, giunto al traguardo con un distacco considerevole, ha certamente pagato oltremodo il brusco incidente in cui si è trovato coinvolto, dopo aver sbagliato una curva all’inizio della discesa dal Colle dell’Agnello.
“Anche Vincenzo è stato sfortunato!”. Senza dubbio il salto di catena nella cronoscalata all’Alpe di Siusi ha fatto perdere secondi preziosi allo “squalo”, ma bisogna ricordare che nel momento in cui ha avuto l’incidente meccanico, il siciliano era già in forte perdita rispetto al corridore della Lotto NL-Junbo, mentre oggi Kruijswijk era sulla ruota di Vincenzo. E sono due situazioni estremamente differenti.
Dunque, Kruijswijk avrebbe retto il ritmo di Nibali sulla salita finale? Possibile, senza dubbio. Di certo c’è che il Giro d’Italia è riaperto dal Fato e non dal talento, per quanto è innegabile la splendida strategia dell’Astana (a proposito: ma quando nascerà un altro Scarponi?). E giustamente, il popolo italiano si risveglia dal torpore: gli stessi tifosi, giornalisti, semplici appassionati che fino a qualche giorno fa avevano massacrato ingiustamente il povero Vincenzo si ergono a nuovi paladini della fede, profeti di questo possibile trionfo, ignorando completamente le numerose volte in cui lo stesso atleta si è dimostrato un gradino indietro rispetto ad altri atleti, l’ex maglia rosa in primis.
Ma è giusto così. O no? Nel giorno dell’esaltazione di un atleta che i media pongono ad un livello quasi mistico, c’è qualcuno che rimarca i limiti di un ottimo corridore la cui fortuna è praticamente innegabile? Il Tour 2014 è facilmente citabile, quel Tour de France che lo squalo ha dominato in lungo e in largo, seppur senza un rivale degno di questo nome visti i ritiri di Froome e Contador, certamente più accreditati della vittoria finale rispetto allo scalatore siciliano. E la Vuelta del 2010? Beh, in quanti ricordano quella Vuelta? La crono di Peñafiel ha letteralmente tagliato fuori il principale rivale (Ignorando volutamente Mosquera), quel Purito Rodriguez che già al Giro 2012 pagò a caro prezzo i grossi limiti nelle prove contro il tempo, giungendo ad oltre 6′ dal vincitore di tappa, Velits. Ma in pochi ricordano la crisi di Cotobello, quando solo un lavoro di squadra egregio impedì al buon Vincenzo nazionale di crollare. E nella tappa finale, l’arrivo alla Bola del Mundo, Nibali arrivò con appena 22″ di vantaggio su Purito, che al netto della crono, avrebbe chiuso davanti.
Non si vuole certo sminuire il talento di Vincenzo Nibali, senza dubbio uno dei migliori scalatori italiani del 2000, che potrà anche vincere questo Giro, lasciando però negli occhi e nella mente di ogni fan oggettivo un dubbio più che lecito. La fortuna aiuta gli audaci, a volte anche troppo.
Vincenzo Nibali più talento o più fortuna?
- Ha il talento del grande campione (70%, 19 Votes)
- Senza le "disgrazie altrui" non avrebbe mai vinto (30%, 8 Votes)
Total Voters: 27

Ha vinto una Vuelta, un Giro, un Tour…Tirreno Adriatico, una manciata di tappe in grandi giri oltre a una manciata di podi in grandi giri, due titoli italiani, un Giro di Lombardia, decine di gare minori…eh si questo Vincenzo dev’essere davvero un fortunello…
nella Vuelta 2010 Nibali è arrivato con 4’22” su Rodriguez e non 22”, e comunque le crono fanno parte dei grandi Giri…semmai l’episodio fortunato che ha avuto allora consiste nella caduta di Anton mentre era in maglia rossa, fermo restando che il basco in quel momento aveva un vantaggio di 45” sul siciliano e non è detto che sarebbe rimasto davanti fino a Madrid
Ma che senso ha non considerare la crono alla vuelta? Allora senza le montagne e crono probabilmente sto giro lo avrebbe vinto Kittel.