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Storia F1 GP Gran Bretagna – Dove tutto ebbe inizio (2° parte)

29 Giugno 2015 di Gianluca Zippo Lascia un commento

Gli anni ’70 – Nel 1971, l’atmosfera, in quel di Silverstone, è triste. L’11 Luglio, sei giorni prima della gara, al Norisring è morto, in seguito ad un tremendo incidente, il messicano Pedro Rodriguez. Il GP, con il ferrarista Regazzoni in pole, vede Stewart superare i ferraristi nel corso dei primi 4 giri, andando poi a vincere in controllo. Regazzoni ed Ickx si ritirano tra il 48° ed il 51° giro (pressione dell’olio e motore); così, sul podio, finiscono Peterson (March) e Fittipaldi (Lotus). Ferrari sfortunata anche l’anno seguente. A Brands Hatch, Ickx è in pole e comanda la gara, anche se Fittipaldi e Stewart restano molto vicini, non lasciando al belga un attimo di respiro. Nel corso della 49° tornata, il motore della Ferrari 312B cede, e Ickx deve ritirarsi. Al comando va Fittipaldi, che aveva superato Stewart nel giro 36, sfruttando un doppiaggio difficoltoso dello scozzese a Wilson Fittipaldi (fratello del pilota della Lotus). Emmo resiste alla pressione del Campione in carica e va a vincere, davanti allo stesso Stewart e a Revson (McLaren). Appuntamento tribolato, quello del ’73 a Silverstone. Lauda (BRM) resta bloccato sulla griglia e viene centrato da Oliver (Shadow). Alla fine del primo giro, Scheckter (McLaren) si gira in uscita dalla Woodcote, andando a sbattere contro il muro all’interno, finendo nuovamente in mezzo alla pista. Hailwood (Surtees) lo centra in pieno, scatenando una carambola che va a coinvolgere altri 7 piloti. La sorte peggiore tocca al nostro Andrea De Adamich (Surtees), che resta intrappolato per mezz’ora nella vettura, riportando molte ferite alle gambe, al punto da vedersi preclusa la carriera. Ovviamente, c’è una seconda ripartenza, alla quale prendono parte solo 19 piloti. Peterson comanda per più di metà gara, tallonato dal team mate Fittipaldi e da Revson. Al giro 36, Emmo deve ritirarsi con la trasmissione ko; tre tornate dopo, lo statunitense attacca lo svedese a Stowe, e passa in testa al gran premio. Ma non è finita. Peterson non molla la presa e si rifanno sotto sulla coppia di testa anche Hunt (March) e Hulme (McLaren). Il neozelandese, a 11 giri dalla conclusione, conquista la terza posizione. Il podio, alla fine, vede Revson vincere, su Peterson e Hulme.

 

F1 GP Gran Bretagna 1973 – La prima partenza

 

 

Nel 1974, Lauda (Ferrari) conquista la 6° pole stagionale (alla fine saranno 9 su 15 appuntamenti). La gara, in quel di Brands Hatch, non avrà l’esito sperato: Niki comanda tranquillamente le operazioni fino al 68° giro, quando improvvisamente comincia a rallentare, a causa di una foratura lenta alla posteriore destra. L’austriaco, inizialmente, decide di non rientrare, guidando con più prudenza. Dietro, però, rimontano rapidamente: Scheckter (Tyrrell) lo passa al giro 70; due giri dopo è il turno di Fittipaldi (McLaren). A questo punto, il box Ferrari gli indica di rientrare; Lauda fa di testa sua e resta sul tracciato, ma la gomma ormai è andata e solo dopo essere stato passato anche da Ickx (Lotus), prende la via dei box, alla fine del penultimo giro. Lauda, però, non riesce a tornare in pista, a causa dell’invasione pacifica dei fans inglesi e di alcuni mezzi del personale e degli sponsor. Con Scheckter vincitore, davanti a Fittipaldi e Ickx, Niki ha completato solo 73 giri, venendo classificato, in un primo momento, 10°; la Ferrari fa reclamo e i commissari abbuonano a Lauda un giro, piazzandolo 5°. La pioggia intermittente rende caotica la gara del ’75, a Silverstone, con l’esordio della nuova Woodcote Chicane. In prova, Tom Pryce (Shadow) ottiene la prima e unica pole della carriera. La prima parte di gara, su pista asciutta, vede Regazzoni (Ferrari) in grande spolvero, andando in testa nel corso del giro 13, dopo aver superato Pace (Brabham) alla Stowe. Lo svizzero, però, viene sorpreso dall’arrivo di un primo scroscio di pioggia, finendo contro le barriere, sempre alla Stowe, riuscendo comunque a tornare ai box (18° giro); anche l’altra 312T di Lauda ha problemi, dovendo fare due soste ravvicinate a causa di uno pneumatico montato male. La situazione precaria favorisce Scheckter, che passa al comando. La pioggia smette presto di cadere, al punto che la pista, intorno al giro 30, è quasi asciutta. In testa, al momento, c’è Jarier (Shadow) il quale, due giri dopo, va ai box per rimontare le slick, cedendo la prima posizione a Hunt (Hesketh). La leadership del britannico dura solo 7 giri, poichè per uno scarico rotto il motore perde potenza e viene superato dalla McLaren di Fittipaldi. Hunt perde altre posizioni, scavalcato anche da Pace e Scheckter. Il caos si scatena quando, intorno al giro 55, viene a piovere con più intensità. Due curve, in particolare, si rivelano vere e proprie trappole per i piloti: la Stowe, dove escono Donohue (Penske), Watson (Surtees), Mass (McLaren) e Depailler (Tyrrell); e la Club, dove finiscono fuoripista addirittura in 7, cioè Scheckter, Pace, Hunt, Wilson Fittipaldi (Fittipaldi), Nicholson (Lyncar), Henton (Lotus) e Morgan (Surtees). La situazione è troppo pericolosa per gli steward, che non possono spostare le vetture a causa del rischio che altri piloti gli possano piombare addosso. Ciò spinge all’esposizione della bandiera rossa: Fittipaldi vince per la 14° ed ultima volta in carriera, davanti al connazionale Pace e a Scheckter. Da notare come, su 19 piloti classificati, appena 6 abbiano tagliato effettivamente il traguardo.

 

F1 GP Gran Bretagna 1975 – Pioggia, caos e bandiera rossa

 

 

Edizione molto movimentata anche nel ’76. Per la prima (ed unica) volta nella storia, sono ben due le donne iscritte a questo appuntamento: Lella Lombardi, su una Brabham del team RAM, e Divina Galica, su una Surtees del team Shellsport; nessuna delle due riesce a qualificarsi. La vigilia è animata dalla decisione del Tribunale d’Appello della FIA di riammettere Hunt e Laffite nella classifica del GP di Spagna, riassegnando all’inglese la vittoria. La partenza, con Lauda in pole, viene ripetuta: Regazzoni, alla prima curva, colpisce Lauda, mandandolo in testacoda; la Ferrari #1 colpisce anche la McLaren di Hunt, e viene centrata anche da Laffite (Ligier). Pista piena di detriti e si opta per una nuova partenza. Il regolamento, in casi del genere, prevede che solo chi riesca a completare il primo giro possa schierarsi per la nuova partenza. Hunt e Laffite, però, sono stati costretti al ritiro. Per evitare proteste del pubblico di casa, si decide di ammettere i due sulla griglia con il muletto; idem per Regazzoni, mentre Lauda non ha avuto ripercussioni dall’incidente. La seconda partenza, problema di Andretti (Lotus) a parte, si svolge regolarmente, con Lauda che va al comando. Nel corso del giro 26, la direzione gara comunica la decisione di squalificare Regazzoni e Laffite per esser ripartiti con il muletto; entrambi, comunque, si ritireranno poco dopo. Davanti, Lauda comincia a soffrire di problemi al cambio, finendo per venir superato da Hunt (giro 45). Il pilota McLaren vince, precedendo Lauda e Scheckter. Subito partono i reclami sulle decisioni della direzione gara, in particolare su quella di riammettere Hunt. Inizialmente, questi vengono tutti rigettati; il 24 Settembre, però, la FIA decide di squalificare Hunt, consentendo a Watson (Penske) di risalire in 3° posizione. Denso di avvenimenti anche il 1977, in quel di Silverstone. E’ un GP da ricordare, poichè c’è un triplo esordio: quello della Renault, che porta in pista la RS01 Turbo, e della Michelin; debutto anche per Gilles Villeneuve, al volante di una McLaren. A causa dell’elevatissimo numero di iscritti (ben 40), si decide di far disputare delle prequalifiche al mercoledì, il giorno prima dell’inizio delle qualifiche. Nel corso delle stesse, David Purley (LEC) è protagonista di un pauroso botto alla Becketts: a causa dell’acceleratore bloccato dai residui di materiale estinguente, usato per domare un principio d’incendio, l’inglese taglia completamente la curva, subendo la decelerazione più brutale mai vista in F1. Da 173.8 km/h a 0 in 66 CENTIMETRI; una decelerazione vicina ai 180 G, che riduce la macchina alla lunghezza di un kart (o poco più) e che gli costa varie fratture e molti mesi di degenza. La pole è di Hunt, che però parte male e si ritrova 4°, dietro a Watson (Brabham), Lauda e Scheckter (Wolf). Il Campione in carica passa il sudafricano al 7° giro; 16 tornate dopo, infila anche Lauda alla Copse. Hunt si avvicina al leader della gara ma, a causa della grande potenza del propulsore Alfa Romeo della Brabham, non riesce ad attaccarlo. Al 50° giro, però, Watson si ritira, fermato da un guasto all’impianto di alimentazione. Hunt, così, va a vincere, battendo Lauda e Nilsson (Lotus).

Il pilota inglese David Purley, al volante della LEC nel 1977. Nelle prequalifiche della gara di casa, a Silverstone, Purley fu protagonista di uno spaventoso incidente, sopravvivendo alla peggiore decelerazione mai vista in Formula 1 (foto da: bandeiraverde.com.br)
Il pilota inglese David Purley, al volante della LEC nel 1977. Nelle prequalifiche della gara di casa, a Silverstone, Purley fu protagonista di uno spaventoso incidente, sopravvivendo alla peggiore decelerazione mai vista in Formula 1 (foto da: bandeiraverde.com.br)

 

Più tranquilla l’edizione ’78, per l’alternanza fra tracciati nuovamente a Brands Hatch. In prova, si assiste al solito dominio delle Lotus, con Peterson in pole, davanti ad Andretti. Al via, Piedone parte meglio dello svedese, prendendo la testa della gara. Questa sembra essere destinata ad un monologo delle vetture oro-nere, che rifilano un secondo al giro a Scheckter (Wolf), 3°. Al 6° giro, però, si ritira Peterson (alimentazione), mentre Andretti deve fare i conti con l’elevato degrado delle Goodyear, dovendo rientrare ai box nel corso del 24° giro, tornando in pista a centro gruppo, salvo ritirarsi quattro tornate dopo (motore). La gara, a questo punto, si fa molto interessante, con i primi 6 che compongono un trenino racchiuso in 2 secondi. La gara del sudafricano termina al giro 36 (cambio), con Lauda, su Brabham, che passa al comando, davanti a Patrese (Arrows), Reutemann (Ferrari), Depailler (Tyrrell) e Watson (Brabham). L’italiano, purtroppo, è costretto al ritiro da una foratura, unita al cedimento di una sospensione (40° giro). Il momento decisivo della gara si verifica al 61° giro: Reutemann sfrutta il doppiaggio di Lauda a Giacomelli (McLaren), infilandolo in fondo al rettilineo di Clearways, andando a vincere. Lauda deve accontentarsi del 2° posto, davanti al team mate Watson. La vigilia della gara del ’79, viene animata dalla forte polemica tra il trio Lauda-Scheckter-Watson e la coppia Arnoux-Villeneuve, protagonisti, due settimane prima, dell’epica battaglia di Digione. Alle accuse di guida sconsiderata e pericolosa dei primi, i secondi rispondono per le rime, soprattutto con il canadese: “Siamo pagati per prenderci dei rischi. Chi ha paura, che se ne stia a casa!”. Le qualifiche sono dominate da Alan Jones, che regala la prima partenza al palo a sè e alla Williams. La gara comincia alla grande: Regazzoni (Williams) va al comando, ma alla Stowe viene infilato all’interno da Jones ed all’esterno da Jabouille (Renault). L’australiano si invola in testa, mentre il francese, sprofondato in classifica a causa di un cambio gomme, deve ritirarsi al giro 21 (turbo). La gara di Jones, comodamente in 1° posizione, finisce al giro 39 (pompa dell’acqua), lasciando la leadership al team mate Regazzoni. L’elvetico conduce fino alla bandiera scacchi, conquistando il 5° successo personale (ultimo) e il 1° per la scuderia di Frank Williams. Sul podio anche i francesi Arnoux (Renault) e Jarier (Tyrrell), rispettivamente al primo e ultimo podio. Jones si prende la rivincita nel 1980, a Brands Hatch, anche se le qualifiche vedono il dominio delle Ligier di Pironi (pole) e di Laffite. La gara, però, viene resa problematica dai nuovi cerchioni da 15″ adottati dal team francese. Dopo un ottimo avvio, infatti, prima Pironi (19° giro) poi Laffite (30° giro), subiscono forature per l’esplosione di un cerchione, con il secondo che finisce anche fuori pista. Pironi, poi, subisce addirittura un’ulteriore foratura, per lo stesso motivo, nel corso del 64° giro, ritirandosi. Jones si trova così la strada spianata, e va a trionfare, davanti a Piquet (Brabham) e a Reutemann (Williams). Da segnalare un episodio incredibile: nel corso del 31° giro, Cheever (Osella) esce di pista per la rottura di una sospensione; il pilota USA finisce nella via di fuga e per pochi metri non colpisce un caccia Harrier parcheggiato lì, dopo esser stato usato in alcune dimostrazioni prima della gara.

 

F1 GP Gran Bretagna 1979 – La prima volta della Williams

 

 

Gli anni ’80 – Nel 1981, con la vigilia infuocata dalle reazioni alla protesta dei piloti nella gara precedente di Zolder (Belgio) e dall’ammissione prima ed esclusione poi della Lotus 88B a doppio telaio, le qualifiche vedono una Renault dominante, con Arnoux davanti a Prost e Piquet, primo degli inseguitori, staccato di +0.952. Al sabato, Prost brucia tutti in partenza, seguito dai connazionali Pironi ed Arnoux. Villeneuve, dopo una partenza strepitosa dall’8° posizione (con tanto di sorpasso all’esterno alla Copse ai danni di Jones, Watson e De Cesaris, completando il primo passaggio 3°, dopo aver infilato anche Piquet ed Arnoux), in chiusura di 3° giro esce male dalla Woodcote, girandosi e seminando il panico, provocando il ritiro del Campione del Mondo Jones e di De Cesaris (McLaren). All’11° giro, Piquet prova l’attacco alla 2° piazza di Arnoux alla Becketts, ma esplode l’anteriore sinistra e finisce violentemente a muro. Come spesso in questo periodo, le Renault non mantengono fede, in gara, alle aspettative suscitate in prova: Prost si ritira al 17° giro, per un problema al motore; Arnoux, passato al comando, deve fermarsi con il turbo ko (giro 64). A vincere, per la seconda volta in carriera, è Watson (McLaren), davanti a Reutemann (Williams) e a Laffite (Ligier). Nel 1982, a Brands Hatch, Lauda (McLaren) ottiene la sua prima vittoria in Gran Bretagna. Al venerdì, la pole viene conquistata dal finlandese della Williams Keke Rosberg (prima volta); però, nel giro di ricognizione, la sua FW08 resta ferma, costringendolo a partire dal fondo. Start caotico: Patrese (Brabham) non riesce a partire, segnalando, con il braccio alzato, il problema; Arnoux (Renault) non riesce ad evitarlo, tamponandolo; una ruota staccatasi dalla Renault va a colpire Fabi (Toleman) che finisce fuori. In testa c’è Piquet, con l’altra Brabham. Ma è una gloria effimera, poichè un guasto all’impianto di alimentazione ferma il brasiliano al 10° giro. In testa va Lauda, mentre da dietro compie una rimonta super Warwick (Toleman). Il pilota di Alresford, allora 27enne, parte 10° ma, con una bella staccata alla Paddock Hill, in avvio di 25° giro, infila Pironi e passa al 2° posto. Warwick comincia anche a recuperare su Lauda ma deve fermarsi al 40° giro (semiasse). Con l’austriaco tranquillamente involato verso la vittoria, Pironi deve guardarsi dalla rimonta di De Angelis (Lotus); problemi di alimentazione della sua Lotus, però, non solo non gli permettono di attaccare, ma gli costano anche il podio, venendo superato dall’altro ferrarista Tambay nel corso dell’ultimo giro. L’edizione 1983 (a Silverstone), vede il ritorno nel Circus della Honda, come fornitore di motori della Spirit, e l’esordio della nuova Ferrari 126 C3. Ed è un debutto positivo, poichè Arnoux centra la pole, davanti al compagno di box Tambay. Le Ferrari cominciano bene, ma non riescono a fare il vuoto, con Prost e Piquet molto vicini. Nell’arco di 5 giri (13° e 18°), Arnoux deve cedere prima al connazionale poi al brasiliano. All’inizio del giro 20, il pilota Renault infila alla Copse Tambay; undici giri dopo, è il turno di Piquet, alla Becketts. Dopo i pit stop, Prost comanda su Piquet e le Ferrari. Arnoux, però, nel corso del 48° giro viene passato anche dalla Lotus di Mansell. Sotto la bandiera scacchi, festeggia Alain, davanti a Piquet e Tambay.

Silverstone 1983. Prost (Renault) infila Arnoux (Ferrari). Per il Professore si tratta della prima di 5 vittorie su questo tracciato (foto da: f1-history.deviantart.com)
Silverstone 1983. Prost (Renault) infila Arnoux (Ferrari). Per il Professore si tratta della prima di 5 vittorie su questo tracciato (foto da: f1-history.deviantart.com)

 

Nel 1984, a Brands Hatch, per la prima volta la gara si disputa la domenica. Ken Tyrrell, presentando appello contro la sentenza di squalifica del suo team dopo lo scandalo delle palline di piombo per rientrare nei limiti di peso, ottiene di poter schierare le due 012, anche se sub judice. Al venerdì, Cecotto (Toleman) è protagonista di un violento incidente alla Dingle Dell, riportando molte fratture alle gambe. La pole va a Piquet (Brabham) davanti alle McLaren di Prost e Lauda. Al via, Piquet è al comando, davanti a Prost e De Angelis, che ha passato Lauda. Nelle retrovie, alla Graham Hill Bend, Patrese (Alfa Romeo) si gira e si mette di traverso, per poi ripartire. Il team mate, Cheever, inchioda per non centrarlo ma viene pesantemente tamponato da Alliot (RAM); la monoposto del francese quasi decolla, centra anche Johansson (Tyrrell) per poi fermarsi, con un principio d’incendio al posteriore; Jo Gartner (Osella), picchia contro le barriere di gomme, per non piombare sui colleghi. Lauda si riprende subito la posizione sul pilota Lotus, mentre Piquet è in crisi di gomme, venendo passato dalle due McLaren (10° giro). Una tornata dopo, ad uscire in modo violento di pista è Palmer (RAM), a causa di un guasto allo sterzo; pilota illeso ma le barriere sono danneggiate e la direzione gara opta per la bandiera rossa. Si riparte dopo mezz’ora, con la griglia iniziale. Prost passa subito Piquet; Lauda ci riesce 7 giri dopo. La gara del francese termina al giro 37, per la rottura del cambio. Lauda, così, ha via libera, seguito da Piquet, Warwick (Renault), De Angelis e Senna (Toleman). Il giovane brasiliano passa l’italiano a Paddock Hill all’inizio del 66° giro; una tornata dopo, Piquet comincia ad accusare una perdita di potenza al BMW della sua Brabham, scivolando in breve al 7° posto. Lauda ottiene la seconda vittoria a Brands Hatch, precedendo Warwick e Senna. Il 1985 vede Rosberg (Williams) centrare la pole a Silverstone. Allo spegnersi dei semafori, però, è Senna a scattare benissimo, passando dalla 4° alla 1° posizione in poche curve. Il poleman Rosberg, dopo esser stato passato anche da Prost, si ritira al 21° passaggio (scarico); Senna guida, così, sulle McLaren e sul sorprendente De Cesaris (Ligier), che si ferma al giro 41 (frizione). La lotta tra i due futuri grandi rivali si accende nel finale. A causa di un rallentamento del pilota Lotus, Prost gli piomba addosso, superandolo al 58° giro. La tornata seguente, i due arrivano alle calcagna di Lauda, che si sta per ritirare (elettronica); Alain esita un attimo e Ayrton lo infila alla Chapel. Senna, però, ha dei problemi, e Prost, alla Copse, in avvio di 60° giro, torna in testa e va a vincere; Senna, invece, si ferma un giro dopo, davanti ai box (pressione del carburante). Di tutto ciò ne approfittano Alboreto (Ferrari) e Laffite (Ligier), che vanno a completare il podio. Nel 1986, per l’ultima volta il Circus fa tappa a Brands Hatch, e la gara viene segnata da un grave incidente al via. Con le due Williams di Piquet e Mansell in prima fila, a centro gruppo Boutsen (Arrows) perde il controllo e va a sbattere contro le barriere esterne, rimbalzando di nuovo in pista; Johansson (Ferrari) scarta bruscamente verso destra; nel far ciò, però, accompagna Laffite (Ligier) fuori pista. Il francese va dritto contro il muro. Intanto, la Arrows del belga viene colpita da Ghinzani (Osella) e Danner (Arrows); anche Palmer (Zakspeed), De Cesaris (Minardi), Berg (Osella), Nannini (Minardi) e Rothengatter (Zakspeed) restano coinvolti. Laffite viene estratto dalla carcassa della sua Ligier dopo molto tempo, riportando serie ferite agli arti inferiori, che gli stroncano la carriera. Viene indetta una nuova partenza, e ne approfitta Mansell, che prende il muletto. Si riparte dopo un’ora e mezza. La gara ha poca storia: Piquet mantiene la testa, mentre Mansell viene infilato da Berger (Benetton), salvo ripassarlo al 3° giro. L’austriaco si ritira al 23° giro (elettronica), mentre Mansell infila il compagno di squadra, grazie ad un suo rallentamento nella discesa di Hawtorn Hill. Nonostante resti nelle vicinanze di Nigel, Nelson non riuscirà più ad attaccarlo. Mansell, così, va a vincere, precedendo Piquet e Prost, risalito dopo un avvio di gara difficoltoso.

 

F1 GP Gran Bretagna 1986 – La prima partenza e l’incidente di Laffite

 

 

A partire dal 1987, il GP di Gran Bretagna si disputerà sempre a Silverstone. Niente più alternanze con altri circuiti, come nei 30 anni precedenti. Il circuito presenta una novità: per rallentare maggiormente le vetture in ingresso alla Woodcote, viene inserita la chicane Bridge. La pole va ancora a Piquet, ma al via brucia tutti Prost, che gira per primo alla Copse. Nel corso del primo passaggio, però, le due Williams scavalcano il francese, andando in fuga. Le due FW11B scavano il solco sulla concorrenza, nonostante Mansell cominci ad avere problemi di pressione delle gomme già nel corso del 12° giro. Grazie anche al gran margine su Senna (3°), Mansell e il team decidono di effettuare un cambio gomme. Il Leone inglese torna in pista e si ritrova con 29 secondi di ritardo da Piquet, con 28 giri da compiere. Grazie alle gomme nuove, Mansell da il via ad una rimonta furibonda, fatta di giri veloci in successione, che lo riportano in scia al brasiliano. Al giro 63, Nigel effettua il famoso sorpasso “Silverstone Two Steps“: sull’Hangar Straight, Mansell finta a sinistra, andando a destra, affiancando Piquet e infilandolo di prepotenza alla Stowe, nonostante il disperato tentativo di chiusura del brasiliano. Con questa manovra spettacolare, l’inglese manda in visibilio il suo pubblico e vince, davanti al compagno-rivale. Senna (Lotus) completa il podio. Un anno dopo, è proprio Senna a festeggiare. In prova, le Ferrari di Berger e Alboreto interrompono il dominio McLaren. La gara si disputa sotto la pioggia. Senna passa subito Alboreto, mentre Berger si difende strenuamente. Questo fino al giro 14, quando Ayrton supera la Ferrari alla chicane Bridge, e involandosi sicuro verso la vittoria. Le due Rosse deludono: Alboreto sprofonda mano mano, fino a fermarsi a 3 giri dalla fine, senza benzina; stessa sorte per Berger, che comunque viene classificato 9°. Dietro Senna, giungono Mansell, autore di una grande rimonta dall’11° posizione di partenza, e Nannini (Benetton), al primo podio in carriera. Nel 1989, torna a vincere questo evento Alain Prost. La griglia di partenza vede le McLaren di Senna e Prost in prima fila, davanti alle Ferrari di Mansell e Berger. Lo scatto migliore è quello del francese, ma Senna si difende in maniera dura e gira alla Copse al comando. Ayrton, però, esce di pista al 12° giro, per un problema al cambio. Prost, così, va in testa, con il solo Mansell a tenerne il passo. Con i primi due imprendibili, si scatena la lotta per il gradino più basso del podio: mentre Berger è finito nelle retrovie sin dai primi giri, ritirandosi al 49° passaggio (principio d’incendio), inizialmente, sembrano prevalere le Williams, ma prima Patrese si ritira (giro 19, radiatore), poi Boutsen è vittima di una foratura. Salgono, allora, le quotazioni di Piquet (Lotus), ma viene superato da Nannini (Benetton) al 56° giro. Il podio, così, vede Prost 1°, Mansell 2° e Nannini 3°. Un anno dopo, Patrese diventa il primo pilota a superare quota 200 gare in carriera. La pole va all’idolo locale Mansell; il ferrarista, al via, pattina e si fa superare da Senna. L’altra Ferrari di Prost, invece, è 5°, dietro anche a Berger e a Boutsen. Nigel passa Senna all’ultima chicane (giro 11), scappando via; Senna, due tornate dopo, si gira e riparte 5°. Prost supera Boutsen (giro 16) e va a caccia di Berger. L’austriaco approfitta di un rallentamento di Mansell, per infilarlo (giro 21); l’inglese, però, 7 giri dopo si riprende la testa della gara, imitato da Prost poco dopo (giro 30). Mansell comincia ad accusare problemi al cambio e Prost, andando contro gli ordini del muretto, passa il compagno di squadra (giro 42), il quale si ritira nel corso del 55° passaggio. Prost, così, passa primo sotto la bandiera scacchi, davanti alla Williams di Boutsen e a Senna. Dopo la gara, Mansell annuncia il suo ritiro dalla F1, poi ritrattato.

 

F1 GP Gran Bretagna 1987 – Ladies and Gentlemen, the Silverstone Two Steps

 

 

Gli anni ’90 (prima parte) – Mansell, nel frattempo tornato alla guida della Williams, si rifà con gli interessi nelle due annate seguenti, toccando quota 4 successi nella gara di casa. Nel 1991, la pista di Silverstone subisce un pesante restyling, perdendo, a favore di Monza, il primato di circuito più veloce del Mondiale: la Copse viene leggermente anticipata, mentre vengono completamente ridisegnate Maggots, Becketts e Chapel, rese quel susseguirsi di curve veloci come lo conosciamo oggi; anche la Stowe viene rallentata, e la curva Vale viene inserita subito prima della Club, che diventa un lungo curvone verso destra. La Bridge passa da chicane a veloce curva a destra, che immette nel nuovo (e lento) ultimo tratto, formato dalle curve Priory, Brooklands e Luffield, con quest’ultima che immette nella Woodcote. Mansell è davvero in forma, conquistando pole, giro veloce, vittoria e, se si eccettuano le prime curve dopo la partenza, dove viene scavalcato da Senna, tutta la gara al comando. Il brasiliano può davvero poco e, come beffa finale, mentre è 2° gli finisce la benzina, venendo classificato 4°. Sul podio, con l’inglese, salgono l’altra McLaren di Berger e la Ferrari di Prost. Nell’almanacco dei ricordi, entrano le immagini di Mansell che da un passaggio a Senna fino ai box. Il dominio di Mansell e della fenomenale FW14B, nell’edizione 1992 (e in tutto il campionato), è davvero imbarazzante. In qualifica, Mansell rifila la bellezza di +1.919 al team mate Patrese, +2.741 a Senna e +3.101 ad un giovanissimo Schumacher (Benetton). La gara si decide al via, con Mansell che resiste a Patrese e fila sicuro verso la 28° vittoria in carriera. Per la Williams è una doppietta tranquilla, con l’italiano che tiene a bada Brundle, 3° con la Benetton. Schumi è 4°, mentre Senna si ritira al giro 52 (trasmissione). Da segnalare la prima gara in carriera per Damon Hill (Brabham). 5° vittoria a Silverstone per Prost, nel 1993, record ancora oggi imbattuto. Partito dalla pole, Alain non comincia bene, superato sia dal compagno Hill che da Senna. Il brasiliano resiste fino al 7° giro, quando il francese lo supera, come fa anche Schumi 3 giri dopo. Prost comincia a recuperare su Hill, raggiungendolo quando, al giro 36, entra la safety car, per un incidente di Badoer (Scuderia Italia) alla Woodcote. Nel corso del 42° passaggio, sulla Williams del figlio di Graham si rompe il motore, lasciando strada libera a Prost, che va ad ottenere la 50° vittoria in carriera. Sul podio anche le due Benetton di Schumacher e Patrese, mentre Senna rimane ancora una volta senza benzina e chiude 5°, dietro alla Lotus di Herbert. Hill, comunque, trionfa nel 1994, quando la Abbey diventa una chicane sinistra-destra. Catapultato nel ruolo di prima guida dopo la tragedia di Imola, Damon prova a contrastare l’ascesa di Schumi. Beffati, in qualifica, il tedesco e Berger (Ferrari), Hill, nel giro di ricognizione, viene più volte superato da Michael, che subisce uno stop&go. Hill parte bene e va in testa, mentre Schumi ignora la penalità inflittagli dai commissari; ciò porta all’esposizione della bandiera nera, nei confronti del tedesco. Su consiglio di Briatore, Schumi resta in pista, andando a concludere la gara in 2° posizione, dietro a Hill. Ovviamente, Michael viene squalificato, beccandosi 2 gare di stop; 25.000 dollari di multa per la scuderia anglo-italiana. Sul podio, così, salgono Alesi (Ferrari) e Hakkinen (McLaren). Esito a sorpresa nel 1995. I due rivali, Hill e Schumacher, partono affiancati in prima fila. Al semaforo verde, mentre l’inglese mantiene la prima posizione, il tedesco viene superato da Alesi, partito splendidamente dalla 6° posizione. Schumi deve attendere le prime soste ai box per sbarazzarsi del ferrarista, che perde una posizione anche nei confronti del secondo pilota Benetton, ovvero Herbert. Nella girandola dei pit stop, Michael si ritrova in testa, ma Hill è vicino, oltre che più veloce. L’inglese, in questo periodo, non spicca per pazienza. Giro 45: Damon è ormai alle calcagna del tedesco; i due arrivano alla discesa della Bridge, per poi entrare nel Complex. Hill, allora, prova un improbabile attacco alla Priory, agganciando Schumi e facendo finire entrambi nella via di fuga. Risultato: entrambi fuori gara. In testa si ritrova Herbert, che mantiene il sangue freddo negli ultimi giri e va a trionfare per la prima volta in carriera, davanti ad Alesi (Ferrari) e a Coulthard (Williams).

 

F1 GP Gran Bretagna 1995 – Il contatto tra Hill e Schumacher

 

 

Prossimo appuntamento con la terza ed ultima parte della storia del GP di Gran Bretagna. Non mancate.

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Info Gianluca Zippo

Nato a Formia il 13/01/1988. Laureato in Giurisprudenza presso la Federico II di Napoli, già collaboratore e redattore per Teladoiolamerica.net. La Formula 1 è la mia passione e il campo nel quale desidero affermarmi. Il mondo dello sport, comunque, mi affascina a 360° e seguo con assiduità anche calcio e NBA, collaborando rispettivamente per altronapoli.it e nba24.it.

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