Il ciclismo in tv viene rilanciato da La Sfida 2, reality show in onda su Bike Channel

Una ventata d’aria fresca per il ciclismo in tv. E’ sopratutto questo La Sfida 2, un riuscitissimo esperimento di Bike Channel che porta davanti alle telecamere un gruppetto di cicloamatori, 15 per la precisione, e 3 affermati Direttori Sportivi come Dario Mariuzzo, Riccardo Magrini e Luca Scinto.
Il format, condotto con la solita professionalità da un vero e proprio rimpianto di mamma Rai come Paolo Savoldelli, è composto da tante sfide e idee innovative che forniscono un’immagine diversa del ciclismo facendolo viaggiare su un orizzonte quasi inimmaginabile ovvero l’apertura di un prodotto strettamente basato sulle due ruote ad un pubblico più ampio. La Sfida 2 infatti non è un programma che necessita una grande conoscenza della disciplina ma è un vero e proprio mix di sport e intrattenimento grazie alla scelta azzecatissima delle figure dei 3 Direttori Sportivi.
C’è la serietà di Dario Mariuzzo, che si scompone solo quando sbaglia strada durante una lunga prova mettendo a repentaglio i punti sulla sua patente, c’è l’ironia di Riccardo Magrini, sempre con la battuta pronta eccetto nelle scene girate di prima mattina, e c’è la voglia di vincere di Luca Scinto, che in maglietta militare a maniche corte rischia anche di infrangere il regolamento per portare le ruote dei suoi uomini davanti a quelle delle altre squadre. E poi ci sono loro, i corridori, 15 cicloamatori che coprono diverse fasce d’età nonchè lavorative.
Da Nord a Sud, il “gruppetto” viene formato da avvocati, imprenditori, poeti e persino disoccupati. Uno spaccato sociale che rappresenta al meglio il ciclista della porta accanto, colui che vede lo sport che il ciclismo come una passione e che in La Sfida 2 vede realizzarsi un sogno come quello di utilizzare gli stessi mezzi del proprio idolo. E’ così che uno sport “antico” come il ciclismo si può rinnovare, anche attraverso riprese televisive moderne che promovuono come meglio non si può i territori battuti dal reality. Che possa rappresentare un nuovo inizio nel racconto del ciclismo anche nelle due ruote?

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